Radicali cercano accordi ma più nessuno accetta di Alberto Rapisarda

Radicali cercano accordi ma più nessuno accetta Ora si dicono pronti a concordare emendamenti Radicali cercano accordi ma più nessuno accetta Lombardi, psi: «Potevano farlo prima; invece lunedi hanno respinto una proposta ragionevole» - Un netto no di comunisti e de - Intesa di massima tra pei e psi: sì al decreto antiterrorismo, astensione o voto favorevole sulla fiducia al governo ROMA — I radicali sono disposti a ritirare i loro 7500 emendamenti al decreto antiterrorismo (la Camera ha speso circa 100 milioni per stamparli), ma lo faranno al termine del loro ostruzionismo, tra un paio di giorni. Nel frattempo — ha annunciato l'on. Cicciomessere — il governo dovrebbe ritirare la richiesta di fiducia e le sinistre dovrebbero concordare con il governo le modifiche da apportare al decreto. La proposta radicale è stata accolta a Montecitorio con un totale scetticismo. Quasi tutti vi hanno visto un estremo tentativo di prolungare ancora di più l'ostruzionismo, ormai In via di esaurimento e palesemente inutile dopo larichiesta di fiducia del gover- no. Altri l'hanno interpretata come una testimonianza di una crisi che all'interno del gruppo radicale diventa sempre più profonda, a mano a mano che va avanti la maratona di parole pronunziate nel vuoto dell'aula, nella seduta fiume che continua giorno e notte. Dopo l'interesse dei primi giorni, di carattere essenzialmente sportivo, per vedere quale radicale riusciva a parlare più del missino Almirante, recordman con 9,15 ore, gli oratori radicali erano stati lasciati a parlare quasi soli nel più totale disinteresse. Alessandro Tessarl, il neoprimatista, ha avuto il suo momento di gloria quando ha concluso un intervento di 10,35 ore. Ha ricevuto gli ironici applausi di democristiani e comunisti.1 mentre il missino Bagnino gli:j diceva: -Ciao marna, ciao papà, sono contento di essere arrivato primo». Un ritorno, breve, di interesse per l'aula c'è stato solo quando la radicale Adele Faccio, affaticata dopo tre ore di discorso, è svenuta ieri notte. Ma la drammatizzazione dell'ostruzionismo, nella quale il gruppo radicale sperava, non è stata raggiunta. Un articolo-diario, pubblicato ieri dal deputato radicale Mimmo Pinto su Lotta Continua, era rivelatore dello stato d'animo di frustrazione e di dubbio che serpeggia nel gruppo del pr: «Afa ha senso tutto questo? Fuori la gente cosa starà pensando? Si, la gente, quella che oggi sentirà dire che a Slargherà ne è stato fatto fuori un altro. Quelli che diranno che bisogna fare qualcosa. Che non se ne può più». E' probabile che dietro la proposta radicale vi sia il tentativo di uscire dal vicolo senza sbocco dell'ostruzionismo inutile. Ma se era questo il piano, la via seguita pare che non sia quella corretta, a giudicare dalle reazioni. 'Potevano farlo prima. E invece hanno respinto una proposta ragionevole lunedì scorso dei partiti di sinistra», diceva Riccardo Lombardi. Per il capogruppo democristiano Bianco la proposta era -assurda»: *Si sentono nellet sabbie mobili e non sanno co-' me uscirne». In aula il demo, cristiano Manfredo Manfredi respingeva il sondaggio radicale, per la sua «pericolosa pretestuosità». Solo il socialista Fortuna giudicava «non tardiva l'idea radicale, e tale da evitare un inutile voto di fiducia, migliorando il decreto». I radicali replicavano polemici, con citazioni dei regolamenti. Alterchi scoppiavano nel corridoio di Montecitorio Alberto Rapisarda (Continua a pagina 2 In settima colonna)

Persone citate: Adele Faccio, Alessandro Tessarl, Almirante, Cicciomessere, Lombardi, Manfredo Manfredi, Mimmo Pinto, Riccardo Lombardi

Luoghi citati: Roma