Un prezzo personale e politico di Aldo Rizzo

Un prezzo personale e politico Un prezzo personale e politico Craxi aveva due vie davanti a sé. Una era la via «spagnola», cioè quella seguita da Fe-' lipe Oonzalez durante la crisi, per certi versi analoga, del psoe: accettare la sfida della sinistra interna e trasferirla a un congresso straordinario, gettando nella mischia tutte le capacità di offesa e di difesa. L'altra era la via, tipicamente italiana, di una trattativa tenace e complessa, al fondo della quale vi fosse comunque un accordo. Ha scelto la seconda, pagando un prezzo personale e politico, ma scongiurando lo scontro frontale, che avrebbe paralizzato e emarginato il psi in una fase delicatissima della vita nazionale. Quanto è alto il prezzo pagato da Craxi? La proposta di un governo con i comunisti, come «sola soluzione» atta a fronteggiare in modo adeguato l'emergenza, è certamente un successo della sinistra; tuttavia è stato riformulato, in maniera che non lasci adito a dubbi, un concetto che era già nella relazione di Craxi. Il problema di evitare comunque nuove elezioni anticipate, affidato «all'insieme dei partiti democratici», ha perso il carattere di «subordinata, al governo col pei: ma non del tutto. Quanto alla decisione di porre fine, col congresso democristiano, alla tregua politica, di cui è espressione il governo Cossiga. essa non significa apertura automatica e «al buio» della crisi, come Craxi ha ribadito nella replica. Sul piano dei rapporti interni, l'assunzione della presidenza, al posto di Nenni. da parte di un personaggio come Lombardi e le varie proposte per una direzione più collegiale ridimensionano in qualche misura il ruolo di Craxi. Il quale (contro le aspettative dei suoi oppositori, che fra l'altro non hanno retto compatti alla prova) resta tuttavia il segretario del partito e quindi, nonostante tutti i condizionamenti, il depositario della massima influenza sulle azioni politiche del psi. Dunque un compromesso, che Craxi intende gestire senza discostarsi da quelli che sono stati finora i due capisaldi del «nuovo corso» socialista: la collocazione del partito nell'area occidentale e la sua autonomia anche nell'ambito della sinistra. Lo ha lasciato, largamente capire il tono col quale 11 segretario ha replicato agli intervenuti, a conclusione del dibattito. Pur nella nuova situazione, i comunisti non troveranno in Craxi un alleato comodo. In termini generali, resta il fatto comunque che la de, aprendo il suo congresso, si troverà di fronte a un'analoga richiesta dei due maggiori partiti della sinistra di sostituire il governo Cossiga con un «governo organico di unità nazionale», senza alternative visibili. Quale sarà la risposta democristiana? per il momento, dentro la de, un governo con la partecipazione diretta del pei sono in ben pochi a ritenerlo possibile. Diventeranno di più di fronte a una richiesta pressante dei socialisti, oltre che dei comunisti? Non va neppure sottovalutata la decisione dei socialdemocratici di non partecipare comunque a un slmile governo. Si vedrà. Dietro il fallimento eventuale di un tentativo di governo di unità nazionale, si apre il buio di nuove elezioni anticipate. A quel punto, se vi si arriverà, non sarà tanto questione di «subordinate», quanto di sopravvivenza del sistema politico, in una situazione sociale ed economica la cui gravità è sotto gli occhi di tutti. Aldo Rizzo