La paura dell'Islam ha spinto la Russia di Bernardo Valli

La paura dell'Islam ha spinto la Russia La paura dell'Islam ha spinto la Russia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ISLAMABAD — Il blitz natalizio dell'Armata rossa in Afghanistan ha turbato gli equilibri geopolitici nell'Asia Centrale. Adesso a Ovest i sovietici abbracciano, avvolgono con un confine più ampio l'Iran dei!'ayatollah Khomeini, epicentro del risveglio islamico e al tempo stesso dell'insolubile dramma americano. A Est sono al fatidico passo di Khyber, che suscita numerosi richiami storici. A Sud li separa dall'Oceano Indiano soltanto il Belucistan, una regione cronicamente instabile, quindi vulnerabile per il Pakistan, già mutilato della sua provincia orientale, il Bangladesh. I «mari caldi», sogno secolare della grande Russia, sembrano a portata di mano. Gli aerei sovietici devono compiere un balzo molto più breve per raggiungere il Golfo Per-\ sico, sul quale sì affacciano i campi petroliferi che alimentano le società industriali dell'Occidente e del Giappone. Da un punto di vista strategico l'Afghanistan appare come una grande piattaforma di lancio. Verso quali nuovi orizzonti? L'Armata rossa è a poche centinaia di chilometri da Islamabad, capitale di un Paese musulmano che ospita le retrovie dei guerriglieri afghani, in lotta contro il regime comunista di Kabul e contro le forze armate sovietiche. Anche se nessuno pensa che il Cremlino voglia spingere i suoi soldati, in un futuro scrutabile, fino a Lahore, la città di Kim, l'eroe di Kipling, per occupare le belle pianure del Punjab, il regime pakistano, intende irrobustire al più presto le proprie difese. Di qui il riavvicinamento agli Stati Uniti. Carter si è dichiarato pronto a riprendere le forniture d'armi, interrotte al momento della guerra indo-pakistana del 1971 e per il «Symington Amendment», che proibisce al governo degli Stati Uniti di aiutare militarmente, oltre una certa misura, i Paesi che sviluppano la loro industria nucleare rifiutando il controllo internazionale. Per controbilanciare la bomba atomica indiana, il Pakistan ne starebbe infatti costruendo una. E sarebbe in tal caso la prima «bomba musulmana». Al generale Mohammed Zia ul-Haq non par vero di essere in questi giorni al centro dell'attenzione internazionale, e sembra ormai disposto a usufruire della rinnovata generosità americana, pur esibendo un certo scetticismo circa la volontà degli Stati Uniti di assumersi «le responsabilità di una grande potenza». Tanto più che non viene più solleci-, tato con eccessivo rigore a spalancare le porte dei suoi centri nucleari. «Vedremo con i fatti, e non Bernardo Valli (Continua a pagina 2 In quinta colonna) Fara (Afghanistan). Questa terribile immagine, distribuita dai ribelli islamici che combattono lé truppe sovietiche, mostra l'esecuzione di un professore comunista da parte di un guerrigliero.' L'episodio è avvenuto nella cittadina di Fara, presso Kandahan . (Telefoto United Press)

Persone citate: Fara, Khomeini, Kipling, Mohammed Zia