La Michelin regala 250 ai 14 mila dipendenti del gruppo

La Michelin regala 250 ai 14 mila dipendenti del gruppo La notizia ha sorpreso sindacati e Confindustria La Michelin regala 250 ai 14 mila dipendenti del gruppo TORINO — La Michelin ha regalato a tutti i 14 mila dipendenti italiani 250 mila lire, con l'avvertenza che «sono nette perché l'azienda ha provveduto al pagamento delle tasse». In pratica, con gli oneri, secondo un calcolo approssimativo, significano 400 mila lorde per persona, cioè oltre 5 miliardi e mezzo. La notizia ha colto di sorpresa tutti: sindacati e Confindustria. L'azienda non ha fatto dichiarazioni. Un lavoratore dello stabilimento torinese di corso Umbria ci ha raccontato: «Ieri mattina hanno cominciato a chiamarci due alla volta in ufficio per consegnarci una busta chiusa. Si è subito sparsa la voce che ci davano un premio. Io sono stato tra i primi; pensavo all'equivalente di un paio dì scarpe e sono rimasto sbalordito quando ho visto che c 'era un assegno di 250 mila lire. Nel nostro stabilimento lo hanno dato a tutti tranne una sessantina di persone che l'azienda considera assenteiste croniche». L'assegno era accompagnato da una lettera. Ecco il testo: «Nel quadro della presen¬ te situazione di difficoltà generale le corrispondiamo, a titolo personale e di liberalità, un'elargizione eccezionale "una tantum" di lire 250 mila. Firmato Daubrée». L'annuncio è stato dato al Consiglio di fabbrica poco prima che cominciasse la distribuzione delle buste. La Michelin, in Italia, ha stabilimenti a Torino, a Cuneo, ad Alessandria, a Fossano ed a Trento. Le retribuzioni della Michelin, a giudizio di un sindacalista, «sono lievemente inferiori a quelle della Pirelli, ma superiori a quelle della Ceat». La Confindustria non ne sapeva nulla. Al vice presidente, Renato Buoncristiani. lo abbiamo annunciato noi. raggiungendolo telefonicamente nel suo stabilimento di Pisa. «Perbacco — ha detto — lo apprendo in questo istante. Non conosco i fatti. C'è il pericolo che il sindacato reagisca violentemente. E' un atteggiamento che la Confindustria non ha mai incoraggiato. Non conosco i fatti ma se anche le intenzioni fossero giuste è una forma che può apparire provocatoria e di esautorazione della rappresentanza sindacale, che i lavoratori si sono scel¬ ta e che hanno il diritto di avere in una economia di mercato come la nostra». Il vice presidente della Confindustria ha proseguito: «£' un'iniziativa individuale ed isolata alla quale non possiamo aderire. E' un'azione che si mette fuori dalla logica economica e dalla situazione preoccupante che abbiamo in Italia, sotto il peso del rincaro delle materie prime e del petrolio». Buoncristiani ha concluso con una battuta: «Non c'è che da rallegrarsi con la Michelin! la quale, evidentemente, ha costi di produzione che consentono queste liberalità». Il segretario torinese dei chimici della Cisl. Mario Piccoli, ci ha espresso preoccupazione: «Stiamo preparando !a piattaforma per il contratto, che scade a fine febbraio. Adesso sarà più difficile spiegare ai lavoratori che bisogna avanzare richieste economiche moderate. Inoltre, la motivazione della lettera Michelin mi sembra una presa in giro, a meno che non vogliano metter il bastone in mezzo alle ruote al sindacato». Sergio Devecchi

Persone citate: Buoncristiani, Mario Piccoli, Renato Buoncristiani, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Alessandria, Cuneo, Fossano, Italia, Pisa, Torino, Trento