Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Ma la mondina portava il cappello Sono lieto di aver appreso da La Stampa del 13 gennaio che un apposito comitato, presieduto da un sindacalista, sta lavorando per trovare il luogo più appropriato al monumento dedicato alla mondina, alla quale si deve se la nostra cara Vercelli è stata proclamata capitale europea del riso. Devo però francamente dire che la figura rappresentata nella scultura non è una mondina; si direbbe piuttosto una sgualdrinella In atteggiamento di rissa. La classica mondina, da me ben conosciuta avendo condotto per parecchi anni una grande tenuta risicola, scendeva in risala a piedi nudi, con la «trusa», specie di cintura o cordicella ben stretta sopra i fianchi per trattenere la gonna sopra le ginocchia, e un cappello di paglia a larghe tese per ripararsi dal sole; cosi attrezzata, resisteva In risala per otto ore e anche più, a sbrigare il duro e tedioso lavoro di mondatura o di trapianto del riso. Sono stupito che il sindacalista, che certamente ben conosce il lavoro delle mondine, come presidente della commissione promotrice, abbia avallato il bozzetto prima e 11 modello In creta poi, senza sollevare gli appunti da me citati. Se non si vuole mortificare le molte mondine ancora viventi e la memoria delle altre, si rifonda la statua in bronzo; e il nuovo monumento ricordi la mondina nelle sue giuste sembianze. Carluccio Rosso, Vercelli Documento pei sulla Fiat Nel riferire la conferenzastampa tenuta dal pel per presentare 11 documento pre paratorio della Conferenza nazionale del comunisti sulla Fiat, La Stampa del 22 gen naio titola l'articolo in ragione tale da offrire ai suol lettori una versione quanto meno distorta. Affermare che «meno assenteismo, più lavoro» sarebbe la proposta del pel per la Fiat è quanto meno singolare. Il documento del pei rappresenta uno sforzo per offrire un'analisi articolata e approfondita della situazione Fiat. Muove infatti dalla analisi della situazione Internazionale dell'auto e della collocazione della Fiat nel mercato mondiale, esamina la strategia Fiat di questi anni, af- fronta 11 nodo Fiat-programmazione, scava sulle connessioni tra scelte di politica industriale e politica rivendicativa, investe infine il modo di essere del sindacato e la questione delle forme di lotta. E' un documento di 24 pagine: si può discutere certamente del merito, ma non si può disconoscere che è l'analisi più articolata che un partito politico italiano abbia finora condotto sulla Fiat. Com'è possibile, allora, ridurre tutto a un singolo problema quale l'assenteismo? Tanto più che anche 11 problema dell'assenteismo viene affrontato nel documento in modo articolato: si dimostra con cifre e dati che l'assenteismo in Fiat non si discosta dai valori medi degli altri produttori automobilistici e si precisa che la questione assenteismo va certamente affrontata più per le conseguenze politiche (ad esempio, punte alte di assenteismo in occasioni di scioperi e lotte) che per gli effetti produttivi. Non solo, ma tutto il problema della produttività è affrontato in termini ben più ampi (produttività sociale, qualità del prodotto, modifica dell'organizzazione del lavoro, nuovi regimi di orario per un più elevato utilizzo degli impianti, contrattazione collettiva). Insomma: non si capisce proprio perché lo sforzo dei comunisti di offrire un'analisi documentata debba essere sbrigativamente ridotto alla poca voglia di lavorare degli operai Fiat. . Piero Fassino, Torino resp. commissione fabbriche, pel II titolo è una sintesi di due concetti contenuti nel documento, e va letto tutto intero, compreso il sommarlo. La Michelin come don Michelino Con una sorprendente concomitanza di nome, la Michelin con la recente liberalità si è trovata idealmente in compagnia di don Michelino, ricco signore di un paese dell'Agrigentino. Questo personaggio il 10 luglic 1943, insieme con 1 suoi pari da lui consigliati a seguirlo, fece una improvvisa elargizione di grano, sufficiente per un mese, a tutti i suol compaesani bisognosi. Giuseppe Licata, Novara In lotteria ben venga il caso Mi sia permesso un codicillo al commenti già pubblicati dalla Stampa sulle lotterie nazionali. Chi compra un biglietto sa che sarà 11 caso a decidere 1 vincitori: una volta tanto, non occorrono raccomandazioni, scioltezza di lingua e bell'aspetto. Se si perde, nessuno ha colpe da rimproverare agli altri o a se stessi ; sarà per un'altra volta. Lasciateci quindi ancora quest'angolo di speranza, che ha molto meno illusioni di quanto si voglia far credere. Semmai, ha non-speranza in qualcosa che sia diverso dal caso. Giuseppe Longhi, Milano In grembo a Giove indugia la sanità Nel maggio 1978, con un perentorio «no» al manicomio, il legislatore catapultava il malato di mente sul «territorio», intendendo per tale 11 suolo pubblico, stante la persistente inesistenza di strutture sostitutive. Analogo «no», stavolta rivolto alla Mutua, riecheggia con l'avvio del 1980 e si profila il rischio, anche per l'assistito, di vedersi depositato sul «territorio», stante l'inesistenza del fondamentale pilastro di sostegno di tutta la riforma sanitaria, del quale altro non s'intravede se non la sigla: Uls. alias Unità locale sanitaria, la cui realizzazione Indugia ancora