Proroga sfratti: ora rischia di decadere il secondo decreto di Emilio Pucci

Proroga sfratti: ora rischia di decadere il secondo decreto Profondi contrasti fra i partiti Proroga sfratti: ora rischia di decadere il secondo decreto ROMA — Dopo il decretobis avremo anche un terzo decreto di proroga degli sfratti? L'eventualità è tutt'altro che remota, poiché ad appena due settimane dalla scadenza (la conversione in legge dovrebbe essere approvata dal Parlamento entro il 13 febbraio), l'attuale provvedimento che ha sostituito l'originario decreto, neppure preso in esame da Camera e Senato per profondi contrasti tra i partiti, non figura ancora all'ordine del giorno del lavori della commissione. Poiché i dissidi tra le forze politiche sono tutt'altro che superati, si profila una nuova clamorosa bocciatura che costringerebbe il governo ad approvare un terzo decreto per evitare che decine di migliaia di famiglie si trovino all'improvviso senza una casa. A complicare le cose c'è il prolungarsi del dibattito sui provvedimenti antiterrorismo che ha distratto i deputati dalle altre questioni, prima fra tutte l'esame del decreto sugli sfratti. Da questo versante, però la situazione dovrebbe sbloccarsi quanto prima, avendo posto il governo la fiducia sui decreti contro il terrorismo. Superato questo scoglio, però resta in piedi il non facile problema di come mettere d'accordo i partiti sugli eventuali emendamenti. Il governo è pronto alla mediazione, ma ha altresì dichiarato di non essere disposto ad andare oltre certi limiti. In altri termini, a detta dell'esecutivo, il decreto può essere modificato ma non stravolto, come invece vorrebbero il pei e il pdup. La proposta dei comunisti, in particolare, è quella di scindere il provvedimento in due parti: 1) un decreto-legge riguardante la proroga degli sfratti e la concessione ai comuni con oltre 350 mila abitanti di 400 miliardi di lire per l'acquisto di appartamenti da assegnare in locazione ai senza-tetto; 2) un disegno di legge che assegna 1000 miliardi di mutui ai comuni e 120 miliardi di stanziamento per allargare il mercato dell'edilizia popolare e favorire l'acquisto di una casa, specie da parte delle giovani coppie. Il disegno di legge, poi, dovrebbe essere raccordato con il piano decennale per l'edilizia, di cui si sollecita .una più rapida esecuzione. L'ipotesi del pei è respinta in blocco dai democristiani, contrari allo sdoppiamento, perché a loro giudizio le misure di emergenza contenute nel provvedimento sono calibrate in modo sia da far fronte alle esigenze urgenti, sia a quelle meno immediate, nel l'intento di ridare una certa mobilità al mercato. Sullo sfondo dello scontro tra de e pei c'è il silenzio dei socialisti i quali non hanno espresso il loro parere definitivo sulla questione. L'eventuale decadenza del decreto-bis è vista con grande preoccupazione dall'Uppi (l'unione dei piccoli proprietari) che denuncia «l'assoluta mancanza di volontà politica' per superare l'ostacolo. L'Uppi ha inviato un telegramma di protesta al Capo dello Stato ed ai presidenti della Camera e del Senato Invitandoli ad intervenire affinché il Parlamento «trovi il tempo di occuparsi anche del problema della casa che non è meno urgente di quello del terrori- smo* Emilio Pucci

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