Pm: il terrorista Piantone sarà accusato dell'omicidio Cotugno e di altri 2 attentati di Claudio Cerasuolo

Pm: il terrorista Piantone sarà accusato dell'omicidio Cotugno e di altri 2 attentati Verso la conclusione l'istruttoria per l'assassinio della guardia Pm: il terrorista Piantone sarà accusato dell'omicidio Cotugno e di altri 2 attentati La requisitoria del pubblico ministero analizza le responsabilità per il tragico agguato dell'11 aprile '78 all'agente carcerario - «Partecipò anche ai ferimenti di Visca e Camaioni» Requisitoria finale del pubblico ministero per Cristoforo Piancone, il terrorista catturato dopo l'assassinio de'a guardia carceraria Lorenzo Cotugno, avvenuto ni aprile 1978. Cotugno, prima di cadere sotto i colpi degli aggressori, riuscì a replicare al fuoco, ferendo gravemente Cristoforo Piancone che fu poi abbandonato dai complici davanti al pronto soccorso dell'Astanteria Martini. L'inchièsta, che ha preso l'avvio dalla cattura di Piancone, è ormai alle ultime battute. Il pubblico ministero ha chiesto al giudice istruttore che il terrorista sia rinviato a giudizio davanti alla corte d'assise, oltre che per l'omicidio della guardia carcerarla Cotugno, anche per la sua partecipazione a due altri attentati iirmati dalle Br: al dirigente Fiat Franco Visca, il 30 giugno '77, e a Rinaldo Camaioni, il funzionario Fiat addetto ai rapporti sindacali delle Carrozzerie Miraf lori. Per quest'ultima azione terroristica i giudici hanno indiziato anche il brigatista Prospero Gallinari, uno dei «capi storici» dell'organizzazione eversiva, condannato in appello a 9 anni e 11 mesi di carcere. Ma il pm ha chiesto al giudice istruttore che la posizione di Gallinari venga stralciata da questo processo e gli atti inviati alla Procura di Roma, che conduce l'inchiesta principale contro il brigatista. Queste le prove raccolte contro Cristoforo Piancone in relazione ai tre attentati. Assassinio Cotogno — La mattina dell'11 aprile 1978, poco dopo l'assassinio di Lorenzo Cotugno, eseguito da un commando di tre terroristi, un uomo viene abbandonato ferito davanti al pronto soccorso dell'Astanteria Martini. Ha in corpo tre colpi sparatigli dalla vittima prima di cadere sotto il fuoco del terroristi. Rifiuta di parlare e si dichiara prigioniero politico. Si ricostruisce la sua identità. Si chiama Cristoforo Piancone, ha 28 anni e da almeno due anni è entrato in clandestinità. Nel 1969 era stato assunto alla Fiat come collaudatore a Mirafiori. Negli anni successivi si è fatto notare come acceso attivista politico. Nel 1976 viene licenziato per le sue prolungate assenze dal lavoro. A partire da quell'epoca entra nelle Br. Non si fa più vedere a casa dei genitori in via Guala e si nasconde a Torino in un alloggio di corso Bernardino Telesio. Il «covo» viene scoperto dalla polizia il 6 maggio del 1978. La chiave trovata addosso a Piancone al momento della cattura apre la porta dell'alloggio in cui vengono sequestrati numerosi opuscoli e volantini Br. Il cappotto che 11 ferito indossava quando fu abbandonato dai complici è stato esaminato dai periti che vi hanno trovato tracce di polvere da sparo, .tali da dimostrare che chi lo indossava fece fuoco con la mano nella tasca destra privata della sua sacca». Ferimento Visca — Il dirigente Fiat è aggredito dai terroristi in via Prìnottl 9, verso le 14 del 30 giugno '77. La cattura di Piancone consente al magistrati di dare un'identità a uno degli uomini del commando che feri e azzoppò Visca. Nel «covo» di corso Telesio gli agenti trovano un quaderno di appunti manoscritti con riferimenti a Visca, all'ubicazione del suo alloggio e altre notizie utili a chi voleva tendergli l'agguato. Le annotazioni sono di pugno del Piancone. L'arma usata dal terroristi In quella occasione è la famigerata «Nagant», la «cai. 7 e 62» di fabbricazione cecoslovacca usata dai commando delle Br nell'assassinio di Cotugno e nel ferimento di Camaioni. Attentato Camaioni — Il funzionario Fiat addetto ai rapporti sindacali delle Carrozzerie Mirafiori, è azzoppato da un «commando» Br ni ottobre '77.1 testimoni dell'agguato riconoscono due degli aggressori in Gallinari e Piancone. I volantini che rivendicano i ferimenti Visca e Camaioni sono stati battuti con la stessa macchina da scrivere. Accusa di banda armata — Per il pubblico ministero, Piancone deve essere rinviato a giudizio davanti alla corte d'assise di Torino, oltre che con le accuse dell'assassinio Cotugno e del ferimenti Visca e Camaioni, con l'imputazione di partecipazione a banda armata. Si è sempre rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda dei magistrati, dichiarandosi prigioniero politico. In occasione del sequestro Moro il suo nome fu Inserito nell'elenco delle persone che l'organizzazione eversiva pretendeva fossero liberate In cambio della vita dello statista. Claudio Cerasuolo Cristoforo Piancone - Prospero Gallinari durante il processo

Luoghi citati: Torino