Contro l'acqua alta a Venezia c'è il decreto ma non i soldi
Contro l'acqua alta a Venezia c'è il decreto ma non i soldi Nuove difficoltà sulle speranze dei lagunari Contro l'acqua alta a Venezia c'è il decreto ma non i soldi Il provvedimento del governo prevede 1 miliardo e mezzo per l'acquisto dei cinque progetti: i consorzi che li hanno elaborati pretendono cinque miliardi - Questi studi sono indispensabili per dare veramente inizio ai lavori VENEZIA — Anche se il Consiglio dei ministri ha approvato l'altro ieri il decreto legge contro l'acqua alta, che si sta «mangiando» sempre più avidamente quel che resta della Serenissima, non è certo che questo ponga automaticamente fine ai grossi guai di Venezia. Tutt'altro. Tanto per cominciare, al coro di plausi per l'approvazione del decreto Nicolazzi non sembrano unirsi i responsabili dei Consorzi che hanno elaborato i progetti di chiusura temporanea delle bocche di porto (unico rimedio, pare, all'invasione della marea), progetti che, secondo il decreto legge, dovrebbero essere acquistati dal governo con una spesa di un miliardo e mezzo. Ma da noi, si sa, quando si comincia a parlare di soldi, le cose si complicano: e anche questa vicenda dei cinque progetti da acquistare per elaborarne, poi, uno definitivo, si va complicando. Per•ché quel miliardo e mezzo basterebbe appena a pagarne uno solo, di quei progetti. I tecnici del consorzio «Agiltec» — uno dei concorrenti all'appalto bandito dal ministero anni fa e conclusosi con il verdetto che nessuno dei cinque progetti presentati era all'altezza della situazione — sottolineano, ad esempio, che i loro studi sono costati, da soli, più di un miliardo. -Non cederemo i nostri progetti per meno di cingile miliardi — ha detto il presidente della "Agiltec". ing. Berti —, inoltre attendiamo l'esito di un ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio, che dovrebbe pronunciarsi sull'ingarbugliata questione». All'indomani del responso, emesso da una commissione internazionale, sui cinque fatidici progetti, i Consorzi presentarono un ricorso al Tar chiedendo che l'intero concorso venisse invalidato non essendo state espletate a fondo alcune significative formalità. In sostanza, tutto sbagliato, tutto da rifare. Proprio adesso, che sarebbe il momento di passare a fatti concreti, dice Berti, le autorità «perdono solo tempo». E', questa, una difficoltà non da poco, forse tale da vanificare completamente quell'atmosfera di speranza che i veneziani hanno avuto a poco tempo di distanza dalla disastrosa mareggiata che ha sommerso la città con un metro e 68 centimetri d'acqua, spazzato via gran parte delle attrezzature balneari del Lido. Per questo, ai veneziani piaceva pensare che l'immenso sforzo che ha permesso loro di sollevarsi dai danni dell'acqua alta del 22 dicembre (conferendo alla città già durante le feste di Natale un aspetto non lontano dall'abituale) si inserisse in un clima fervido di attività non solo tra le loro isole, ma in tutta Italia, e quel che più conta a Roma. Il disegno di legge approntato dal ministro dei Lavori Pubblici Franco Nicolazzi pareva proprio rispondere a questi voti: acquisizione dei progetti da parte del governo, insediamento di una commissione con il compito di elaborare un progetto unitario, quindi, in tem pi abbastanza ristretti, l'inizio dei lavo ri alle bocche di porto. Tra i molti che hanno espresso soddisfazione per l'approvazione del decreto legge, il vicesindaco di Venezia, on. Gianni Pellicani (pei), ha formulato l'augurio «che venga subito insediata la commissione che sarà chiamata a iniziare il lavoro di progettazione". «Sappiamo — ha detto ancora Pellicani — fin d'ora che i tempi per risolvere il problema non saranno tanto brevi, ma speriamo che l'approvazione del decreto legge rappresenti quanto meno l'inizio della vera fase operativa». Intanto, proprio ieri, alla Camera il sottosegretario ai Lavori Pubblici, Fontana, ha osservato che è particolarmente delicato il provvedimento — approvato appunto dal Consiglio dei ministri — che tende ad acquisire i progetti, nonché a conferire a professionisti privati o a istituti universitari o a ditte specializzate italiane e straniere l'incarico della progettazione esecutiva. -Tuttavia — ha detto Fontana — con queste iniziative anche i ritardi che si sono riscontrati potranno assumere minor rilievo. E'però necessario che tutte le forze politiche e sociali si impegnino per la loro parte a risolvere, possibilmente in tempi brevi, una questione tanto importante di interesse nazionale». Gigi Bevilacqua
Persone citate: Fontana, Franco Nicolazzi, Gianni Pellicani, Gigi Bevilacqua, Nicolazzi, Pellicani
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