Cgil-Cisl-Uil chiedono che l'Urss ritiri le truppe dall'Afghanistan

Cgil-Cisl-Uil chiedono che l'Urss ritiri le truppe dall'Afghanistan Alla manifestazione per la pace svoltasi ieri sera a Roma Cgil-Cisl-Uil chiedono che l'Urss ritiri le truppe dall'Afghanistan Non tutti i presenti hanno però applaudito la richiesta di condanna dell'Unione Sovietica Marianetti, Marini e Ravecca hanno chiesto anche che il governo si faccia protagonista nella battaglia per la riduzione degli armamenti - Presenti un migliaio di delegati ROMA — Circa un migliaio di attivisti sindacali e «quadri» della Federazione unitaria, oltre a delegazioni giunte da tutta Italia per portare gli striscioni, e fare atto di presenza, hanno partecipato ieri sera alla manifestazione per la pace indetta dalla CgilCisl-Uil in un cinema teatro della capitale. La formula della manifestazione (a inviti) ha causato, nei giorni scorsi qualche polemica, in particolare da parte di consigli di fabbrica che avrebbero preferito un tipo di espressione meno ristretta, una marcia, per esempio, per coinvolgere e rendere partecipe del problema anche l'uomo della strada. La «manifestazione per la pace» si è svolta secondo canoni ormai rituali. Al tavolo della presidenza c'erano Lama, Camiti e Benvenuto, in prima fila l'ex segretario della Clsl Macario, ora parlamentare europeo. Oli interventi però sono stati compiuti da Marianetti (Cgil), Marini(Clsl) e Ravecca (Uil). E' stata ribadita la richiesta, già espressa nel giorni scorsi, di un immediato ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan, e gli oratori hanno chiesto che il governo si faccia protagonista nella battaglia per la riduzione degli armamenti. •Che l'equilibrio si fermi al livello più basso» ha detto Franco Marini, ricordando che l'invasione sovietica è da condannare, come quella del Vietnam e della Cecoslovacchia. Non tutta la sala si è unita nell'applauso; circa la metà è rimasta «fredda» di fronte all'accostamento fatto dall'oratore. «Chi parla di una necessità di mobilitazione più generale delle masse — ha proseguito il sindacalista — coglie una delle difficoltà del sindacato in questo momento ed in questo Paese». n leader Clsl ha concluso facendo riferimento alle que stioni della povertà e dello sviluppo: «/ cani e i gatti dei Paesi più ricchi hanno diritto a consumare più proteine dei bambini dei Paesi poveri», per sottolineare che solo in un equilibrio maggiore a livello mondiale vi possono essere i presupposti della pace. «Senza pace non ci sarà mai progresso». Questa tesi è stata la linea centrale dell'Inter vento di Lino Ravecca (Uil), che ha lanciato l'idea di una sottoscrizione per aiutare chi in Afghanistan si oppone ai sovietici: «Una sottoscrizione come per il Vietnam e il Cile». La sala ha accolto con battimani poco nutriti la proposta, Oltre a lanciare l'idea di un'iniziativa di pace che parta dalla Confederazione europea dei sindacati, Ravecca ha affermato che «questa manifestazione deve essere l'inizio di un dibattito e di un confronto in tutti i luoghi di lavoro, per aiutare concretamente i popoli in difficoltà». Per ultimo ha parlato Marianetti (Cgil) che ha svolto un intervento di riflessione sul sindacato e sulle forze politiche. C'è da registrare una novità, costituita da «valutazioni largamente comuni, ad un alto grado di unità, del sindacato, sull'insieme dei problemi della pace. Sull'invasione sovietica dell'Afghanistan il giudizio di condanna ha accomunato tutte le forze politiche popolari: ciò costituisce — ha detto 11 segretario generale aggiunto della Cgil — un fatto di grande valore e determina un fattore di sviluppo più generale nei rapporti fra le forze politiche». Marco Tosatti Veronese precisa "No al sabato lavorativo Fiat" ROMA — «Un recupero di produttività o di maggiore efficienza da parte della Fiat può essere ricercato attraverso un miglior utilizzo degli impianti, una diversa organizzazione del lavoro (cioè meno rigida, vincolata e alienante), una articolazione diversa degli orari e dei riposi, in particolare favorendo lo scaglionamento delle ferie». Lo ha detto il segretario nazionale della Firn, Silvano Veronese, In relazione ad alcune sue frasi riportate dall'agenzia Adn-Kronos, e che — ha affermato — «erano state male interpretate» soprattutto per quanto riguarda il problema del «sabati lavorativi». Veronese ha precisato infatti che 11 recupero «non può e non deve richiedere un aggravamento delle condizioni di lavoro regolate da accordi sindacali, né può far pensare alla Fiat di incrementare i volumi produttivi ricorrendo a strumenti eccezionali, limitati e straordinari come alcuni "sabati lavorativi"». «Se in futuro la Fiat — ha concluso Veronese—nell'ambito di una politica di espansione e rilancio dovesse garantire concretamente maggiori certezze all'espansione occu pativa nel Mezzogiorno, la Firn non potrebbe non tener conto di qualche eventuale necessità di maggiore elasticità in merito agli orari». Della situazione Fiat si è parlato nella riunione di se gre te ria della Firn che si è tenuta nel pomeriggio di ieri.