Chaban-Delmas lascia Mosca
Chaban-Delmas lascia Mosca Chaban-Delmas lascia Mosca (Segue dalla l'pagina) più o meno interessatamente tra le responsabilità degli Stati Uniti e quelle degli europei. Il comunicato ufficiale trasmesso dall'agenzia Tass gettava il primo sconcerto: in. poche righe e con un tono che contrastavano con l'ampio rilievo dato all'arrivo, il giorno precedente, parlava di un incontro «svoltosi in un'atmosfera di sincerità e di amicizia». Nel gergo diplomatico la «sincerità» sta per «franco disaccordo». All'ambasciata francese non erano meno laconici. «Qualsiasi comunicato sarà diffuso ufficialmente. Per il momento non ci sono dichiarazioni», rispondeva al telefono un portavoce. Bella differenza con l'euforia di appena qualche ora prima. «Sono giunto a Mosca come fedele portatore delle idee del generale De Gaulle, come l'uomo convinto che niente possa impedire lo sviluppo delle relazioni tra la Francia e l'Urss», aveva dichiarato ChabanDelmas arrivando all'aeroporto. E alle domande dei colleghi francesi sulle difficoltà dell'attuale momento internazionale, aveva risposto: «Le difficoltà esistenti oggi nel mondo costituiscono una ragione in più per venire qui a discutere i problemi attuali». Alain Poher ed Edgar Faure, i presidenti che negli anni passati lo avevano preceduto a Mosca, avevano avuto maggiore fortuna. Il programma di Chaban-Delmas è saltato appena cominciato. Durante dieci giorni doveva viaggiare da Mosca a Volgograd, la vecchia Stalingrado, a Bakù, a Leningrado. Le municipalità di quelle città avevano già preparato le accoglienze, insieme a funzionari dell'ambasciata francese nella capitale. Ma, dicono fonti vicine all'ambasciata, già quando Chaban ha cominciato ad esporre il suo punto di vista sulla presenza sovietica in Afghanistan a Breznev, il clima ha cessato di essere propizio. Infine, il presidente dell'Assemblea Nazionale non ha tollerato che proprio mentre stava riunito con il presidente sovietico la polizia andasse a prendere Andrei Sacharov. «Non posso parlare qui, per rispetto al principio della non ingerenza negli affari interni di un altro Paese. Ma tanto meno posso restare indifferente di fronte ad episodi che violano altri miei non meno profondi principi. Di Sacharov parlerò a Parigi, appena arrivato», è quanto ha detto Chaban-Delmas ai giornalisti francesi. Ed è partito con un aereo dell'Air France che ha lasciato Mosca poco prima delle ore 18. In un clima ben diverso da quello in cui era arrivato e che rappresenta il termometro della rapidità con cui in questi giorni va deteriorandosi una situazione internazionale costruita durante anni e anni di pazienti sforzi diplomatici e politici. Un'ultima conferma di ciò è venuta dalla perplessità che ha accompagnato l'annuncio della partenza per Parigi, sullo stesso aereo del presidente del Parlamento francese, del primo vicario del ministro degli Esteri sovietico, Georgij Marko vich Kornienko. Atteso fin dal 10 gennaio all'Eliseo per fornire ulteriori informazioni sulla situazione afghana, Kornienko si trova adesso a dover andare a Parigi nel momento meno opportuno, con il rischio di trovarsi a fronteggiare una situazione senza sbocchi. Sembra che tali considerazioni avessero indotto il governo sovietico a rinviare la sua partenza e, co- . par munque finisca per decidere, l'episodio aggiunge un'altra difficoltà sugli improvvisamente appesantiti rapporti tra sovietici e francesi. Livio Zanotti Andrei] Sacharov
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