Un mare di debiti

Un mare di debiti Un mare di debiti Considerato fino a poco tempo fa un'impresa disperata, il salvataggio Sir adesso è cosa fatta. A renderlo disperato concorrevano in sostanza due cose: 1) l'enorme massa di debiti accumulata dal gruppo; 2) l'impossibilità di tracciare una mappa completa del disastro. I DEBITI — Secondo Mediobanca, che ha spulciato i bilanci del gruppo alla fine del '78 erano quasi 4200 miliardi, quasi triplicati rispetto al '74. In pratica erano cinque volte superiori al fatturato < che Mediobanca, per il '78, valuta in 650 miliardi) e se si considera che i dipendenti sono circa ottomila, si può concludere che ogni dipendente ha prodotto mezzo miliardo di debiti l'anno. IL DISASTRO — E' difficile quantificarlo. Persino uomini navigati, come i ricercatori di Mediobanca o delle banche, hanno dovuto alzare le mani di fronte al ginepraio di società create da Rovelli.Grosso modo però, dal '75 In poi ( il '74 è un anno tabù per tutti) si può stimare che la Sir abbia perso qualcosa come 612 miliardi. In pratica in quattro anni il gruppo avrebbe sopportato una perdita di 80 milioni per dipendente. Una media insomma di 20 milioni di perdite l'anno, che colloca il gruppo Sir al vertice della classfifica internazionale dei dissesti. Di qui la titubanza dei gruppi bancari a intervenire nel salvataggio.

Persone citate: Rovelli

Luoghi citati: Mediobanca