Confindustria, battaglia aperta per la presidenza di Marco Borsa

Confindustria, battaglia aperta per la presidenza Il mandato di Carli scadrà a fine maggio, gli industriali cercano faticosamente un successore Confindustria, battaglia aperta per la presidenza L'Assolombarda ha due «anime» MILANO — La battaglia per la scelta del nuovo vertice confindustriale è entrata nella sua fase finale e dovrebbe concludersi entro un mese quando i « tre saggi* esprimeranno le indicazioni provenienti dalle principali associazioni di categoria. Lo affermano fonti dell'Assolombarda, la più grossa delle associazioni territoriali, sottolineando che, indipendentemente dai nomi, sono grosso modo tre le linee politiche che si stanno scontrando. La prima prevede la riconferma di Guido Carli alla presidenza della Confindustria, anche a costo di modificare lo statuto, a sostegno di un disegno politico. La riconferma di Carli cioè rappresenterebbe la volontà della Confindustria di rilanciare l'associazione nella lotta politica appoggiando un governo di intesa fra de e pei con dietro un accordo fra sindacati e industriali in nome dell'emergenza e dell'unità nazionale. E' una soluzione che trova sostenitori soprattutto nelle associazioni dell'Italia centrale e centro-meridionale dove più. forte è l'influenza dei partiti sul mondo industriale. In Lombardia, dove hanno sede la prima e la terza associazione industriale italiana (Assolombarda e Assobresciana) gue- sta ipotesi incontra invece una serie di obiezioni e di ostacoli. Da un punto di vista formale e istituzionale molti imprenditori non vedono di buon occhio la necessità di apportare allo statuto modifiche che apparirebbero co- me una forzatura dovuta alla debolezza del mondo industriale italiano incapace di rinnovare la propria leadership. Da un punto di vista sostanziale le obiezioni sono che una Confindustria portatrice di un disegno politico così preciso, da una parte verrebbe meno al suo ruolo principale di difesa degli interessi industriali, dall'altra provocherebbe insanabili divisioni all'interno del mondo imprenditoriale fra i sostenitori e gli avversari del governo di unità nazionale. La maggior parte degli aderenti all'Assolombarda e all'Assobresciana preferirebbero scegliere il vertice confindustriale seguendo due ipotesi diverse. La prima di una presidenza affidata ad un grande imprenditore di prestigio che rappresenti la parte più dinamica dellimpresa italiana, il suo grado di efficienza, internazionalizzazione, autonomia dalla protezione statale (in questo senso è stato fatto da chi è stato interpellato dai tre saggi il nome di Luigi Orlando, della Smi), la seconda di una presidenza meno prestigiosa, affidata ad un grosso manager o ad un imprenditore medio, affiancato però da una struttura più rappresentativa ed efficace dell'attuale (in quest'ottica è stato fatto il nome di Franco Mattei, dirigente Pirelli e Ibi, conoscitore, della burocrazia confindustriale, affiancato da una serie di vice-presidenti fortemente rappresentativi della grande e piccola impresa). «Gli industriali non debbono dividersi sulle questioni politiche, prò o contro la de, prò o contro il pei» dice un esponente imprenditoriale lombardo, «debbono se mai unirsi sul terreno della politica industriale dove bisogna affrontare di volta in volta il governo o i sindacati». Sul terreno della politica industriale la futura Confindustria dovrà affrontare sicura'mente con impegno soprattutto i problemi della grande impresa. Quelli della Montedison che si trova ancora a metà del guado in vista di un risanamento che consenta il futuro rilancio dell'industria chimica; della Pirelli, in attesa dei finanziamenti legati alla ristrutturazione e riorganizzazione della propria attività soprattutto nei pneumatici; della Snia che aspetta un consorzio bancario affiancato possibilmente da imprenditori privati in qualità di investitori di capitali di rischio a dimostrazione della ritrovata capacità di iniziativa dell'industria privata; dell'Oliveta impegnata nello sforzo di rilancio sui mercati interni e internazionali; della Zanussi e della Fiat che risentono della stasi del mercato degli elettrodomestici e delle auto. La convinzione diffusa nel mondo imprenditoriale lombardo è che la Confindustria degli Anni Ottanta dovrà elaborare una strategia che tenga conto più che in passato delle necessità e dei problemi della grande impresa. Problemi assai più attinenti alla politica industriale, al mercato dei capitali, alla produttività che non agli schieramenti politici che formeranno i nuovi governi. «A noi» ha sintetizzato un industriale bresciano' «non interessa tanto che ci siano o non ci siano i comunisti al governo; quello che ci interessa è che i governi sappiano garantire il ripristino del meccanismo dell'accumulazione nelle im- Marco Borsa

Persone citate: Carli, Franco Mattei, Guido Carli, Luigi Orlando

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano