La Nato ripropone a Mosca i negoziati per la limitazione degli euromissili di Renato Proni

La Nato ripropone a Mosca i negoziati per la limitazione degli euromissili Un ramoscello d* ulivo che probabilmente i russi respingeranno La Nato ripropone a Mosca i negoziati per la limitazione degli euromissili DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Potrebbe essere un ramoscello d'ulivo l'offerta alla Russia, ripetuta, ieri dalla Nato, di iniziare i negoziati sul controllo e la limitazione degli euromissili. Ma potrebbe anche essere un esercizio di relazioni pubbliche all'americana, per dimostrare che è Mosca a volere la «seconda guerra fredda», dato che l'Urss quasi certamente rifiuterà la nuova offerta di Bruxelles, come già fece il 3 gennaio. L'offerta di negoziati, sempre definita «serta» dagli alti funzionari americani, è stata formulata dopo una riunione di due giorni del «Gruppo consultivo» della Nato creato il 12 dicembre, quando gli alleati decisero di procedere con la costruzione e la dislocazione di 572 Cruise e Pershing in Germania, Inghilterra e Italia, e allo stesso tempo di negoziarne con Mosca la limitazione, in cambio di simili controlli sugli SS-20 e sui bombardieri Backfire sovietici. A presiedere la riunione è venuto da Washington Reginald Bartholomew, esperto del Dipartimento di Stato per gli affari militari e politici. La Nato, dunque, non accetta il primo «no» sovietico e ribadisce la sua volontà di negoziare in un momento di grave tensione internazionale per l'invasione sovietica dell'Afghanistan ed anche per l'assegnazione al domicilio coatto del premio Nobel Sacharov. Ma, ha detto un portavoce, non sarà il segretario di Stato americano Cyrus Vance a presentare la nuova offerta al rappresentanti del governo sovietico, come avvenne a metà dicembre, ma l'iniziativa sarà lasciata ad un comunicato redatto dall'ufficio del portavoce. Iniziativa a basso livello, quindi, che potrà essere respinta con poche righe sulle Isvestia. In verità la Nato, espletato questo nuovo tentativo procedurale, si prepara con assoluta convinzione a costruire e a dislocare (entro tre anni) i missili americani capaci di colpire l'Urss dalle rampe europee. Anzi, la Nato sfrutterà questo periodo in cui è praticamente impossibile il negoziato tra Washington e Mosca per tacitare l'opposizione agli euromissili. Tra cinque mesi, per esempio, il Belgio dovrà dire se accoglierà o no sul suo territorio 48 Cruise. Il governo belga, di fronte alla «crescente minaccia militare sovietica*, come dicono qui, non sarà convinto ad accettarli? E l'Olanda, che temeva di offendere la Russia.l e il proprio movimento ecologico, resterà sulle posizioni di intransigenza verso i missili che aveva due mesi fa? Già, perché la difesa dell'Europa potrà non cominciare a Kabul, ma si pensa ancora che cominci almeno a Berlino e sul Reno. Tuttavia il quadro è un po' più complesso. Intenzioni americane a parte, nessuno proibisce ai russi di accettare l'offerta della Nato e di spezzare cosi la perversa spirale delle ritorsioni che ci sta riconducendo alla guerra fredda. Di fatto i diplomatici americani riaffermano la volontà di Washington di procedere nel rispetto degli accordi Salt-2 (anche se la loro ratifica è stata rinviata) ed avviare al più presto i Salt-3. L'equilibrio strategico mondiale, si può dedurre, non viene menomato dalla crisi di Kabul, perché è in gioco la sicurezza delle superpotenze. Inoltre si mantengono intatti i canali diplomatici che, forse dopo le elezioni presidenziali americane di novembre, dovranno essere riattivati per forza ineluttabile di cose. Quindi il risultato della riunione di ieri della Nato è un importante indicatore politico in questo momento. Renato Proni

Persone citate: Cruise, Cyrus Vance, Sacharov, Washington Reginald Bartholomew