Un terrorista tedesco accetta di parlare dei legami con le Br
Un terrorista tedesco accetta di parlare dei legami con le Br Il giudice romano Claudio D'Angelo lo interrogherà in Germania Un terrorista tedesco accetta di parlare dei legami con le Br E' Rolf Heissler, in carcere perché sospettato per i delitti Schleyer, Ponto, Buback - Al momento dell'arresto, a Francoforte, aveva una carta d'identità falsa, dello stesso stock di quelle che furono trovate a Roma in via Gradoli e addosso a Morucci e alla Faranda ROMA — Viaggio del giudice istruttore Claudio D'Angelo in Germania: un esponente di primo piano della Raf ha accettato di rispondere alle domande del magistrato italiano, impegnato nelle indagini sul terrorismo. Si chiama Rolf Heissler. è nato nel '48 a Bayreuth, è detenuto in un carcere tedesco perché sospettato di aver partecipato al sequestro Schleyer. all'omicidio del banchiere Jurgen Ponto e del procuratore Buback. Difficile sapere con esattezza quali elementi abbiano portato in Germania il giudice D'Angelo. E' stato chiamato perché Heissler ha deciso di parlare? E' il magistrato che ha voluto sentirlo in seguito a una pista nata in Italia? A palazzo di Giustizia non è filtrato niente, al di là del nome del terrorista tedesco e del fatto che il viaggio di D'Angelo toccherà anche l'Austria e la Svizzera. E' chiaro comunque che sono in pieno svolgimento le indagini sui collegamenti fra partito armato in Italia e suoi collegamenti col terrorismo internazionale. Già la storia di Heissler può fornire qualche indicazione. Faceva parte del gruppo «2 giugno» e fu uno dei «privilegiati» terroristi che 11 governo tedesco accettò di espellere in cambio della vita del deputato Peter Lorenz. Nel marzo del '75. Heissler. che era in carcere per una rapina compiuta nel '71 a Monaco, ottenne di esser mandato a Aden, nello Yemen del Sud, insieme con Gabriele Tiedeman, Verena Becker. Rolf Pohle e Ingrid Siepmann. Li, secondo i servizi segreti tedeschi, furono tutti e cinque addestrati nei campi della guerriglia. Passati gli anni più caldi del terrorismo tedesco, le tracce di Heissler ricompaiono nel maggio dell'anno scorso, quando in un covo di Norimberga è uccisa Elizabeth Von Dick: nella sua borsa gli agenti trovano un documento d'identità che proveniva da uno stock di carte rubate nel '72 in provincia di Como. Da Norimberga la polizia arriva, a distanza di un mese, in un appartamento di Francoforte. Li si nascondeva Heissler. che tentò di usare la Smith Wesson, ma fu subito ferito dagli agenti. In tasca aveva una carta d'identità italiana, dello stesso stock di quella della Von Dick. Della stessa partita erano i documenti trovati in via Gradoli, a Roma, e quelli in possesso di Valerio Morucci e Adriana Faranda. Si tratta dunque di un personaggio di primo piano dell'organizzazione eversiva te¬ desca, che sarebbe rimasto in contatto molto stretto, e fino a tempi recentissimi, con le Brigate rosse. Se ha deciso di parlare, le cose che può raccontare sono molte, compresa la partecipazione tedesca alla strage di via Fani. Anche in Germania, del resto, sono da tempo in vigore leggi che alleggeriscono la posizione dei terroristi «pentiti», che collaborano alle indagini in maniera «costruttiva». Più oscure le ragioni delle tappe svizzere e austriache di D'Angelo. A Vienna è ancora detenuto un criminale comune che ha parlato col procuratore capo De Matteo, offrendo una pista per l'assassinio del colonnello Varisco. In Svizzera invece sono in corso le indagini sulla centrale di Zurigo a cui facevano riferimento una parte dei terroristi italiani, secondo quanto è scritto nella requisitoria del sostituto procuratore generale di Roma. Guasco. „ t S. D.
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