«Contro il terrorismo non stato di guerra ma nuova Resistenza»

«Contro il terrorismo non stato di guerra ma nuova Resistenza» Rognoni e Conso alla scuola di P.S. «Contro il terrorismo non stato di guerra ma nuova Resistenza» ROMA —«La lotta al terrorismo sarà lunga ed aspra» ha detto il ministro dell'Interno Rognoni; -Non siamo allo stato di guerra ma al momento della nuovo resistenza» ha detto il giurista Giovanni Conso. Ad ascoltarli c'erano 106 giovani commissari che stamani si sono cinti della fascia tricolore, nella cerimonia dell'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola su-, periore di polizia scientifica, e che fra sei mesi, dopo il corso dì specializzazione, saranno presenti in ogni parte d'Italia nella lotta contro la criminalità. «Li prepariamo ad essere — ha detto il direttore della scuola Rocco Paceri —moderni operatori sociali, con conoscenze che vanno dall'informatica alle più avanzate tecniche di polizia giudiziaria, e sempre convinti e fermi tutori della legge a garanzia di tutti i cittadini». Nell'aula magna della sede della scuola all'Eur erano presenti col ministro Rognoni, l'on. Pennacchini, presidente del Sis (Comitato parlamentare per il controllo dei servizi d'informazione e di sicurezza e del segreto di Stato), l'on. Lettieri sottosegretario all'Interno, il capo della polizia Coronas. il procuratore generale della Cassazione Ferrati, il prefetto di Roma Porpora, il vice capo della polizia Santillo, il questore di Roma Isgrò, il procuratore della Repubblica di Roma De Matteo, il gen. Verdola. vice comandante dell'Arma dei carabinieri. Con una dura polemica verso la logica dei corpi separati Giovanni Conso ha dato alla sua prolusione un carattere non rituale. «Se nel periodo della Resistenza si fosse operato con la logica dei corpi separati — ha detto — la Resistenza non avrebbe vinto e sarebbero state le forze alleate a condurre da sole le battaglie per la liberazione». Conso ha detto poi che per realizzare la massima efficienza nella lotta contro il terrorismo è necessario realizzare il coordinamento tra le forze di polizia: la cooperazione deve avvenire «sul piano delle strutture e degli atteggiamenti psicologici». «La fase storica in cui siamo — ha affermato il giurista in polemica con i discorsi di alcuni procuratori generali — 7ion è quella dello stato di guerra; l'espressione esatta di questo momento storico, per recuperare valori e rafforzare dighe di resistenza, è quella di nuova resistenza, perchè, co¬ me nel momento culminante della lotta di liberazione, la grande maggioranza del popolo italiano è schierata su posizioni chiare contro forze negative che operano con modalità spietate». Il problema del coordinamento delle forze di polizia è stato al centro del discorso di Rognoni. «E' un'esigenza — ha detto Rognoni — che deve guidare le scelte politico-legislative in questo delicato settore». Potrà essere soddisfatta dal legislatore «sta consentendo ai giudici e agli organi del pubblico ministero una disponibilità funzionale delle forze di polizia loro necessarie perla repressione dei reati, sia anche assicurando, attraverso opportune norme di ordinamento giudiziario, i necessari collegamenti fra gli uffici giudiziari, e insieme il massimo di qualificazione, professionale dei magistrati investiti dei compiti correlativi».

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