sulle ginocchia di Giove. In attesa che l'Uls si sollevi dalia carta per posarsi sul concreto, riflettendo sul fatto che ciascuno di tali organismi socio-sanitari diverrà una «torta» politico-burocratica destinata a trasformare sempre più il camice bianco In mezza-manica e l'assistito In «signor Avanti-un-altro», non ci resta che tentare di schiarirci le Idee con le restanti sigle: Csn, Spsi, Iss, Css, Saub, Saui, Saur, Dsb, Smal, Ssr.. E che rinam ci assista! G. Gentile, Torino Allievi e docenti tutti colleghi Gli aspiranti alla carriera universitaria della nostra generazione (quella che nella prima infanzia ha conosciuto la guerra, che ha compiuto gli studi nei licei ed è stata duramente selezionata prima di accedere all'Università) sono rimasti dodici anni nell'Università, superando le uniche prove offerte loro in concreto, cioè borse di studio e contratti, poiché, abolite le libere docenze, sono stati praticamente bloccati 1 concorsi ad assistente. In questi dodici anni gli ex assistenti volontari, poi borsisti, poi contrattisti hanno retto l'urto dell'università di massa, hanno fatto lezioni, esaminato, pubblicato, man mano affiancati dai giovani cresciuti col buondì Motta e l'esame «programmato». Questi bravi ex alunni dei contrattisti sono cosi diventati colleghi dei primi e, secondo la legge sull'inquadramento dei docenti ora in discussione, continueranno a esserlo perché 1 contrattisti potranno solo aspirare a entrare in un ruolo inferiore a quello effettivamente svolto, che è quello di assistente. Sergio Brancaccio, Napoli contrattista, Facoltà Architettura Una brutta storia in commissione Rai Secondo Francesco Santini sarei stato «tra 1 più Intemperanti» commissari di vigilanza sulla Tv nella «lunga notte di polemiche e accuse tra Barbato e la commissione Rai» (La Stampa del 24 gennaio). Non intendo protestare per l'appositivo affibbiatomi dal collega Santini (sono anch'io giornalista) ma precisare che poco di parlamentare — e non certo per colpa mia o di quelli • che come me hanno protestato, costretti, ad alta voce—ha avuto lo svolgimento dell'assurda e presunta seduta conoscitiva. Che si è svolta come una commedia degli inganni. E diversamente non poteva andare a causa della pasticciona e pasticciata iniziativa presa dall'ufficio di presidenza della commissione di vigilanza, che ha coinvolto in un momento delicato del Paese 11 Parlamento in una «brutta storia». Che non deve essere archiviata ma esaminata e valutata nelle giuste sedi politiche. A cominciare dal gruppo de cui appartengo. sen. Nino Calarco, Messina Il "parlar chiaro" di un ministro MI è piaciuta la replica del ministro Giannini in Parlamento a chi lo criticava per aver espresso senza tanti girl di parole quel che pensava della situazione Italiana. «O forse la carica di ministro corrisponde all'assegnazione coatta ad un sepolcro Imbiancato?», ha detto fra l'altro (La Stampa, 22 gennaio). Sepolcro imbiancato è, a occhio e croce, una buona parte d'Italia. Non conosco Giannini se non per quello che ne scrive 11 giornale; dubito che riesca, lui d un altro, a riformare e snellire quell'Immenso apparato girante a vuoto che è la burocrazia. Ma mi è simpatico, almeno per aver rivendicato il diritto di dire pane al pane e vino al vino. L. Benevagienna, Sesto San Giovanni (Mi) Nella guerra tra tv c'è anche il canone Nella polemica, non sempre molto chiara, fra tv di Stato e tv private ho l'Impressione che si continui a dimenticare il vecchio nodo del canone, né mi sento di riconoscere che una sentenza (mi pare della Corte Costituzionale) abbia risolto il caso una volta per tutte. Primo: radio e tv dovrebbero essere autosufficienti, pareggiando le spese con le entrate pubblicitarie (come stanno facendo le «locali»). Secondo: gli impianti, trasmettitori, antenne eccetera, installati dalla Rai nazionale servono anche alle private? Se si, queste paghino la loro parte. Terzo: se un telespettatore, ad esemplo, si limitasse a seguire i programmi televisivi privati, non avrebbe alcun senso pagare 11 canone alla Rai. E allora? Roberto Carli, Savona Al ristorante con fatturino Le proteste del ristoranti per la prossima ricevuta fiscale da rilasciare al cliente hanno forse qualche ragione, non fosse che per l'aspetto burocratico della faccenda, Non sarebbe stato molto più semplice trasformare 11 «conto» in una fatturina normale?. E non si dica che 1 ristoranti, piccoli e grandi, non sono in grado di tenere la contabilità,: chi non fa 1 conti degli incassi di giornata? Piuttosto, è probabile che qualche ristorante sarà si costretto a chiù, dere, ma non per la ricevuta fiscale: semplicemente perché perderà clienti a furia di alzare prezzi. Marco Parodi, Genova Il commercio è una colomba? Ho sempre ritenuto che la chiave degli avvenimenti sto rici, a partire dalle guerre, fosse di natura economica. I recenti fatti di Teheran e di Kabul lo confermano, essendo 11 petrolio il vero obiettivo, E perché sono cosi Incerte le ritorsioni, sollecitate dagli Usa? Perché gli Intrecci economici fra l'Occidente e l'Urss sono ormai sufficientemente fitti e ramificati da non poter essere sciolti senza danno per l'Occidente stesso. Che la futura pace (non so quanto futura) riposi davvero fra le maglie di una robusta rete commerciale? B. Bertoloni, Cuneo