Una mostra dell'accendino dal milleseicento fino a oggi

Una mostra dell'accendino dal milleseicento fino a oggi Aperta al Castello Sforzesco di Milano Una mostra dell'accendino dal milleseicento fino a oggi MILANO — «Speriamo che la dimensióne del Prometeo moderno non consista nell'accendersi una sigaretta», diceva, ieri, una visitatrice della mostra «Dall'acciarino all'accendino», allestita al castello Sforzesco, il richiamo a Prometeo non era dovuto tanto a reminiscenze classiche quanto a un esplicito riferimento sul «mito del furto del fuoco» contenuto In una didascalia, nelle bacheche. Prometeo a parte, la mostra è divertente, e anche interessante. La parte più consistente è la collezione di Francesco Andreoti: duemila pezzi. Accendini su modelli in miniatura di aerei, navi, automobili, lampade, cannoni, armature, carri armati, missili, proiettili, bombe, animali, calamai, orologi, stivaletti; uno a forma di gamba di donna con giarrettiera; qualcuno a bottiglietta, con le immancabili lattine di birra e coca cola. I pezzi più belli di tutti sono quelli con miccia di lana, in metallo e legno: originali come linea, allegri di colore, non ingombranti, non pretenziosi. Cartier presenta una serie di pezzi contemporanei e l'esemplare più antico della rassegna: anteriore al 1600, l'accendino è interamente in legno con l'estremità dello stoppino incastrata su una placca di legno. Cinque testimonianze del secolo successivo, fra cui uno francese, da tavolo, fornito di meccanismo a pistola con pietrina. Fra i numerosi pezzi del '700, uno tibetano, con cabochon in corallo e sacchetto in cuoio ed un altro giapponese a pietrina a forma di guscio di noce. Altri provengono dall'Afghanistan e dal Medio Oriente. Uno è della vecchia Milano: «il rattin» congegno a rotella che. a fine Ottocento inizio Novecento, serviva ad accendere le fiamme di lampioni in galleria Alcune bacheche ricordano i cerini (fra cui la serie realizzata per l'inaugurazione della stazione centra¬ le nel 1933). Provengono dagli archivi della Saffa. La mostra è stata organizzata dalla Biblioteca Trivulziana, in collaborazione con la «Tobako spa» dagli archivi della prima sono tratte alcune opere a stampa datate del medesimo periodo su alcune opere esposte. Fra esse del toscano Lorenzo Maria Pagliarinl «il fuoco ristretto, et unito, discorso pratico di matematica in cui si dimostra con facilità un nuovo modo di far fuoco», (edita a Roma nel 1694) e del gesuita Paolo Casati •dissertationes phisicae de igne» pubblicata in Gei-mania nel 1688. Ci sono anche decreti dei duchi di Milano con i quali si dispone il festeggiamento «con fuochi e processioni» per battaglie vinte; un libro (del XVII secolo) tratta del fuoco nei sistemi filosofici e nella magia; un manoscritto del Porta elogia, in versi milanesi, l'acciarino; un altro ricorda il fuoco nelle insegne araldiche del '500. o. r.

Persone citate: Andreoti, Cartier, Lorenzo Maria, Paolo Casati

Luoghi citati: Afghanistan, Medio Oriente, Milano, Roma