Nel caos degli ospedali di Roma si ricercano mille posti-letto

Nel caos degli ospedali di Roma si ricercano mille posti-letto Ormai i nosocomi della capitale accolgono solo i casi disperati Nel caos degli ospedali di Roma si ricercano mille posti-letto La Regione conta dì reperirli entro febbraio attraverso trattative con le case di cura private - Il punto più grave della crisi sarebbe superato: non ci sarà «serrata» ROMA — Letti nei corridoi, degenti costretti a dormire nell'astanteria: a tre giorni dal «blocco» del ricoveri, la situazione all'ospedale «San Giovanni» non è migliorata: la più recente stima parla di oltre 1400 ricoverati contro una disponibilità di 900 posti letto. Nelle ultime ore. l'ospedale ha accettato solo quattro ricoveri urgenti, casi di persone che si trovavano in imminente pericolo di vita. Il blocco delle accettazioni comunque resta in vigore: lo hanno ribadito ieri anche i dipendenti del «San Giovanni», che si sono riuniti in un'affollata assemblea. I lavoratori hanno chiesto con un telegramma l'Intervento dell'assessore regionale alla Sanità, Ranalli, ad un dibattito che sarà organizzato nei prossimi giorni. Il punto più alto della crisi sembra superato: anche negli altri ospedali romani i ricoveri restano problematici, ma la «serrata» che si temeva per fortuna non è avvenuta. Al San Camillo» nelle ultime ore è rientrato anche un piccolo «caso» che in questi giorni era parso legato alla crisi delle strutture ospedaliere. Lunedi scorso, nell'ospedale era morto un paziente di ottant'anni, e per la rottura di un impianto, quello di radiologia vascolare, i sanitari non avevano potuto chiarire le cause del decesso. L'autopsia è stata compiuta ieri: si è accertato che l'uomo soffriva di un grave aneurisma e che dunque ogni intervento sarebbe stato inutile. Ma il dramma potrebbe avvenire in qualsiasi momento: l'impianto è molto vecchio, si guasta di continuo, nessuno ha ancora provveduto a sostituirlo. L'impossibilità di una rapida diagnosi potrebbe avere per altri pazienti conseguenze irreparabili Migliorata anche la situazione nel trasporto degli ammalati. Recentemente la «Croce Rossa» si era trovata nell'impossibilità di fare fronte alle continue richieste degli ospedali. Molti pazienti, rifiutati dai nosocomi romani, avevano dovuto essere condotti in altri centri clinici del Lazio. Adesso il graduale ri- torno della normalità ha consentito alle ambulanze della Cri di rispondere a tutte le richieste di intervento. L'ente ha comunque ricordato agli ospedali che. in caso di rifiuto del ricovero, spetta a loro provvedere al trasferimento dell'ammalato. La crisi degli ospedali romani è arrivata anche al Consiglio regionale, dinanzi al quale l'assessore Ranalli ha esposto ieri una tesi sorprendente. A suo giudizio, se gli ospedali sono stracolmi, se i ricoverati sono aumentati in proporzioni cosi vistose, la colpa non è dei medici generici. Non sono loro, insomma, a scaricare sugli ospedali attraverso i ricoveri l'onere di un'assistenza che con la recente riforma risulta, dal punto di vista finanziario, ben poco allettante. Il fattore stagionale è secondo Ranalli la causa principale dell'affollamento: gli ospedali romani, poi. accolgono in misura sempre più larga anche pazienti che arrivano dal Sud. e che oggi occupano il 25 per cento dell'intera disponibilità Una crisi passeggera, dunque, che dovrebbe finire coi primi caldi. Nel frattempo, ha aggiunto Ranalli, la Giunta regionale ha deciso di istituire un coordinamento fra i di¬ rettori dei sette maggiori ospedali, di migliorare il servizio di astanteria per limitare i ricoveri, di potenziare l'assistenza domiciliare. Una tesi che non ha trovato tutti d'accordo: per il democristiano Splendori, la crisi non sarà risolta fino a quando non si costruiranno nuove strutture sociosanitarie per lunghe degenze. Anche nel settore della Sanità, secondo il consigliere, si stanno scontando anni di improvvisazione. Teodoro Cutolo. consigliere liberale, ha chiamato in causa invece i 'Criteri burocratici e deresponsabilizzanti che sono alla base dell'attuale gestione sanitaria regionale'. Il ruolo dei medici, ha continuato, si è appiattito, altre funzioni professionali sono state progressivamente ridotte a .livello impiegatizio', D risultato di questa gestione, ha concluso, è sotto gli occhi di tutti. A sostenere gli interventi decisi dalla Giunta regionale, è rimasto, oltre all'assessore Ranalli. il capogruppo sociali-, sta e il presidente della Commissione Sanità, Giorgio Li Puma. Ma a parte le valutazioni di principio sulle decisioni della Giunta, il problema centrale resta quello di renderle operanti. Il coordinamento tra ospedali per la distribuzione dei ricoveri, per esempio, è un progetto che appare ancora lontano dall'applicazione. Organizzare una struttura di questo tipo significa sovrapporre, forse anche in contrasto con le leggi in materia, nuovi organi decisionali a quelli di cui ogni ospedale già dispone. La prospettiva più immediata resta quella dei mille nuovi posti letto che la Regione si è impegnata a reperire entro febbraio, attraverso una trattativa con le case di cura private. Ma anche in questo campo le prospettive sono tutt'altro che confortanti. g. z.

Persone citate: Giorgio Li Puma, Ranalli, Teodoro Cutolo

Luoghi citati: Lazio, Roma