Ci sono speranze di salvare le aziende Gepi in Piemonte
Ci sono speranze di salvare le aziende Gepi in Piemonte Un incontro in Regione con Pente di Stato Ci sono speranze di salvare le aziende Gepi in Piemonte Sono 8, hanno complessivamente 6 mila dipendenti con un'eccedenza di 6-700 - Si invoca il decollo del piano per l'elettronica Una società straniera sembra interessata alla «IB-mei» di Asti TORINO — Vertice per le aziende Oepl In Piemonte dopo che, a Roma, si era sparsa la notizia di una possibile condanna di sette Imprese dell'Italia settentrionale. L'incontro si è svolto in Regione e — dice l'assessore al lavoro Alasia che lo ha presieduto — «non è stato inutile». Nel senso che i responsabili dei vari settori Oepl — dott. Capuani per 11 tessile, ing. Zucoll per l'elettronica e componentistica, avv. Riccio per il meccanico e architetto Cecchl per il tessile-abbigliamento — hanno esposto i programmi della società statale che si propone il risanamento delle industrie malate e la loro r iimmis sion e nell'attività produttiva. In Piemonte la Oepl gestisce le otto aziende che compaiono nella tabella e tutte hanno problemi; ma per tutte, hanno confermato i responsabili venuti da Roma, ci sono progetti di risanamento. «Abbiamo appreso con soddisfazione — dice Alasia — che la Pep Rose di Borgomanero non è nella lista delle aziende condannate come temevamo*. All'incontro di ieri mattina erano presenti i membri delle segreterie regionali Cgil Perini, Cisl Avonto e Uil Torresini e 1 consigli di fabbrica di tutte le aziende interessate. Di ciascuna è stata fatta un'analisi dettagliata con le prospettive di soluzione. Complessivamente le otto aziende Oepi hanno circa 6 mila dipendenti di cui si calcola che 6/700 siano eccedenti rispetto alle ipotesi di soluzione dei loro problemi. Si tratta di avviare gli altri ad altre attività secondo un criterio di mobilità che richiede un adeguato addestramento. Nel caso Sei Oeri, ex Singer, per esempio, la Regione è già intervenuta con una spesa di 372 milioni per corsi di addestramento professionale in favore dei dipendenti che sono passati ad altre attività e si ritiene che entro l'anno si raggiungerà il mezzo miliardo. E' anche per questo motivo che la Regione ha chiesto di essere presente sempre a tutte le fasi delle trattative per 11 salvataggio e il successivo cambio di gestione dell'azienda. •Anche per quanto riguarda problemi territorialU precisa Alasia ricordando che un'ipo- tesi, poi purtroppo caduta per 11 passaggio di 230 della Singer alla produzione di circuiti stampati, aveva come presupposto anche un nuovo insediamento industriale. Quali prospettive ci sono? Dice Alasia: «Ci sono alcune difficoltà per la Magnani e Tedeschi; per la Manifatture Lane (ex Bona) di Carignano, ci sono invece trattative in corso e alcune prevedono anche un forte impiego di capitali*. E per le altre? «Per la I B Mei una società di consulenza ha presentato un'intéressante proposta di un'azienda straniera; per la Seimart le proposte si rifanno all'applicazione della legge 675, soprattutto al piano di settore per l'elettronica, mai decollato e che è richiesto anche dall'accordo Olivetti.. L'incontro di ieri è stato soltanto il primo di una serie che ora sarà articolata settore per settore secondo il seguente calendario: 5 febbraio settore meccanico (Sei Oeri ex Singer, I B Mei, Sair ex Falconi); 14 febbraio elettronica e componentistica (Sei- mart). Per il settore tessile (Pep Rose, Remmert, Magnoni e Tedeschi, Manifattura di Carignano) l'incontro si svolgerà tra 11 4 e l'8 febbraio. Si attendono Infatti le conclusioni di un esame nazionale che riguarda la situazione di tutto il settore. Domenico Garbarino
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