«Occorre più sicurezza» per le centrali nucleari
«Occorre più sicurezza» per le centrali nucleari Il rapporto della Commissione consultiva «Occorre più sicurezza» per le centrali nucleari I piani di emergenza previsti dovranno essere «aggiornati» ROMA — Anche se in Italia •i presupposti tecnici delle pianificazioni di emergenza appaiono adeguati alle esigenze di sicurezza e salvaguardia della popolazione», gli attuali plani per le centrali nucleari «non appaiono idonei a conseguire appieno le proprie finalità e vanno pertanto revisionati ed aggiornati con la partecipazione delle Regioni e degli enti locali». E' questo il parere della «Commissione consultiva per la sicurezza nucleare», che nel suo rapporto risponde anche al quesito. «Dica la Commissione se i criteri per gli interventi di emergenza siano adeguati alle esigenze di sicurezza e salvaguardia delle popolazioni». Il rapporto della Commissione, presieduta dal professor Carlo Salvetti, servirà da base per le discussioni della «Conferenza nazionale sulla sicurezza nucleare», che si aprirà a Venezia venerdì prossimo. La relazione è stata resa pubblica la settimana scorsa. Per quanto riguarda le eventuali fughe di radioattività, secondo la relazione va attribuita «debita attenzione al fatto che è maggiore la probabilità che si verifichino rilasci "bassi" piuttosto che "elevati"». Perciò è necessario, secondo il rapporto, organizzare efficaci servizi di rilevamento delle radiazioni, nonché sistemi per prevedere la possibile evoluzione degli eventi all'Interno delle centrali, «anche al fine di fornire il necessario supporto tecnico all'autorità preposta alla gestione dell'emergenza». Oltre alla revisione della legge attuale, In modo da far partecipare Regioni ed enti locali ai piani, la Commissione chiede che la popolazione sia informata «per tempo e in modo completo di tutti gli aspetti connessi con lapresenza sul territorio di una centrale nucleare, nonché sul contenuto dei piani di emergenza». La relazione aggiunge, che di recente il ministero degli Interni ha deciso che i «piani di emergenza» non vanno più considerati «riservati» e che ai lavori della Commissione provinciale che li redige pos< sono partecipare anche gli enti locali. Infine, secondo la Commissione, i piani devono prevedere "la predisposizione di adeguati presidi sanitari locali» anche per far fronte agli stati emotivi; l'organizzazione di idonei collegamenti informa, tivi fra i vari organismi e ver so il pubblico; verifiche ope rati ve dei piani con esercita zioni. Nella relazione di minoran za, due dei 14 componenti della Commissione, 1 professori Giorgio Nebbia e Carlo Mussa Ivaldi, affermano che i piani delle quattro centrali esistenti in Italia «non offrono garanzia di efficace applicazione e risultano inadeguati». Nebbia ha chiesto anche la «sospensione» del funzionamento delle centrali di Latina e di Caorso, le uniche attualmente in esercizio.
Persone citate: Carlo Mussa Ivaldi, Carlo Salvetti, Giorgio Nebbia
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