Olanda, sette vescovi e un Concilio

Olanda, sette vescovi e un Concilio Olanda, sette vescovi e un Concilio Seguo con interesse i servizi di Lamberto Fumo sul Sinodo dei vescovi olandesi a Roma. Come sociologo cattolico e olandese vorrei aggiungere alcune informazioni. Domenica 13 gennaio, una lettera personale di Giovanni Paolo II è stata letta In tutte le chiese olandesi durante la messa e accolta favorevolmente dal clero e dal fedeli. In essa il Papa rende omaggio all'anziano primate, cardinale Alfrink, che durante tutto Il periodo post-conciliare ha guidato la Chiesa del Paesi Bassi con saggezza. Il Papa chiede a tutti 1 fedeli, anche a quelli delle altre Chiese (calvinisti, ecc.) di pregare per il successo del Sinodo. Prima della partenza dei vescovi per Roma, si sono riuniti i consigli pastorali di ogni diocesi. A Utrecht, Haarlem, Bréda, Bois-le-Duc, Groningue, queste riunioni si sono concluse con un voto di fiducia nel vescovo, all'unanimità. Nel consiglio pastorale della diocesi di Rotterdam (ve'scovo Simonis), su 25 membri. 2 hanno dato la loro fiducia. 23 hanno votato contro (92%). Dopo questo risultato, un portavoce del consiglio. Ferdinand Keesen, si è avvicina¬ to al vescovo: «Caro Ad (abbreviazione amichevole di Adrianus), perché non ti dimetti? Vedi pure come i tuoi fedeli ti giudicano». Il vescovo ha risposto che lo Spirito Santo era più importante per lui di questa opposizione, dimenticando che questa schiacciante maggioranza rappresentava il «popolo di Dio», guidato, secondo il Vaticano II, dallo stesso Spirito Santo. Nella diocesi di Roermond, il consiglio pastorale non s'è riunito per il semplice fatto che il vescovo Gljsen l'aveva soppresso subito dopo la sua nomina all'episcopato. I due membri del Sinodo a Roma che rappresentano i religiosi (e le religiose, ben più numerose!) sono stati nominati dalla Curia romana. A questo fine, Utrecht aveva inviato tre nominativi di religiosi e tre di religiose, In ordine di preferenza. La Curia ha scelto il terzo degli uomini, il salesiano van Luin, e nessuna delle donne, dottoresse in teologia, preferendo nominare al posto della rappresentante femminile il priore dell'abbazia «Slangenbrugh», che fabbrica e vende paramenti liturgici! Tutti gli abati, salvo quello di Mamelis di Limbourg, hanno protestato e l'associazione dei superiori delle congregazioni religiose ha improvvisamente deciso di mandare al Sinodo il redentorista Wim Snels, come «consigliere» del due religiosi nominati dalla Curia. Fin qui le notizie. Ora un'osservazione. E' consuetudine definire «riformisti» l cinque vescovi olandesi che hanno applicato le decisioni del Vaticano II e «tradizionalisti» quei due che, in. accordo con la Curia romana, sono riluttanti a questa applicazione. Ma è «tradizione » secolare della Chiesa applicare le decisioni di un Concilio! I cinque cosiddetti riformisti sono quindi dei buoni tradizionalisti, mentre gli altri due sono dei puri e semplici «renitenti», sostenuti da quei membri della Curia romana che non hanno cessato di mettere bucce dì banana sul cammino di chi sinceramente e con entusiasmo tentava l'applicazione del Concilio e che hanno sempre protetto i vescovi che pensavano come loro. Ed è questo stato di cose che è alla base del Sinodo, né più né meno. JohannesBerkhout, Torino

Persone citate: Bois, Ferdinand Keesen, Giovanni Paolo Ii, Lamberto Fumo, Simonis

Luoghi citati: Haarlem, Olanda, Roma, Torino, Utrecht