Rapita davanti alla madre la figlia del sarto Piattelli

Rapita davanti alla madre la figlia del sarto Piattelli A Roma, ieri sera alle 20, in viale Tiziano Rapita davanti alla madre la figlia del sarto Piattelli Tre banditi mascherati, pistole alla mano, l'hanno costretta a stendersi a terra ed hanno portato via la ragazza, Barbara, di 27 anni ROMA — Quattro anni fa, mentre era seduta al tavolo di un ristorante, vide morire sua cugina, Vittoria Fornari, che le stava davanti, per un colpo partito dalla pistola di un rapinatore. Ieri sera Vittoria Piattelli, 51 anni, moglie di uno dei più noti creatori di moda maschile e negoziante di abbigliamento, si è trovata nuovamente di fronte pistole spianate. Era appena tornata a casa con la figlia, e aveva disceso in auto la rampa del garage: tre banditi mascherati l'hanno minacciata, l'hanno costretta a stendersi per terra e poi sono fuggiti portandosi dietro la ragazza. Barbara Piattelli, di 27 anni, che la madre ha tentato invano di trattenere. Il primo sequestro di persona del 1980 ha avuto come scenario viale Tiziano, una lunga strada alberata che costeggia il Tevere, di giorno animata dalla presenza di numerosi uffici, di sera pressocchè deserta. Vittoria Piattelli e sua figlia erano da poco uscite da uno dei negozi che latutvbcaSl'dindtnnhmnhcsLtinvtfdrain la famiglia possiede nel centro di Roma. Erano a bordo di una «Mini»: poco dopo le venti sono arrivate a casa, al 19 di viale Tiziano, ed hanno imboccato la rampa del garage condominiale che è dietro un angolo del palazzo, in via Sansovino. Il tempo di parcheggiare l'auto e spegnere il motore, e dall'oscurità sono sbucati tre individui, col volto coperto. Le due donne sono state afferrate, con le pistole puntate dinanzi agli occhi: «Tu sta buona, e non avvertire la polizia», hanno intimato i banditi alla madre. Per assicurarsi che non seguisse la loro fuga, le hanno strappato di mano le. chiavi dell'auto e l'hanno costretta a stendersi per terra. La ragazza, intanto, si dibatteva: l'hanno presa di forza, in due, e l'hanno trascinata via premendole sul viso un tampone imbevuto di cloroformio. La madre ha sentito chiudersi degli sportelli, poi il rombo di un'auto che partiva a forte velocità. E' riuscita a intravvedere una vettura blu, forse un'Alfetta, ha raccontato, o una Lancia Beta. Per terra, sul pavimento del garage, sono rimasti il tampone imbevuto di cloroformio ed un orecchino della ragazza. Intanto, nell'appartamento del quarto piano nei quale i Piattelli abitano, qualcuno si era accorto degli strani movimenti: la signora, superato lo choc, aveva cominciato a gridare. Pochi minuti dopo la zona pullulava di auto della polizia, ma i rapitori erano già lontani. Da viale Tiziano avevano potuto imboccare la Flaminia, la Cassia, o la via Olimpica. A parte alcuni particolari che fanno pensare a una banda di rapitori alquanto inesperti, nessun dubbio sulla natura dell'impresa. Bruno Piattelli possiede una serie di negozi di abbigliamento piuttosto esclusivi, che nella valutazione dei banditi devono costituire un patrimonio di tutto rispetto. Barbara, che aiutava i famigliari nella gestionne dei negozi, è la prima di tre figli. Caso Moro: ecco i vicepresidenti della Commissione ROMA — La Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Ita¬ ogAssplBlCpm lia ha iniziato ieri mattina il suo lavoro. Si è infatti riunita brevemente, sotto la presidenza del repubblicano Oddo Biasini, per eleggere gli altri componenti dell'ufficio di presidenza; i due vicepresidenti saranno il democristiano sen. Nicola Lapenta e il comunista on. Antonio Caruso; 1 due segretari il democristiano on. Angelo Armella e il socialista sen. Libero Della Briotta. Le votazioni hanno dato i seguenti risultati: al sen. Lapenta sono andati 16 voti; all'on. Caruso 12; al sen. Della Briotta 16 voti; all'on. Armella 15. La prima riunione della Commissione al completo è prevista per la prossima settimana. Il presidente Biasini ha preannunciato ai giornalisti che eviterà il più possibile di rilasciare dichiarazioni «per un doveroso riserbo».

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