Locri: il padre dello scolaro rapito minaccia di chiudere la sua azienda di Enzo Laganà

Locri: il padre dello scolaro rapito minaccia di chiudere la sua azienda Locri: il padre dello scolaro rapito minaccia di chiudere la sua azienda Come hanno fatto la famiglia Materassi di Siderno e l'industriale Aloi di Reggio Calabria che ha lasciato addirittura la regione - Il bimbo è stato sequestrato in casa del suo insegnante REGGIO CALABRIA — Con il sequestro del piccolo Giovanni Furci, nove anni, avvenuto martedì pomeriggio a Locri, salgono a cinque gli ostaggi attualmente in mano ai banditi in Calabria. Dal 30 ottobre infatti è prigioniero l'industriale reggino Antonio Rulla; successivamente sono stati rapiti, a Bovalino, il tredicenne Alfredo Battaglia, a Locri il farmacista Domenico Frasca e a Mileto, lo studente universitario Enrico Zuppino. Una spirale, dunque, che non accenna a ridursi nonostante meno di un mese addietro ben 72 mafiosi della Locride siano finiti in carcere e tra breve debbano rispondere di associazione per delinquere con a base sequestri di persona in Calabria, ma anche altrove. La grande retata, secondo molti, potrebbe essere il motivo di questo nuovo sequestro. Infatti, ci sarebbe ora la necessità per le varie cosche di rastrellare sempre più denaro per far fronte alle cosidderre «spese di giustizia» ; ma la verità è anche che i mezzi per fronteggiare la delinquenza comune nella provincia reggina appaiono sempre più inadeguati per carenze paurose negli organici della polizia, del carabinieri e della stessa magistratura. Le modalità del sequestro del Furci dimostrano già da sole e abbondantemente come la sfida dei delinquenti alla società civile sia ormai sempre più arrogante. Per rapire il bambino 1 banditi, tre o quattro, hanno fatto irruzione, armi alla mano, nell'abitazione dell'insegnante Domenico Agostino, dove il piccolo, che frequenta la quarta elementare, si era recato come ogni pomeriggio per il doposcuola. Le battute nelle zone aspromontane di carabinieri e polizia, cosi come purtroppo quelle precedenti, non hanno dato alcun esito tanto che neppure l'auto dei rapitori è stata trovata. I familiari appaiono già rassegnati a pagare. Lo ha detto esplicitamente il padre della vittima, il dott. Rocco Furci, proprietario di alcuni grandi magazzini, che non ha neppure nascosto le obbiettive difficoltà nelle quali versa la sua azienda nonostante le apparenze. Il dott. Furci ha minacciato anche la possibile chiusura dei vari esercizi, sull'esempio di quanto fatto nelle scorse settimane dalla famiglia Materassi che, dopo due sequestri, ha deciso di interrompere l'attività commerciale nella vicina Siderno. E questo dopo che a Reggio l'industriale Giuseppe Aloi, anch'egli vittima di sequestro lo scorso anno, ha lasciato la regione assieme all'intera famiglia. Nuovi colpi cosi si aggiungono alla già morente economia di una provincia dove disoccupazione e mafia rappresentano mali perenni e finiscono spesso per convergere. Enzo Laganà

Persone citate: Aloi, Antonio Rulla, Domenico Agostino, Domenico Frasca, Furci, Giovanni Furci, Giuseppe Aloi, Materassi, Rocco Furci