Bookmakers a Torino offrono i «granata» al 140 per cento

Bookmakers a Torino offrono i «granata» al 140 per cento Scommesse su tutti i campionati, anche quelli minori Bookmakers a Torino offrono i «granata» al 140 per cento TORINO — In barba alle quote Coni e ad altri balzelli di Stato, il giro delle scommesse clandestine sulle partite di calcio ha ormai da anni, anche a Torino, una folta schiera di appassionati clienti. Apprendisti bookmakers e biscazzieri di ogni rango tengono banco ogni settimana, con meccanismi diversi di giocata ma garanzie quasi identiche: puntualità nei pagamenti, quotazioni ufficiali e. soprattutto, in molti «concorsi» da circolo aziendale, redistribuzione totale del monte premi. Apprezzatisslmo in numerose fabbriche torinesi, questo tipo di scommessa tra amici coinvolge in genere, per la durata del campionato di calcio, qualche decina di giocatori: un nucleo centrale di operai o impiegati della stessa azienda, come promotori, ed altri conoscenti di fiducia per completare il giro. Ed ecco il meccanismo, illustrato da un barista che ha partecipato ad uno di questi concorsi clandestini nel campionato '78-79. «Clandestino neppure tanto — dice —: eravamo in trenta a giocare e non si facevano misteri, anche perché la cifra era modesta. Diecimila lire a testa per settimana, trecentomila in tutto. Ognuno compilava una colonna di schedina da consegnare entro il mercoledì: poi metà della somma, 150 mila lire, andava la domenica a chi aveva totalizzato più punti». « Unica spesa viva — prosegue — i soldi per le fotocopie delle varie giocate, che permettevano il controllo da parte di ogni iscritto. Niente Coni e niente Iva a mangiarsi i due tersi del monte premi. L'altra metà della giocata. 150 mila moltiplicate per 30 concorsi, quindi quattro milioni e mezzo in totale, era destinata al premio finale, da suddividersi al termine del campionato fra i tre giocatori con la maggior somma di punti settimanali. Un sistema semplice e pulito, con cui qualcuno s'è fatto anche la macchina o le ferie». E' lo stesso giocatore, ben informato sul mondo delle scommesse clandestine, nella zona di piazza Bengasi ad illustrare il giro dei bookmakers professionali, in genere tenutari di bische, ma talvolta anche insospettabili professionisti ricchi di iniziativa, che alimentano una rete invisibile sottraendo ogni settimana decine o centinaia di milioni al biscazziere principe, lo Stato. L'oggetto delle scommesse si allarga, in questo caso, alle partite dei campionati di serie B e di serie C. per cui vengono offerte quotazioni diverse in caso di vittoria, pareggio o sconfitta. «In un derby recente, ad esempio — spiega il giocatore — la Juventus era data 2 al, cioè 20 mila di vincita per diecimila di giocata, mentre il Torino, favorito dai bookmakers, era offerto al 140 per cento, cioè 4000 di vincita per ogni diecimila scommesse». Ma l'azzardo delle puntate va ben oltre la scommessa singola. E' infatti possibile scegliere quattro, cinque o più incontri, assegnando a ciascuno l'I. l'X oppure il 2, alle differenti quotazioni, puntando un'unica cifra. La vincita della prima partita diventa allora puntata automatica sulla seconda, e cosi via. Se si azzeccano tutte quelle prescelte, assicurano i biscazzieri, il gruzzolo è assicurato, e con più gusto, per aver sfuggito le forche caudine del Totocalcio.

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