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Ma iniettato veleno a sé e ai due figli la bambina è morta A Chieti una madre da tempo malata Ma iniettato veleno a sé e ai due figli la bambina è morta CHIETI — Tragedia a Guardiagrele. presso Chieti. Una giovane donna ha iniettato sostanze tossiche ai due figli e quindi ha tentato il suicidio allo stesso modo. Una bambina è morta, mentre la donna e l'altro figlioletto si trovano in gravi condizioni all'ospedale di Chieti. E' accaduto l'altra sera. Nicola Capuzzi, muratore, 38 anni, è rientrato a casa e ha trovato la moglie, Livia, a letto con i bambini, Rossella, di 7 anni, e Rocco, di 6. L'uomo ha cenato ed è uscito, per tornare alle 22. Sul letto c'era la donna, priva di sensi. Sono stati chiamati i vicini, i carabinieri e un'ambulanza. I carabinieri, non potendo stabilire quale veleno fosse stato usato, hano requisito tutti i flaconi trovati in casa. Su uno c'erano i resti di un'etichetta strappata. Dalle poche gocce ancora nella siringa è stato possibile stabilire che si trattava di un prodotto usato per sopprimere animali domestici. Una telefonata al Centro antiveleni di Roma ha permesso ai medici di ottenere l'antidoto necessario. Nel frattempo, però, la bambina era deceduta. Le cure hanno permesso ai sanitari dell'ospedale di Chieti di salvare la vita alla donna e al bambino. Livia Capuzzi (omonima ma non parente del marito), 30 anni, casalinga, era da tempo sofferente di stati depressivi. Più volte ricoverata, era stata dimessa l'ultima volta in novembre. Consapevole di essere ammalata e disperata per non essere ancora guarita, era uscita con i bambini. Da tempo la donna aveva deciso di morire con 1 suol bambini: lo dimostra anche il tentativo di rendere Irriconoscibile l'etichetta del veleno, per impedire o ritardare i soccorsi. Per iniettare il tossico la Capuzzi ha usato siringhe acquistate in farmacia. Il vicepretore De Lucia ha disposto l'esame necroscopico sulla bambina e l'autopsia.