Un fragile compromesso nel psi per un governo con i comunisti

Un fragile compromesso nel psi per un governo con i comunisti Craxi rimane segretario, Lombardi nominato presidente del partito Un fragile compromesso nel psi per un governo con i comunisti Dopo il Congresso democristiano, i socialisti chiederanno che si aprano le trattative per una coalizione di emergenza - Nessun ultimatum politico - La direzione deciderà sui nuovi incarichi interni Un nuovo Comitato già a febbraio? ROMA — Craxi resta segretario e il psi non aprirà la crisi subito dopo il congresso de. Avvierà un negoziato politico con la de per un governo d'emergenza con il pei. Il psi si impegnerà al massimo per un successo del negoziato. Però si impegnerà anche per evitare le elezioni anticipate. 11 psi, dunque, non pone «ultimatum» politici a nessuno per il governo d'emergenza perché non vuole portare il Paese sull'orlo di una crisi che sconvolgerebbe le istituzioni democratiche. Malgrado tante voci più o meno strumentali, par di capire che Cossiga arriverà sino alle elezioni di primavera. Sono questi i punti più importanti di un lungo documento politico approvato quasi all'unanimità dal Comitato centrale socialista dopo una drammatica riunione dei membri della «Commissione politica». La Commissione — 12 tra craxiani e anticraxiani; Craxi non c'era: «Sono andato in albergo a dormire il sonno del giusto» — si è riunita alle 23 di giovedì scorso nel disaccordo più completo, per poi trovare una intesa carica di interrogativi, sospetti e malumori sette ore dopo, all'alba di venerdì, giorno che ha sancito una tregua con le armi al piede tra i sostenitori e gli avversari di Craxi. Si parla, infatti, di un nuovo Comitato centrale subito dopo il Congresso de. Si parla, prima del Congresso, di una direzione del partito, che affronterà i problemi della gestione interna, cioè dei «posti di potere». Craxi cercherà però di rinviarla. Sulla gestione, il «parlamento» socialista ha approvato un secondo documento, che ha avuto 8 voti contrari' (estrema sinistra di Achilli) e 7 astenuti (gli amici di Giolltti). Il «cartello» delle sinistre (Signorile. Lombardi. Mancini, De Martino, Querci, Gio- litti. Achilli) si è dunque diviso sulla spartizione dei «posti di potere». Ha ottenuto una grossa vittoria politica e morale con la nomina di un leader carismatico come Riccardo Lombardi alla presidenza del partito. Craxi nega però che la nomina di Lombardi nel posto che fu di Nenni sìa una vittoria dei suoi avversari. Afferma che è stato lui a proporlo (lo ha fatto ieri al termine della sua replica). Precisa che Lombardi appartiene a tutto il psi. «La mia presidenza non potrà essere una presidenza neutrale, perché in politica la neutralità non esiste. Posso assicurarti che sarà una presidenza imparziale», ha detto Lombardi a Claudio Martelli, braccio destro di Craxi. Tutta la complessa, lacerante materia dei «posti di potere» è stata rinviata a una prossima direzione. Le sinistre avevano chiesto, subito, l'allontanamento di Formica (amministrazione). Intini (direzione dell'Avanti!). Balzatilo (presidenza dei deputati). Nessuno è stato toccato, anche se Craxi e Signorile sono d'accordo per avviare una serie di avvicendamenti. Il segretario del psi ha spiegato con estrema chiarezza le sue idee sui cambiamenti nel partito. Sono idee che le sinistre (in particolare De Martino. Cicchitto e Mancini) non hanno gradito. «E' entrato nella crisi del ventesimo mese un gruppo dirigente che ha più meriti che demeriti. Deve superare questa crisi e rapidamente. Ci son correzioni e nuove misure che possono essere approfondite e adottate nella gestione del partito in forma collegiale e consensuale — ha detto Craxi —. Non ci sono "dure condizioni" che nessuno può porre a nessuno. Posti in questo modo, si inaspriscono solo i rapporti nel partito. C'è una esigenza di riorgaj nizzazione ampia che io stesso da tempo ho rilevato. C'è da parte del segretario del partito una piena disponibilità da parte di tutti. Non ci sono assurde misure punitive verso nessuno e le misure che proporremmo dovranno ispirarsi a criteri stabiliti con oggettività e rispetto. La sola condizione dura è quella del lavoro e del rinnovato impegno che ci attende». Un ultimo punto, anch'esso rinviato, è la creazione di un ufficio politico, di un organo intermedio, cioè, tra la segreteria e la direzione. Dovrebbe «ingabbiare» Craxi. Ma si farà? Tra domande e rinvìi, al Comitato centrale c'è chi dice che «è finita uno a uno» (Craxi è rimasto segretario: Lombardi è diventato presidente). C'è chi dice che è più importante la «vittoria» sul governo d'emergenza che «l'impasse» sulla gestione. C'è. infine, chi capovolge quest'ultimo discorso, sostituendo al termine «impasse» quelli dì «sconfitta delle sinistre». Craxi è contento. E' rimasto dove voleva rimanere. Sarà lui a gestire in prima persona, nel psi. le imminenti, difficili, vicende politiche. Nella replica, letta verso le 13 al Comitato centrale, ha detto: « Vi sono critiche che inducono alla riflessione, altre che respingo perché infondate e fantasiose Mi sono stati diretti molti attacchi personali ingiusti ai quali non rispondo. Ma poiché in realtà sono meno coriaceo di quanto si dice, il Comitato Centrale mi consenta di dire che ciò che mi ha particolarmente ferito è stato qualche tentativo di contrapporla Nenni morto quando non era mai stato cosi in vita'. Ha scagliato un durissimo attacco ad Andreotti e ai giornali comunisti. Ha difeso l'azione del generale Della Chiesa e ha criticato Mancini (che lo ha interrotto) per la sua linea sul terrorismo. Sull'ex presidente del Consiglio de. Craxi ha ricordato tra l'altro un giudizio espresso da Nenni: «Forse nessuno quanto Andreotti ha l'abitudine del potere. Dovrebbe esserne saLuca Giurato (Continua a pagina 2 in settima colonna) Riccardo Lombardi

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