Accerchiati dai carabinieri banditi liberano l'ostaggio di Franco Giliberto

Accerchiati dai carabinieri banditi liberano l'ostaggio Sulle colline di Cherasco, in provincia di Cuneo Accerchiati dai carabinieri banditi liberano l'ostaggio E' il commerciante Pierino Pighi, 56 anni, rapito il 12 dicembre a Milano - Avevano chiesto un riscatto di cinque miliardi - Tre arresti nel capoluogo lombardo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BRA — Pierino Pighi, 56' anni, commerciante in tubi di ferro, assai noto tra Piorenzuola, Milano e Piacenza, rapito oltre un mese fa, e ieri messo per mezz'ora sotto i lampi dei fotografi e riflettori della televisione: «Sono trentasei giorni che la sua famiglia aspettava questo momento. Ha mai pensato che questo momento potesse anche non esserci?-, gli chiedono 1 cronisti. -Gmi se un sequestrato si lascia prendere dall'angoscia — risponde —, guai se si cede alla disperazione, significherebbe morire. Il mio cuore invece ha retto, ed eccomi qua un po'malconcio, ma vivo. La moglie del capitano dei carabinieri mi ha preparato una strepitosa minestra di verdura. Piano piano anche la paura e la tensione che mi hanno attanagliato per un mese se ne stanno andando via-. Nell'ufficio del capitano Sergio Di Pasquale, che comanda i carabinieri di Bra, Pierino Pighi sta comodamente seduto su un divano e sopporta di buon grado le domande dei giornalisti. Era stato rapito alle 17,45 del 12 dicembre, mentre da solo, sulla sua vettura, percorreva la tangenziale di Milano. Aveva tentato di reagire, i banditi avevano dovuto rompere due finestrini per strapparlo dal volante. Poi era stato condotto in una «prigione» di montagna, fra Niella Tanaro e Roburent. In una di quelle case disabitate d'inverno e affittate per il periodo estivo, nella frazione isolata di San Giacomo, ha trascorso 36 giorni, quasi sempre con gli occhi bendati e un bavaglio di garza e cerotti. Aveva un uomo e una donna per carcerieri. I carabinieri di Milano — ha spiegato ieri il tenente colonnello Formato, in una conferenza stampa — hanno posto le basi per la liberazione del Pighi. Negli ultimi giorni, avevano arrestato Luigi Povelato, 43 anni, albergatore con molti precedenti penali; Giuseppe Angemi, 32 anni, che si definisce impresario teatrale, ma ha anch'egli vari precedenti penali per furto, rapina, truffa; Angelo Lacona. 29 anni, che a Milano viveva d'espedienti ed era più volte stato denunciato per reati contro il patrimonio. Il terzetto era sospettato del rapimento del piccolo Garis .avvenuto nel '74. In casa dei tre. i carabinieri avevano sequestrato alcune carte (appunti, guide telefoniche di Piacenza e Mondovl), schizzi e messaggi, che avevano fatto pensare al rapimento Pighi. Con pazienza, nelle due ultime settimane, la prigione del commerciante era stata approssimativamente localizzata nei dintorni di Roburent. Le battute dei carabinieri erano state frequenti, ieri mattina l'ultima, alla quale hanno partecipato anche i magistrati milanesi Lucio Baldi e Carmen Manfredda, assieme agli uomini del colonnello Panizzi, di Mondovl. I due carcerieri di Pierino Pighi all'alba devono essersi accorti del gran movimento. Hanno caricato il rapito nel bagagliaio della loro auto, e per circa due ore, seguendo strade secondarie piene di neve, hanno tentato di uscire dal cerchio che i carabinieri stavano stringendo attorno a loro. A un certo punto, piuttosto che farsi prendere con il rapito, lo hanno lasciato libero fra la neve, dileguandosi poi a piedi o con qualche altro mezzo, lungo itinerari che non sono noti agli inquirenti. 'Ho camminato come un automa — racconta Pierino Pighi — inciampando nella neve. Su una strada vicina a San Pietro di Cherasco. alla fine, è passata in auto la signora Lucia Merlo, che mi ha dato un passaggio, benché il mio aspetto fosse poco raccomandabile. Come vedete ho la barba lunga e tutti questi segni rossi sul volto, dovuti ai cerotti e alle bende. Ho chiesto alla signora che mi accompagnasse alla più vicina stazione ferroviaria, volevo prendere il treno per Milano. Credevo di essere ancora vicino a Milano, non vicino a Torino*. — I banditi sono stati crudeli con lei. in questi trentasei giorni? «Non direi crudeli, ma nemmeno tanto cerimoniosi. Il fatto d'essere legato a un letto, su un giaciglio, per 23 ore su 24, ogni giorno, non è un trattamento alberghiero. Tuttavia non sono stato maltrattato, nel senso delle percosse o delle minacce. Sì. qualche volta imprecavano, in reiasione al riscatto di 5 ìniliardi che avevano chiesto, e che non hanno ottenuto^. — Aveva la percezione di giorni che passavano? «Facevo dei conti spaventosi, sulla soglia della pazzia a volte, per ricostruire le giornate trascorse in prigionia. A Natale e a Capodanno ho saputo che era festa perché mi hanno dato un pezzetto di panettone, grande come un dito, e un bicchiere di "Martini". Ma devo dire la verità: qualche volta ho chiesto un brodo caldo, per interrompere la dieta secca e di scatolayne alla quale mi sottoponevano, e non hanno avuto difficoltà ad accontentarmi». —Ora tornerà a Firenzuola e riprenderà a lavorare? «Certo, ho casa. ìnoglie e quattro figli a Fiorenzuola. voglio riprendere come se nulla fosse capitato. Ma ci riuscirò? Questi sono episodi che ti lasciano il segno, non ci sono parole per descrivere la sofferenza dì un sequestrato. A 56 anni devo soltanto sperare die con un po' di fortuna il resto della mia vita rimanga sereno-. Franco Giliberto Bra. L'abbraccio di Pierino Pighi alla moglie nella caserma dei carabinieri (Foto Adolfo Bodo) Bra. L'industriale Pierino Pighi dopo il rilascio