Si arrende il tunisino the ha dirottato a Palermo un «Dc-9» con 83 passeggeri

Si arrende il tunisino the ha dirottato a Palermo un «Dc-9» con 83 passeggeri Il bireattore Alitalia bloccato dal terrorista per 12 ore Si arrende il tunisino the ha dirottato a Palermo un «Dc-9» con 83 passeggeri H giovane, tra i 25 e i 30 anni, non aveva armi - Al comandante aveva però detto di avere dei complici in possesso di esplosivo - Voleva che fossero rilasciati da Bourghiba 25 detenuti po- litici - L'aereo dirottato era quello del volo Roma-Tunisi - «Rifiuto» dell'aeroporto di Tripoli PALERMO — «Je Laisse» si è consegnato ai poliziotti. Cosi si è concluso alle 5,05 di ieri, dopo dodici estenuanti ore, nell'aeroporto internazionale Punta Rais! di Palermo, il dirottamento del Dc-9 Alitalia «Isola di Basiluzzo» del volo AZ 864 da Roma a Tunisi con 83 passeggeri e sei membri dell'equipaggio. Il terrorista arabo — un tunisino tra i 25 e 130 anni, di nome Farid Ben Amrshri Zaiche, e nato a Giafsa — che afferma di essere del gruppo «Les vivents», si è arreso alle autorità italiane. Non aveva armi. E' sceso dall'aereo e si è consegnato al dott. Caruso del ministero degli Esteri, un funzionario inviato da Roma nella serata di lunedi. Il giovane è stato fatto salire su un'ambulanza militare, che ha lasciato a forte velocità la zona aeroportuale preceduta e seguita da automobili della pubblica sicurezza, dei carabinieri e della guardia di finanza. E' stato rinchiuso nel carcere dell'Ucciardone, con l'accusa di «pirateria aerea». n DC-9, che alle 18,55 di lunedi era rimasto fermo all'estremità Sud della pista, alle 7,25 di ieri ha riacceso i reattori e ha quindi rullato sin davanti all'aerostazione degli arrivi internazionali tra gli applausi di una fitta folla. Dal finestrini i passeggeri, allentata finalmente la tensione, hanno salutato festosamente alcuni con l'indice e il medio protesi nel segno della vittoria, altri con il pollice in su. anche questo un gesto che indica il successo. Nelle lunghe trattative il terrorista aveva detto di avere a bordo numerosi complici ed uno in particolare con sette chilogrammi di esplosivo al plastico, pronto a provocare una deflagrazione. Aveva, quindi chiesto la liberazione'! di 25 persone (fra cui molti sindacalististi) detenute a Tunisi, fra quante vennero arrestate durante l'ultimo sciopero generale indetto dal-' le organizzazioni sindacali tunisine contro Bourghiba. Sarebbero esponenti che agivano intorno al giornale marxista clandestino Ech - Chaab (H popolo). Non ne aveva tuttavia precisato i nominativi. Farid Zaiche (anche se sono-' in corso accertamenti sulla sua identità) si è arreso dopo avere appreso che il governo della repubblica tunisina aveva comunicato che non avrebbe ceduto a ricatti. Una manifestazione della sua disponibilità il dirottatore l'aveva offerta intorno alla mezzanotte, quando aveva deciso di liberare le 13 donne e l sette bambini che erano a, bordo del DC-9. Poco dopo aveva acconsentito a far scendere un passeggero britannico, l'Industriale Charles Kean. di 77 anni, residente a Losanna, il quale era stato colto da malore e si era ripreso quasi subito nell'infermeria dell'aeroporto. n DC-9 era partito dall'aeroporto Leonardo Da Vinci lunedi alle 16,21. Verso le 17 il dirottatore, che indossava un giaccone verde, e una maglia con l'effigie di Marilyn Monroe, si è presentato nella cabina di pilotaggio al comandan¬ te Furio Oggiano, di 40 anni, di Anzio (Roma), e. parlando in francese, gli ha ordinato di dirigersi verso Tripoli, in Libia. Aveva quindi fatto presente che con i suoi complici era ben deciso a portare a compimento l'azione anche a costo di far esplodere l'aereo. n suo atteggiamento calmo e lucido aveva indotto a pensare che realmente il plano fosse stato organizzato nei dettagli. Dall'aeroporto di Tripoli è stato subito risposto negativamente, poiché — è stato detto — vi imperversava una bufera di sabbia proveniente dal deserto. Allora è stata fatta rotta verso Malta, ma pure qui le autorità dell'aeroporto hanno escluso la possibilità di un atterraggio. E' stato infine deciso lo scalo tecnico a Punta Rai si per il rifornimento di carburante. Lo scalo è stato chiuso. I voli In partenza sono stati soppressi e quelli in arrivo spostati. I primi contatti tra i dirottatori e la torre di controllo, tramite il comandante Og¬ giano, avevano fatto presagiIre che 11 caso non si sarebbe 'risolto in breve tempo. Nella torre di controllo per tutta la notte sono rimasti il prefetto di Palermo. Girolamo DI Giovanni, e il console generale di Tunisia a Palermo, Sald Ben Mustaphà. A Punta Ralsl la vicenda è stata anche seguita dal rappresentanti diplomatici di altre nazioni. Per tutta la notte il bireattore è rimasto avvolto nell'oscurità mentre un impetuoso vento di scirocco ha spazzato Punta Raisi. Dopo l'atterraggio, il dirottatore ha preteso l'allontanamento delle fotoelettriche collocate nelle vicinanze. Qualche ora più tardi il giovane arabo ha chiesto l'Invio sotto bordo di medicinali e viveri, con particolari modalità: le ceste che 11 contenevano, 'dovevano essere collocate sul tetto di un autofurgone delil'Alitalla, che. mentre si avvicinava, doveva lampeggiare;Con i fari e quindi si sarebbe dovuto fermare davanti alla prua dell'aereo per essere illuminato dal faro di bordo. Tale procedura è stata rispettata e non vi sono stati contrattempi. Poco dopo le 13 donne e i sette bambini sono stati liberati. Tra la tarda serata e la notte a Punta Raisi sono ugualmente atterrati, nonostante l'emergenza, un aereo di linea, proveniente da Cagliari, un DC-9 dell'Alltalla proveniente da Fiumicino con dirigenti, piloti e tecnici dell'Alitalia e' funzionari del ministero degli Esteri. E' successivamente giunto un «C 130» dell'aeronautica militare che era decollato da Pisa con un contingente di militari dei reparti speciali. Le trattative che hanno portato alla resa del dirottatore sono state personalmente coordinate e seguite dal ministro dell'Interno, on. Rognoni, che dal Viminale si è tenuto In costante collegamento con l'aeroporto di Palermo, dove le operazioni di emergenza erano dirette dal prefetto Di Giovanni e dal questore Immordino.