Raid mafioso in una ditta a Milano Sparatoria, un morto, quattro feriti

Raid mafioso in una ditta a Milano Sparatoria, un morto, quattro feriti Una vicenda confusa che la polizia deve ancora chiarire Raid mafioso in una ditta a Milano Sparatoria, un morto, quattro feriti MILANO — Un pregiudicato è stato ucciso durante una sparatoria avvenuta nei locali della ditta di cui era dipendente: dei presunti responsabili dell'aggressione, tre sono stati feriti e arrestati per concorso in omicidio; un impiegato è in carcere per favoreggiamento. La vittima è Silvio Scarfò, 45 anni, abitante a Trezzano sul Naviglio, che ha precedenti per traffico di auto rubate. I feriti sono Angelo Musolino, 21 anni (che guarirà in 40 giorni), Antonio Sacchinello. 26 anni, (prognosi di un mese), Gregoria Vignarolo, di 56: tutti già coinvolti in fatti di cronaca. I locali nei quali si è svolto il fatto sono della Co.Ge.Mi. (materiali ferrosi ed altro), in viale Brianza 20. n titolare è Maurizio Gianoli, 38 anni, residente a Milano, via Belgirate 18, che è rimasto ferito. Il fattorino accusato di favoreggiamento è Gianni Palmisano, di 36 anni. L'azione comincia ieri a mezzogiorno quando una persona (le cui caratteristiche corrispondono a quelle del Vignarolo) suona il campanello della ditta. E' in compagnia di tre (o quattro) uomini: tutti a viso scoperto. Ad aprire si presenta lo stesso Scarfò che invita ad entrare l'uomo e, pare, anche uno di quelli che erano con lui. C'è un colloquio di una decina di minuti, mentre gli altri attendono, sul pianerottolo. La porta d'ingresso ai locali resta, a quanto sembra, accostata. Di colpo, i due (o tre) che erano in attesa entrano e cominciano a sparare. Scarfò. prima di cadere, estrae la sua cai. 38 special, esplode cinque colpi e ferisce i suol aggressori. Musolino e Sacchinello infatti risultano colpiti rispettivamente al torace e alla spalla: Vignarolo ha ricevuto una pallottola sotto la milza. Ma al «Fatebenefratelll» (dov'è stato ricoverato in serata, dopo che lui stesso si era presentato al pronto soccorso per farsi medicare) ha sempre rifiutato di fornire le generalità ed è stato identificato solo attraverso le impronte digitali. Non risponde a nessuna domanda. E' uno dei malviventi che hanno agito alla Co.Ge.Mi.? E da chi è stato ferito? Anche lui da Scarfò? Ma quanti colpi ha sparato Scarfò? E sono andati tutti a segno? In ogni caso, nella sparatoria viene colpito anche 11 Gianoli: ne avrà per venti giorni. A proposito del titolare della ditta, incensurato, emerge un dubbio: sei-sette mesi or sono sarebbe stato costretto, con la forza, ad assumere lo Scarfò, in qualità di rappresentante. Questi, a sua volta, lo avrebbe di recente obbligato a far lavorare, come fattorino, un complice, Gianni Palmisano. In pratica, Scarfò, con l'aiuto di Palmisano, avrebbe prete- so di usare dei locali della ditta — al di sopra di ogni sospetto — per continuare a svolgere il contrabbando di automobili e presumibilmente di altra merce. «E' il meccanismo con cui la mafia faceva assumere persone in tanti cantieri edili non solo in Sicilia-, dicono in questura. Mezz'ora dopo, nella vicina via Venini. due persone si accasciano davanti a un bar. Perdono sangue, non parlano. Il proprietario e alcuni avventori li trasportano all'interno e chiamano 11113. Sono Musolino e Sacchinello. LI vicino, sotto un'auto parcheggiata, un poliziotto trova una rivoltella con quattro proiettili. Fino a sera, mancano sicuramente uno (e forse due) degli autori dell'aggressione. Alle 17. al pronto soccorso di un ospedale, si presenta un uomo le cui caratteristiche corrispondono a quelle del malvivente che aveva suonato il campanello della Co.Ge.Mi. ed era rimasto a parlare con Scarfò. L'uomo chiede di essere medicato; ha un colpo d'arma da fuoco proprio sotto la milza. Rifiuta di dire chi è, viene identificato dopo un po' di tempo: è Vignarolo. Ornella Rota

Luoghi citati: Milano, Sicilia, Trezzano Sul Naviglio