Antiterrorismo alla Camera si discute tra scontri e urla di Alberto Rapisarda

Antiterrorismo alla Camera si discute tra scontri e urla I radicali non rinunciano alPostruzionismo Antiterrorismo alla Camera si discute tra scontri e urla ROMA — E' cominciato in modo tempestoso il dibattito sul decreto contro il terrorismo ieri pomeriggio alla Camera. C'era già tensione a Montecitorio. La prospettiva di dovere affrontare molte notti insonni per cercare di contrastare l'ostruzionismo preannunciato dai radicali per far decadere il decreto rendeva nervosa la maggior parte dei deputati. Quando è giunto in aula il radicale Tessali, urlando: 'Hanno arrestato quattro deputati nostri* è successo il pandemonio. Tessali, in modo drammatico, aveva strappato il microfono al suo collega De Cataldo che stava parlando in quel momento, per dare l'annuncio. Ma la presidente Nilde Jotti gli toglieva la corrente. Scattava, come ormai avviene con frequenza, l'allarme e la chiamata dei commessi in aula per impedire che deputati radicali e i vicini comunisti venissero alle mani. Frasi ingiuriose venivano scambiate dai radicali sia con i comunisti, sia con l'on. Arnaud democristiano. Infine, la presidenza assicurava che avrebbe accertato cosa era avvenuto ai quattro deputati radicali di cui si denunciava l'arresto, e tornava la calma. Era avvenuto questo: gli onorevoli Aglietta, Crivellini, Roccella e Teodori, erano usciti sulla piazza antistante Montecitorio dove c'erano 16 giovani del pr che dimostravano con striscioni, attorniati da agenti e carabinieri. Il commissario presente assicurava che aveva avuto l'ordine di far sgomberare la piazza. I deputati chiedevano perché, e tutti venivano caricati sui cellulari dagli agenti che non avevano capito di avere a che fare con parlamentari. Il commissario si accorgeva quasi subito dell'errore e bloccava gli automezzi mentre stavano per recarsi in questura invitando i deputati a scendere. L'.arresto» dei quattro radicali parlamentari annun ciato in aula era durato meno di cinque minuti. Mentre i radicali utilizzavano questo incidente per alzare ancor più la voce contro i provvedimenti antiterrorismo che danno più poteri alla polizia, tra gli altri partiti si avviavano tentativi per cercare una soluzione che eviti la decadenza del provvedimeli to. Tutti danno infatti per scontato che nulla si può opporre anche ad un gruppetto di soli 18 deputati, se sono fermamente decisi a fare ostruzionismo per bloccare una legge, sulla base dell'attuale regolamento della Camera. Nella discussione che si apre da oggi (ieri sono state discusse sei pregiudiziali di o costituzionalità di pdup e radicali) i radicali potranno parlare per tutto il tempo che vogliono, fin quando hanno fiato. «Ci proponiamo di battere ogni record* ci preannunciava l'on. Melega. Il record di durata è detenuto finora dal missino Almirante, che ha parlato una volta per 8,15 ore filate. Tra i radicali il più loquace è stato l'on. Mellini (avvocato) con ore 4,05. Con le loro sole forze i radicali sono in grado di far durare il dibattito fino al 14 febbraio, quando il decreto decadrà. Che fare per ostacolarli? Il governo sarebbe propenso a porre la questione di fiducia, che grazie ai meccanismi del regolamento potrebbe ridurre la durata del dibattito. Ma non sembra a tutti una scelta felice. Soprattutto perché tra i socialisti serpeggia nuovamente inquietudine e malessere. Una parte del gruppo del psi (la sinistra) con il voto segreto potrebbe votare contro. Per questo, ieri, il capogruppo socialista Balzamo (craxiano) ha preso l'iniziativa di cercare un accordo con tutti i partiti per trovare una soluzione che eviti sia l'ostruzionismo sia il voto di fiducia. Accompagnato da Labriola, Balzamo si è incontrato con i ministri democristiani Morlino e Darìda per preannunciare il tentativo. I socialisti propongono che il decreto, già approvato dal Senato, venga modificato in modo più «liberale» a proposito di: fermo di polizia; rastrellamento di quartieri; carcerazione preventiva. Questa mattina i socialisti si incontrano con comunisti, repubblicani e radicali per cercare un punto comune di accordo. Se l'iniziativa di Balzamo dovesse fallire, nel gruppo socialista si aprirà di nuovo una spaccatura, che ricalcherà quella del Comitato centrale. Diceva 11 lombardlano Bassanini: «Se il governo accetta le modifiche proposte dal psi il partito è disposto a dare un voto di fiducia "tecnica" d'intesa con gli altri partiti della sinistra sul testo emendato. Se il governo non accetta, alcuni di noi, come Mancini, Achilli ed io stesso sosterremo la necessità di votare contro». A tarda sera il capogruppo democristiano ha chiesto e ottenuto la «seduta continua» per la discussione sul decreto Alberto Rapisarda

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