Resti di insediamenti di epoca romana sul fondale della laguna di Torcello ?
Resti di insediamenti di epoca romana sul fondale della laguna di Torcello ? Resti di insediamenti di epoca romana sul fondale della laguna di Torcello ? Se la prova del carbonio lo confermerà, si potrà parlare di colonie agricole che nel primo secolo tentarono di regolare le acque della laguna con argini in legno e pietrame VENEZIA — Sul fondo della laguna veneta, nelle vicinanze di Torcello. giacciono da quasi duemila anni dei manufatti romani, resti finora sconosciuti di un'effimera colonizzazione durata forse un secolo all'inizio dell'era volgare. Un lavoro volontario di vent'anni, sacrifici personali e finanziari, hanno permesso ad Ernesto Canal, archeologo, e a Gabriele Conchetto, subacqueo appassionato di archeologia, di localizzare e di portare alla luce più di trenta argini e numerosi resti di edifici di epoca romana. «I materiali sono del primo secolo—dice Canal — ma non è stato possibile ancora stabilire in che epoca siano stati utilizzati». Non lo dice, ma è convinto che anche le costruzioni siano dello stesso periodo. Finora gli storici si erano pronunciati quasi concordemente sull'impossibilità di stanziamenti romani in laguna, e queste scoperte sono destinate ad alimentare polemiche, fornendo elementi di valutazione inediti. Gli argini sono costruiti in legno e pietrame: il più lungo raggiunge i 140 metri. I costruttori hanno fabbricato armature in legno e le hanno riempite con resti di mattoni e tegole, e con massi in pietra che pesano anche una tonnellata ciascuno. Oltre agli argini, sono stati trovati resti di edifici, probabilmente magazzini, costruiti con materiali della prima metà del II secolo d.C. Si tratta insomma di manufatti agricoli, probabile testimonianza di una colonizzazione romana. I reperti coprono l'arco di circa due secoli, dopo questo periodo si passa direttamente a testimonianze medievali. Se la datazione al carbonio 14 confermerà che gli edifici sono stati costruiti in quel periodo, si potrà parlare con certezza di stanziamenti di agricoltori che per un centinaio di anni hanno tentato di regolare le acque dei fiumi che all'epoca attraversavano la laguna. Per ora sono soltanto ipotesi, ma ipotesi affascinanti. Di sicuro c'è che qualcuno, nel periodo di massimo splendore dell'Impero Romano, si è dato la pena di costruire argini e magazzini. Le notizie che gli storici romani e gli autori le cui opere sono giunte fino ai nostri giorni danno sulla laguna nei primi anni dell'impero sono scarse, frammentarie e di difficile interpretazione. La più completa testimonianza risale a Cassiodoro, nella sua lettera ai tribuni marittimi, ma è tarda e non contribuisce a rendere noto quale fosse l'aspetto della laguna in epoca imperiale. Uno studioso americano, Rhodes W. Fairbridge, peraltro discusso, ha trovato tracce di una miniglaciazione tra il I secolo a.C. e il IV d.C. Se è realmente avvenuta, le acque degli oceani si sono abbassate e con esse quelle della laguna veneta. Eventuali colonizzatori avrebbero trovato quindi un habitat favorevole, ma resta ancora da stabilire per quale ragione se ne sarebbero dovuti andare. Una possibile ipotesi è quella di una variazione climatica che abbia reso difficile la sopravvivenza in laguna: cioè i primi veneziani sarebbero stati sfrattati dalle acque alte. Per giungere a queste scoperte, i subacquei del Club San Marco, la cui sezione archeologica è stata fondata da Gabriele Conchetto, hanno effettuato migliaia di immersioni con ogni tempo e in ogni stagione. A poco a poco ha preso vita e contorni quella che all'inizio era soltanto un'intuizione di Ernesto Canal, ispettore onorario della Sovrintendenza ai monumenti: i romani erano stati in laguna. Si è parlato di una datazione precisa, ottenibile solamente con un esame della radioattività; anfore e mattoni sono però certamente del I secolo d.C. Chi non si stupirà delle scoperte lagunari sono i pescatori di Torcello: da secoli le loro reti si impigliano in massi e anfore di epoca romana. Qualche testina e molti detriti essi hanno riportato dalle loro battute, quando per imprudenza trascinavano le reti nei luoghi che essi sapevano «pericolosi». Furono proprio questi primi ritrovamenti che spinsero Emesto Canal ad interessarsi ai romani in laguna. «Ero costretto ad acquistare resti di anfore e cocci dai pescatori — ricorda —: soltanto cosi mi avrebbero rivelato dove li avevano trovati». Gigi Bevilacqua
Persone citate: Ernesto Canal, Gigi Bevilacqua, Rhodes W. Fairbridge, Torcello
Luoghi citati: Venezia
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