Non solo umiliante, ma difficile ottenere la «patente di povero»

Non solo umiliante, ma difficile ottenere la «patente di povero» Polemiche sul contributo-riscaldamento ai meno abbienti Non solo umiliante, ma difficile ottenere la «patente di povero» Per aver diritto alle 150 mila lire stanziate dalla Regione, non basta essere bisognosi; occorre dimostrare di non aver figli o parenti «obbligati agli alimenti» - Una delibera ^oco chiara ha creato penosi equivoci tra i pensionati Come altri, e tristemente noti, interventi straordinari • una tantum.; anche l'erogazione di 150 mila lire per contributo riscaldamento ai meno abbienti rischia di naufragare in un mare di burocrazia e di polemiche. Contrariamente a quanto reso noto dal Comune, infatti, centinaia di cittadini con i requisiti richiesti vedono sfumare il sussidio dopo aver subito una specie di «terzo grado»: «Lei ha figli non conviventi? Sposati? E che cosa fanno? Dove abitano? Qual è la professione di suo genero? Sono loro che devono provvedere, la domanda; non sarà certamente accolta'. : Usciti dagli uffici competenti come ladri sorpresi in flagranza di reato, anziani pensionati e casalinghe protestano con il giornale per i dati inesatti: «Per evitare che' persone bisognose si facciano illusioni sui tanto strombazzati aiuti, sarebbe bene che queste clausole fossero ben precise» ha scritto, tra gli altri, una lettrice, a nome degli anziani genitori, facendo riferimento agli articoli pubblicati dalla Stampa. Ma poiché le notizie riportavano testualmente comunicati del Comune sull'argomento, abbiamo subito girato la domanda agli amministratori civici, che gestiscono l'erogazione del fondo straordinario stanziato con legge regionale il 31 ottobre scorso. Elencati in tre punti i livelli di reddito ed i requisiti econo mici degli aventi diritto, il co municato comunale del 7 gennaio scorso recitava: «/ cittadini che si trovino ai punti B e C, per ottenere il contributo per riscaldamento dovranno rivolgere domanda presso il Centro dei servisi sociali del proprio quartiere entro il 12 febbraio, corredando la docu mentazione economica sui propri redditi: Perché allora tante domande, si sono chiesti i pensionati respinti o, talvolta, bruscamente richiamati alla realtà di dolorose situazioni familiari («con mio figlio sono in rotta da 10 anni, ma non vado certo a raccontarlo davanti a tutti — ha confidato un anziano vedovo ad amici — piuttosto muoio di freddo'). Non si tratta di iniziative personali delle impiegate, ma di precise disposizioni comunali, sottolineano all'Assessorato all'assistenza. «Nella delibera — spiega la dottoressa Ouglielmini — è previsto che pi tenga conto del possibile contributo da parte dei parenti "obbligati agli alimenti". Per intenderci, quelli previsti dall'art. 433 del codice civile. Se poi i parenti non possono provvedere perché a loro volta indigenti o con famiglia numerosa a carico si vedrà che cosa fare: ma prima bisogna che si controllino le dichiarazioni di chi richiede il contributo'. Un lavoro pesante. E se' l'anziano dichiara il falso, dicendo di non avere figli sposati? E se i figli sposati vivono all'estero, o comunque lontani? Sono in grado i Centri di servizio sociale di effettuare controlli tanto lunghi, complessi ed anche costosi? «ATot speriamo che tutti dicano la verità — confidano in assessorato — e che la disonestà non sia premiata: A parte il coniuge, sono tenuti a prestare gli alimenti, secondo il codice civile, i figli legittimi o legittimati, e in loro mancanza i discendenti prossimi, i genitori o gli ascendenti prossimi, i generi e le nuore, il suocero o la suocera, i fratelli e le sorelle germani o unilaterali. Ma non sempre tra parenti c'è buona armonia. Certi rapporti tra suocero e genero non sono fantasie degli umoristi, purtroppo, e spesso l'anziano, per pudore, non chiede aiuto al parente. «Se ci vengono prospettati casi simili, come già accade per l'assistenza continua — aggiunge la dot- toressa Guglielmini — controHeremo». A questo punto c'è il rischio fondato che lo sforzo maggiore, anche dal punto di vista economico, venga disperso nell'attività di controllo e di indagini condotta dal personale. Come non si può escludere, dubitando dell'effettiva capacità di ricerca, che finiscano per essere premiati i disonesti, autori di dichiarazioni non veritiere, e che. in caso positivo, il contributo arrivi poi al destinatario per il riscaldamento dell'inverno 1980-'81. A meno che la maggior parte degli anziani indigenti non arretri davanti a tutte queste difficoltà, rinunciando in partenza al contributo. Un'ipotesi che ha suggerito malignità ed accuse di demagogia all'iniziativa: «Tanta pubblicità con poca spesa, quando probabilmente gli unici con i requisiti per il contributo erano, fin dall'inizio, quei diseredati che già fruivano di integrazioni del minimo vitale o alimentare'. Cosi l'iniziativa dì legge regionale, gestita dal Comune, è bersagliata da accuse. All'origine delle polemiche, in fondo, c'è soltanto l'equivoco di, comunicati incompleti e la volontà di non aiutare, con fondi pubblici, cittadini che bisognosi non sono. Di evitare abusi, insomma: ma nel triste livellamento economico della terza età, com'è difficile ed anche umiliante ottenere la patente di povero. Roberto Reale

Persone citate: Guglielmini