Novelli ha detto sì di Diego Novelli

Novelli ha detto sì E' giudice popolare «di riserva» nella corte d'assise Novelli ha detto sì Estratto al 26° posto, ieri il sindaco ha accettato di far parte della giuria che dovrà processare anche due terroristi Diego Novelli è In piedi, in un angolo della grande sala semibuia di via delle Orfane, sede provvisoria della seconda sezione della Corte d'assise. E' 11 dalle 9, puntuale, con altri cittadini estratti nei giorni scorsi per far parte della giuria popolare nei processi della sessione di febbraio. Attende che il presidente Giovanni Padovani lo interpelli per sapere se accetta o no di vestire la fascia tricolore di giudice «laico». Le persone presenti sono una quindicina. C'è chi tiene in mano il foglio rosa della convocazione, alcuni stringono anche un foglio bianco: una dichiarazione medica, non c'è dubbio. Infatti, come è avvenuto altre volte, gli interpellati si muniscono della «giustificazione» che li esenta da un obbligo per molti versi gravoso: il medico sottoscrive che tizio è sofferente e quindi non può presenziare alle udienze, che spesso si portraggono fino a notte. Se sono malati immaginari è altro discorso. C'è infine chi rifiuta adducendo motivi di famiglia e il presidente li licenzia: sono soprattutto donne che hanno figli in tenera età da accudire. La cerimonia è rapida. Il dott. Padovano illustra il compito del giurato, domanda se l'interpellato accetta. Quattro dicono si, gli altri vengono esonerati: l'impedimento addotto pare giustificato. Tocca al sindaco. .Signor Novelli, accetta?». La risposta è affermativa, un «si» scontato. «Il suo è il numero 26» aggiunge il presidente della Corte. Significa che oltre ai sei giudici titolari e ai quattro supplenti che hanno già accettato nei giorni scorsi, ce ne sono altri quindici di riserva prima che tocchi a lui entrare in giuria quale membro effettivo. Vuol dire che Novelli, in pratica, non verrà sottratto al suo lavoro di sindaco. »Il 26? Bisogna che mi ricordi di giocarlo al lotto» commenta Novelli uscendo dall'aula. Tutto finisce in meno di mezz'ora. La presenza e l'esempio del primo cittadino di Torino non stimolano gli ulti" mi estratti, che disertano l'invito. 'Ognuno fa quel che sen- te»_dice Novelli e ricordando il Manzoni conclude 'Il coraggio uno non se lo può dare». E' solo questione di coraggio? Il sindaco non si è tirato indietro perché considera un dovere la chiamata a giudice popolare. Ha accettato come avevano accettato a suo tempo il deputato radicale Adelaide Aglietta e gli altri cittadini interpellati. Cosi come hanno detto si trenta dei cittadini estratti per questa tor nata che ha due appuntamenti con processi «politici» di un certo rilievo: uno a carico dell'esponente di «Prima linea» Corrado Alunni e altri (dall'll al 29 febbraio) uno contro Giuliano Naria, accusato dell'omicidio del p.g. di Genova, Coco (dal 18 marzo al 15 aprile). Certo, defezioni ce ne sono (motivate seriamente nella maggior parte dei casi) ma non si assiste più alla fuga di un paio d'anni fa. C'è, nonostante i tempi difficili, una ripresa di fiducia ed è un buon segno per questa città che conosce tutte le fasi della violenza ed ha patito i feroci colpi del terrorismo. Che il sindaco rispondesse si all'appello era scontato: intanto perché è cittadino consapevole dei propri doveri; poi perché, come amministratore, ha agevolato il varo del processone alle Brigate rosse nelle sue due principali fasi. Un impegno del Comune e della Regione che il rappresentante del ministro di Grazia e Giustizia, proprio in occasione della cerimonia inaugurale dell'anno giudiziario, ha elogiato. Il sindaco avrebbe potuto disertare? La legge non lo esonera dalla chiamata: è primo cittadino ma uguale a tutti gli altri. Può accampare giustificatissimi impegni e chiedere l'esonero che gli sarebbe accordato. «Ho però validi collaboratori, delegherò a loro una parte del lavoro quotidiano» dice Novelli. Stessa risposta verrebbe da ogni uomo politico che si trovasse al suo posto: una risposta già verificata nei momenti più caldi. Pier Paolo Benedetto II sindaco Diego Novelli

Luoghi citati: Genova, Torino