«Le lunghe code alle Saub sono un male inevitabile»

«Le lunghe code alle Saub sono un male inevitabile» Riuniti a Milano gli assessori regionali alla Sanità «Le lunghe code alle Saub sono un male inevitabile» Compito della riforma sanitaria è dare a tutti i cittadini italiani un'adeguata assistenza - Il piano triennale non ancora partito DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Gli assessori regionali alla Sanità non vedono le code alle Saub per la scelta del medico né le attese anche di settimane per una visita specialistica. O meglio, le vedono, ma le ritengono una specie di male inevitabile per raggiungere i risultati previsti dalla riforma sanitaria. Riuniti a Milano per esaminare l'avvio del Servizio sanitario nazionale che sta per compiere il primo mese di vita non hanno saputo trovare altra indicazione che questa, enunciata dall'assessore veneto, Melotto: 'Intendiamo assicurare a tutti i cittadini i servigi di assistenza che avevano ieri e migliorarli con una gestione unitaria: Nella conferenza stampa conclusiva dei lavori è stato osservato: 'C'erano però cittadini che andavano da un medico, generico o specialista, lo pagavano e venivano rimborsati». Risposta scontata: •Non è possibile, tutti però ora hanno il medico generico e lo specialista gratis». Prima non tutti lo avevano e c'erano zone d'Italia dove i servizi erano efficienti e zone in cui non lo erano affatto. Compito della riforma è sanare questi squilibri territoriali. In quanto tempo? Risposta: ..In sei anni, l'arco di due piani sanitari che hanno scadenza triennale». Intanto il primo non è ancora partito: il Parlamento che dovrebbe esaminarlo lo ha chiuso in un cassetto. Le Regioni non risparmiamo questa osservazione al Parlamento e altre al governo, ma intanto ben poche hanno assolto i loro compiti. Un elenco presentato ieri è deludente: dieci Regioni soltanto su venti hanno attivato la zonizzazione (Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto); solo sei (Basilicata, Emilia Romagna, Lazio. Liguria, Piemonte, Umbria) hanno la legge per l'organizzazione dei servizi; infine la sola Liguria ha in vigore la legge per la contabilita E' una situazione di caos che non deve tuttavia far dimenticare quella preesistente. Per esempio: lo squilibrio della spesa sanitaria. L'indice nazionale per il 1979 tocca le 270 mila lire prò capite, ma in alcune Regioni superdotate supera le 300 mila e in altre scende sotto le 200. Lo stesso per i posti letto: si va daini per mille (che è sopra la media europea) fino al 6, che è al di sotto. Ma come mai i letti sono sempre occupati anche dove ce ne sono in abbondanza? Risposta: 'Perché molti anziani sono ricoverati mentre avrebbero bisogno di altro tipo di assistenza. Oppure perché si devono attendere giorni' per un'analisi». In entrambi i casi occorrono strutture nuove. Per gli anziani assistenza domiciliare; nelle unità locali i famosi «filtri», cioè ambulatori dove si fa tutto quel che è necessario prima del ricovero in ospedale. La riforma li pre-' vede. Saranno sufficienti i sei anni? Torniamo alla spesa. Il fondo sanitario previsto per il 1980 è di 16 mila miliardi. Gli assessori non lo accettano: entro febbraio vogliono compiere con gli uffici di programmazione e del tesoro 1'-operazione verità». Vale a dire: scoprire quanto costa la gestione della sanità Ma come è possibile se non si conosce nemmeno il quadro generale della salute dei cittadini? Si sa che certe infezioni sono, in diminuzione, ma il resto? Sarà compito dell'anagrafe sanitaria risolvere il problema. 'La stiamo impostando», dicono gli assessori. Le Saub hanno già funzionato da anagrafe, consentendo di scoprire che in Val d'Aosta, per esempio, 30 mila abitanti su 140 mila avevano doppia mutua; in Piemonte erano centomila. Doppia mutua equivale a doppia spesa. Abolire il doppione è stato almeno un risultato positivo. Questi esempi giustificano la frase più volte detta in questo mese dal ministro Altissimo e ripetuta ieri dall'assessore emiliano Tri ossi: la nuova struttura sanitaria è agli inizi e gli obiettivi saranno raggiunti solo fra qualche tempo. Sei anni forse non saranno sufficienti per buoni risultati in qualche settore, forse basteranno per altri, purché si cominci subito. La preoccupazione immediata delle Regioni è però quella di superare i contrasti con i medici. -Entro l'anno — dicono gli assessori — dobbiamo raggiungere con la categoria accordi fondamentali. Perché senza i medici non si può fare la riforma». Domenico Garbarino

Persone citate: Domenico Garbarino, Melotto