«Siamo solidali con gli Stati Uniti vogliamo maggiori consultazioni»

«Siamo solidali con gli Stati Uniti vogliamo maggiori consultazioni» Cossiga e la Thatcher spiegano ai giornalisti i colloqui di Londra «Siamo solidali con gli Stati Uniti vogliamo maggiori consultazioni» DAL N08TRO INVIATO SPECIALE LONDRA — Il vertice di Londra tra il premier britannico signora Thatcher e il presidente del Consiglio italiano Cossiga ha prodotto un'importante presa di posi-, zione dei due governi a favore di un'iniziativa politica che consenta di perfezionare il meccanismo delle consultazioni di emergenza in una crisi, sia tra i Paesi della Comunità, sia tra l'Europa e gli Stati Uniti. Per la prima volta da quando si è associata alla Comunità, la Gran Bretagna ha espresso in questo vertice — ed è questo un fatto di notevole importanza politica — un J forte interesse a rafforzare la consultazione politica tra i governi europei: ciò è di buon auspicio per il futuro dell'Europa. Quanto ai rapporticon l'America, la posizione anglo-italiana potrebbe riassumersi con la formula: •.Solidali, ma consultati». Gli europei vorrebbero cioè essere In grado di far pesare le loro opinioni sulle svolte della politica americana prima che esse avvengano; ciò renderebbe assai più facile ottenere la solidarietà che appare necessaria per la sicurezza di tutti. Per ciò che riguarda l'altro tema dell'incontro, ossia la richiesta della Gran Bretagna di vedere ridotto o annullato il deficit di un miliardo di sterline nel suo conto di dare ed avere con la Comunità (gli Inglesi vorrebbero almeno «non perderci più della Francia»), sono stati fatti progressi limitati. il vertice di Londra si è svolto nell'atmosfera, estremamente cordiale sul piano personale e costruttiva sul piano politico, che si è stabilita tra il presidente del Consiglio Cossiga e la signora Thatcher fin dal loro primo Incontro. A Cossiga è stata confermata la piena fiducia perché egli porti avanti sia la ricerca di una soluzione del •problema inglese», sia la nuova ipotesi di rafforzamento della cooperazione politica comunitaria, e di migliore coordinamento europeo-americano. Secondo una lodevole consuetudine che sta generalizzandosi in occasione di questi incontri, sono stati gli stessi protagonisti del vertice che hanno riferito i risultati delle' loro conversazioni ai giornalisti, senza delegare questo compito ai portavoce. Ne è uscita un'animata conversazione con la stampa, nel solenne salone circolare dove si1 riunisce, nella Church House, accanto all'abbazia di Westminster, il Parlamento di prelati e laici della Chiesa d'Inghilterra. Mrs Thatcher, in un elegante tailleur di velluto nero, ha diretto con molta disinvoltura, pur tra qualche difficoltà della traduzione simultanea, rincontro con la stampa, avendo al suo fianco il presidente del Consiglio italiano e alternandosi a lui nelle risposte. Il colloquio ha avuto una durata insolita: circa un'ora e mezzo, n molto tempo che ci è stato dedicato, e la grande cordialità del linguaggio, non hanno impedito ai due capi di governo di mantenere un notevole riserbo su molti punti. Sintetizziamo ciò che abbiamo appreso sui grandi temi di questo vertice. La crisi internazionale, l'Europa e l'America. Cossiga: ' •Abbiamo convenuto con la. signora Thatcher sulla necessità di un ■perfezionamento del meccanismo di consultazione tra i Paesi europei in momenti di crisi, e convenuto sulla necessità di trovare appropriati meccanismi di consultazione tempestiva tra i Paesi europei e gli Sfati Uniti, cosa necessaria per una strategia di sicurezza di pace nel mondo». Mrs Thatcher: «C'è la Comunità, c'è la Nato e non vogliamo moltiplicare le sedi d'incontro, ma non abbiamo ancora quella piena consultazione tra noi e gli Stati Uniti che le crisi improvvise come quella dell'Afghanistan rendono necessaria». Cossiga: •Poiché vogliamo dare un taglio utile alla nostra discussione, e poiché questo problema non può essere deciso tra noi due, non possiamo dirvi ancora quali idee abbiamo messo sul tappeto». Thatcher: « Vogliamo considerarle ancora prima di rovesciarvi addosso l'ondata delle nostre idee. Noi pensiamo che occorrerebbe, in una crisi, una procedura di consultazioni permanente (established)». L'Europa e l'Urss. Mrs Thatcher: •/ Paesi europei hanno già deciso di non sostituire il' grano americano e di studiare i limiti alle esportazioni di alta tecnologia, mentre dobbiamo ancora trovare l'accordo sulla vendita di generi alimentari sussidiati da parte della Comunità, o sulle Olimpiadi. L'Urss potrebbe benissimo produrre pia grano e più alta tecnologia, se non spendesse una porzione colossale delle sue risorse per gli armamenti: è sbagliato che noi l'aiutiamo a fare questa politica». Cossiga: «Noi dobbiamo dare alla crisi una risposta globale, basata sulla solidarietà tra Stati Uniti ed Europa, sul giusto rafforzamento della nostra sicurezza, non abbandonando il processo di distensione, ma facendo comprendere che la distensione non è compatibile con la politica dei fatti compiuti. L'Urss ed i Paesi del Patto di Varsavia non debbono avere dubbi sulla nostra volontà di difendere la nostra indipendenza, né sulla nostra volontà di cercare la pace sulla base d'un reale equilibrio. Intendiamo la politica di distensione come ricerca paziente della pace, ma la distensione non può essere per nessuno un ombrello per spostare i confini della propria influenza politica e militare. Le nostre misure, in risposta all'Afghanistan, non debbono far cadere l'Unione Sovietica nell'errore di credersi da noi aggredita, ma neanche debbono farla cadere nell'errore di credere di poter continuare la politica dei fatti compiuti senza che ci siano reazioni». Il bilancio inglese e il vèrtice. Thatcher: -Il signor Cossiga si è molto gentilmente assunto a Dublino il compito di cercare di risolvere il problema e di decidere se sia giustificata la convocazione anticipata di un Consiglio europeo per risolverlo. Pertanto conArrigo Levi (Continua a pagina 2 in quinta colonna)