Il ministro lombardi ni sollecita a «chiudere» il caso tangenti Eni
Il ministro lombardi ni sollecita a «chiudere» il caso tangenti Eni Per rilanciare la funzione dell'ente Il ministro lombardi ni sollecita a «chiudere» il caso tangenti Eni ROMA — «Ritengo sia urgente che si chiuda la "vicenda", di cui si è parlato già troppo, e che nel giro dì pochi fiorni ritorni la certezza per quanto riguarda la responsabilità e la fumionalità dei vertici dell'Eni: Lo ha affermato il ministro delle Partecipazioni Statali, Siro Lombardini, in merito alla vicenda sull'approvvigionamento di greggio dall'Arabia Saudita. Intervenendo ad un incontro con i dirigenti del gruppo Eni per discutere su: «I compiti e le funzioni dell'Eni di fronte agli attuali problemi dell'economia», Lombardini ha affermato che occorre rilanciare, all'interno e all'estero, la funzione dell'Ente e la rappresentatività dei suoi organi. Per quanto riguarda gli or- gani, il ministro ha sottolineato che la loro attività dovrà ispirarsi ad un'effettiva «collegialità». Lombardini non ammetterà mai nessuna deroga a questo principio in favore di qualche organo: Non autorizzerò mai — ha sottolineato — deleghe specifiche ai singoli membri della giunta, e se non avrò i mezzi per farlo, me li procurerò». -Occorre preservare l'equilibrio — ha aggiunto — tra i diversi organi istituzionali dell'Ente e ciò per evitare, da un lato, la monarchia assoluta del presidente ma, dall'altro, per evitare che il presidente diventi un burattino nelle mani della giunta». Per il ministro delle Partecipazioni Statali, «occorre un rafforzamento dell'Eni come operatore fondamentale della polìtica energetica». Secóndo Lombardini, l'ente deve mantenere altre attività per «ragioni sistematiche», cioè deve poter offrire, soprattutto agli interlocutori stranieri, un complesso di attività che possano costituire, integrate, un vero polo di sviluppo economico e industriale. Proprio per questo motivo il ministro respinge le proposte secondo le quali il gruppo dovrebbe vendere le aziende che vanno bene. Ma ciò non significa, a detta del ministro, che l'Eni debba compiere azioni di salvataggio nei confronti di altre aziende italiane: «Ho evitato che l'Eni fosse indotto — ha sottolineato — a compiere operazioni di salvataggio, come quella per la Mach. Ho acconsentito, invece, che l'Eni acquistasse impianti della Mach che possano essere utili all'economicità dell'intero gruppo. Mi sono anche battuto —ha continuato — per evitare il salvataggio della Sir in assenza di un piano chimico. Se nell'ambito di questo piano, apparirà opportuno che l'Eni acquisti alcuni impianti della Sir, allora io darò il benestare». »Per Ottana — ha spiegato il ministro — il problema si poneva in altri termini. La Montedison stava attuando una politica di disimpegno dal settore delle fibre. La situazione poteva concludersi come quella che ha caratterizzato l'ex Egam. Abbiamo proceduto facendo sapere alla Montedison che non si illudesse di lasciare il settore e che il governo avrebbe permesso consorzi di risanamento senza un piano delle fibre. Ora che il piano è pronto, e verrà discusso al ministero dell'Industria la prossima settimana, ho consegnato al Consiglio dei Ministri il decreto che assegna all'Eni 160 miliardi per il risanamento di Ottana».
Persone citate: Lombardini, Siro Lombardini
Luoghi citati: Arabia Saudita, Ottana, Roma
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