Craxi e Formica per l'affare Eni riferiranno lunedì ai magistrati di Giuseppe Zaccaria

Craxi e Formica per l'affare Eni riferiranno lunedì ai magistrati Maggiore coordinamento fra le varie commissioni d'indagine Craxi e Formica per l'affare Eni riferiranno lunedì ai magistrati L'attenzione è rivolta anche alle mediazioni d'affari di Parviz Mina, attuate già in altre occasioni - Cossiga conferma che gli «omissis» sul caso Eni non riguardano le tangenti ROMA — Lunedi prossimo il procuratore della Repubblica. De Matteo, e il sostituto Orazio Savia interrogheranno al palazzo di giustizia il segretario del psi, Bettino Craxi, e il senatore Rino Formica, amministratore del partito. Nell'inchiesta giudiziaria sulle tangenti Eni. sempre più condizionata dagli sviluppi delle altre indagini in corso, potrebbe essere questa l'ultima occasione per ricavare indicazioni più chiare sulla destinazione finale dei miliardi versati all'estero per facilitare la fornitura di petrolio saudita. Fino ad oggi gli interrogatori di politici e funzionari dell'ente petrolifero non hanno fornito ai giudici elementi molto diversi da quelli che la commissione Bilancio della Camera e quella amministrativa hanno già acquisito. Le ultime speranze sembrano legate alle «rivelazioni» annunciate tempo fa da Formica e ad una strana circostanza emersa in questi giorni grazie ai collegamenti finalmente istituiti tra la magistratura e le varie commissioni d'indagine. La novità è questa: da dichiarazioni di alcuni funzionari dell'Eni, è emerso che Parviz Mina, l'ex presidente dell'ente petrolifero iraniano divenuto negli ultimi anni personaggio chiave nella politica di forniture dell'Arabia Saudita, non è stato in contatto con l'Eni solo in occasione di quest'ultimo, misterioso affare. Uno dei testimoni ascoltati in queste settimane ha rac- contato che Mina aveva già «facilitato» in quattro o cinque occasioni le trattative dell'Eni coi Paesi Arabi. E non solo per rendere possibili gli acquisti di petrolio: pochi mesi prima dell'ultimo affare, la mediazione di Mina aveva consentito agli italiani di piazzare vantaggiosamente all'estero una consistente fornitura di macchinari per l'estrazione del petrolio. La circostanza ha fatto sorgere tra i giudici della Procura quanto meno un dubbio: se l'ultima mediazione di Parviz Mina è costata all'Eni una tangente del sette per cento, quali percentuali erano state richieste per gli affari precedenti? Per chiarire questo particolare i giudici hanno intenzione di convocare nuovamente l'ingegner Carlo Sarchi, responsabile per l'Eni dei rapporti con l'estero. Su Parviz Mina, attraverso le ultime deposizioni, si sono appresi particolari di un certo interesse: l'ex braccio destro dello Scià, anche se costretto a riparare in Arabia Saudita, avrebbe mantenuto un'influenza notevolissima nel suo ambiente, tanto da essere apparso come invitato d'onore anche all'ultima conferenza dell'Opec, l'organizzazione dei Paesi produttori. Approfondire questo imprevisto filone d'indagine potrebbe rivelarsi molto interessante, anche se per la Procura ricostruire la carriera del «grande mediatore» nei suoi riflessi italiani comporta alcuni rischi. Il più grave è quello di allargare l'indagine ad altri contratti, altre tangenti, altre autorizzazioni per l'esportazione di valuta. Uno dei sistemi più collaudati per affossare definitivamente l'inchiesta principale. Non sembra azzardato dunque prevedere che l'accertamento punterà soprattutto a determinare tempi e modi dell'inizio dei rapporti tra Mina e l'ente petrolifero italiano. Le altre indicazioni, per il momento, riguardano fatti di contorno. Il presidente del Consiglio ha opposto anche ai magistrati ordinari il segreto di Stato su parte della documentazione che riguarda l'affare. In pratica, gli omissis ricalcano quelli già imposti al dossier fornito alla commissione Bilancio della Camera. La decisione è stata tuttavia occasione per un'importante conferma: i documenti coperti dal segreto — come anche ieri Cossiga ha spiegato al comitato per i servizi di sicurezza — non hanno alcuna relazione con la vicenda delle tangenti. Contengono valutazioni sulle consuetudini commerciali che in alcuni Paesi arabi si sono consolidate, e soprattutto un quadro delle condizioni — economiche, politiche, militari — che i principali Paesi produttori pongono per autorizzare nuove forniture. Un'ultima indicazione emerge infine da quanto i magistrati hanno potuto apprendere finora nei contatti con le altre commissioni d'inchiesta. Quella amministrativa, conclusi gli interrogatori. si appresta a stendere la rela zione che dovrà essere conse gnata al governo entro gen naio. Non sembra che la valutazione finale modificherà di molto quanto già si è potuto apprendere sulla destinazione delle tangenti. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Bettino Craxi, Carlo Sarchi, Cossiga, Craxi, De Matteo, Formica, Orazio Savia, Rino Formica

Luoghi citati: Arabia Saudita, Roma