Clinica per la fecondazione artificiale aperta tra due mesi negli Stati Uniti

Clinica per la fecondazione artificiale aperta tra due mesi negli Stati Uniti La «Società per il diritto alla vita» si oppone alla decisione Clinica per la fecondazione artificiale aperta tra due mesi negli Stati Uniti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Il governo ha autorizzato l'apertura della prima clinica americana per la fecondazione artificiale. La clinica, la «Suola di medicina della Virginia Orientale», inizierà la sua attività probabilmente tra due mesi. Già 11 donne si sono presentate per i primi esami e il suo direttore, il dr. Mason Andrews, ha annunciato che non ne verranno accettate più di 50 all'anno. Contro la decisione del governo, comunicata dall'ufficiale sanitario dello Stato della Virginia, il dottor James Kenley, ha presentato ricorso in tribunale la «Società per il diritto alla vita», che si batte normalmente contro l'aborto. La società ritiene la fecondazione «in vitro» non meno contro natura dell'interruzione medica della gravidanza. Il suo direttore, Charles Dena, ha definito la decisione del governo «un'infamia». La decisione è stata raggiunta prima a Washington poi a Norfolk in Virginia con un'interpretazione elastica di una vecchia legge che proibisce la gravidanza extramatrimoniale (la stessa che rifiuta la cittadinanza americana agli stranieri adulteri) e dei recenti regolamenti che proibisco¬ no la cosiddetta ingegneria genetica. Il direttore della clinica, Il dottor Andrews, ha detto che tutte le fecondazioni artificiali saranno controllate da una speciale commissione del ministero della Sanità. 'Saranno permesse come estremo rimedio — ha detto — alle donne che non potrebbero avere in altro modo la maternità». Per attuare il suo programma, la cllnica ha assunto sei ginecologi dell'ospedale di Baltimore, uno dei migliori d'America, e li ha mandati in Inghilterra a specializzarsi nella tecnica elaborata da due medici inglesi, il dottor Patrick Steptoe e il dottor Robert Edwards. Una bambina, Luise Brown, è nata nel luglio '78 dalla loro prima fecondazione artificiale: da allora, si sono registrate altre due nascite, una sempre in Inghilterra, l'altra In India. La clinica di Norfolk ritiene il procedimento sicuro, e ha stabilito un prezzo base di oltre 4 mila dollari, circa 3 milioni e mezzo di lire. Esso non include il ricovero per il parto e la nascita, che costano dai 1000 ai 2000 dollari in circostanze normali. All'annuncio della legalizzazione della fecondazione «in vitro» e dell'imminente apertura della clinica, nel gi¬ ro di 48 ore sono giunte al dr. Andrews 2500 richieste, che egli ha respinto in blocco fino all'81. Una delle 11 donne attualmente sotto osservazione (occorre stabilire con esattezza il loro ciclo mestruale), Jill Schroeder, di 31 anni, ha dichiarato: 'Sono certa che il mio bambino o la mia bambina sarà perfettamente normale. Non ritengo il procedimento contro natura, e penso che contribuirà a risolvere molti problemi familiari e coniugali». La tecnica della fecondazione artificiale ovvia innanzitutto all'occlusione dei tubi falloppiani, che impedisce al seme maschile di raggiungere l'uovo femminile. Essa consiste nelle rimozione con operazione chirurgica dell'uovo femminile maturo, nella sua fecondazione in vitro col seme maschile, e nel reinserimento dell'uovo femminile fecondato, dopo pochi giorni, nell'utero materno. In teoria, a partire da marzo o aprile chiunque potrebbe beneficiarne in America. In realtà, l'istituto della Sanità imporrà non solo rigorosi limiti medici, ad esemplo con esami psichiatrici delle pazienti, ma anche morali: solo le donne sposate ne usufruiranno, con consenso e col seme del marito. e. c.

Persone citate: Andrews, Charles Dena, James Kenley, Jill Schroeder, Luise Brown, Mason Andrews, Norfolk, Patrick Steptoe, Robert Edwards