Condannato a 27 anni ai carcere il bruto che assassinò la quindicenne in cantina

Condannato a 27 anni ai carcere il bruto che assassinò la quindicenne in cantina Concluso il processo per l'atroce delitto di corso Dante nel maggio '77 Condannato a 27 anni ai carcere il bruto che assassinò la quindicenne in cantina La corte d'assise ha ritenuto Alessandro Valle responsabile dell'omicidio pluriaggravato di Maria Pia Alparone, massacrata a colpi di martello - Concessa la seminfermità di mente - Il pm aveva chiesto 26 anni e mezzo Per Alessandro Valle, l'assassino della quindicenne Maria Pia Alparone, le porte del carcere si riapriranno nel prossimo secolo. Ieri la seconda sezione della corte d'assise lo ha condannato a 27 anni di carcere (di cui uno condonato). I giudici (pres. Padovani, a latere Giordano, p.m. Sciaraffa, cane. Commodo) lo hanno ritenuto responsabile di omicidio pluriaggravato e di atti di libidine violenta. Gli hanno concesso l'attenuante del vizio parziale di mente, ma negato quelle generiche. La sentenza, giunta dopo due ore e mezzo di camera di consiglio, è stata accolta in aula nel più assoluto silenzio. Valle non ha battuto ciglio, ha abbassato la testa poi si è lasciato condurre via dai carabinieri di scorta. Domenica Alparone. la madre della ragazzina assassinata, si è coperta il volto con le mani, è uscita nel corridoio appoggiandosi al marito. Qui ha mormorato con un filo di voce: -Nessuno potrà ridarmi Maria Pia. Lei è in cielo ma è giusto che qui in terra paghi chi l'ha uccisa*. In apertura d'udienza aveva parlato il p.m. Sciaraffa. Dopo aver contestato all'imputato un'altra aggravante, quella di aver ucciso per nascondere le prove della tentata violenza e assicurarsi l'impunità la pubblica accusa ha ricostruito il tremendo delitto: dalla scoperta del cadavere martoriato dai topi in una discarica di rifiuti in strada Maddalena, vicino Revigliasco, alla confessione dell'imputato durante il sopralluogo nella cantina di corso Dante 75 dove la povera ragazza era stata massacrata a colpi di martello. La descrizione precisa degli ultimi istanti di vita della povera Mary nella tetra cantina l'aveva fatta prima della sua ultima «verità proprio l'imputato. -E' caduta, ha battuto la testa contro un mattone, è svenuta. Ma respirava ancora. L'ho colpi- ta per finirla, dovevo farlo*. Un delitto gravissimo per la ferocia, la crudeltà dell'assassino che non ha mai mostrato un barlume di pentimento. Freddo, impassibile, duro, senza un briciolo di pietà, ossessionato solo dal pensiero della madre, l'unica persona per cui sentisse del calore umano. Sandro Valle sostenne che la ragazza lo aveva provocato, si era alzata la gonna, lo aveva invitato a pensare anche alle donne e non solo al lavoro. E' credibile si è chiesto il p.m.? Mary era una quindicenne estroversa, piena dì vita che non nascondeva però il suo ribrezzo per l'erculeo meccanico. Perché lo avrebbe seguito in cantina per provocarlo? Per il dott. Sciaraffa, come per le parti civili avvocati Geo Dal Fiume e Managò, Valle ha detto la verità durante il sopralluogo nella cantina. La sua confessione rimane valida, anche se poi l'imputato in carcere ritrattò. Ma fece marcia indietro -perché sapeva che in galera i detenuti non sono teneri con chi è accusato di reati sessuali, lo fece per rendersi la vita più facile*. Infine le richieste: 26 anni e mezzo. Con la concessione delle attenuanti generiche, ma non di quella della seminfermità. E' toccato all'aw. Accatino, difensore del Valle, tentare di aprire una breccia nel castello di accuse, cercare di illuminare la scena sotto una luce diversa. Chi è Alessandro Valle? Il difensore ha risposto: « Un disinserito dall'ambiente, semianalfabeta, costretto a lasciare la scuola perché non vede; a 15 anni il padre gli muore tra le braccia, per lui è uno choc tremendo, si aggrappa alla madre, stabilisce con lei un "rapporto simbiotico". / suoi compagni sono ragazzini di 15 anni, con loro, trascorre le uniche ore di svago. Un immaturo, insomma*. Perché ha ucciso? -Qualcosa gli ha fatto ritenere per errore che la ragazza era disponibile, poi la disillusione, forse lo scherno. Lui perde la testa, le dà una spinta e Mary batte il capo contro il mattone. Quando infierisce con il martello lei è già morta. Quindi è un delitto commes¬ so per sbaglio, non voluto. Una versione che i giudici non hanno accettato. Per la corte, Sandro Valle massacrò la ragazzina indifesa perché si era rifiutata di cedere alle sue voglie. Ne avvolse il corpo in un sacco per le immondizie e scaricò il macabro pacco in una scarpata. Disse alla famiglia Alparone che Mary si trovava a Milano per ritardare le indagini. Un comportamento ripugnante: per questo non gli sono state concesse neppure le attenuanti generiche. Infine la seminfermità di mente. Per il perito Valle è di intelligenza inferiore alla mèdia. La corte ha accolto questa tesi contestata con decisione dalle accuse, pubblica e privata, e gli ha inflitto un minimo di tre anni in una casa di cura. gcnitori della giovane vittima ascoltano la sentenza guardando verso Alessandro Valle

Luoghi citati: Milano