Perché la nuova Invim delude il contribuente

Perché la nuova Invim delude il contribuente Imposta che pesa su venditori e eredi Perché la nuova Invim delude il contribuente Qual è il giudizio sui primi due mesi di applicazione della nuova Invim? Siamo del parere che il risultato è stato negativo per il contribuente. L'Invim era, ed è rimasta, un'imposta sull'inflazione, e, cioè, sulla perdita dì valore della lira; d'altra parte, la Corte Costituzionale ha dichiarato legittima l'imposta sull'incremento nominale o fittizio di valore degli immobili. Ma, oltre a ciò, si deve osservare che, nella stragrande maggioranza dei casi, l'invim è divenuta un'imposta ancor più pesante per il venditore e per l'erede: vediamo di esaminare le ragioni. In primo luogo, non esistendo più le detrazioni del 4% o del 10% all'anno, ben difficilmente possono ancora verificarsi dichiarazioni negative, per le quali, cioè, non sia dovuta imposta. Infatti, perché non vi sia un debito tributario, occorre, in linea di principio, che il valore al momento dell'acquisto (cosiddetto iniziale) sia pari a quello della vendita (cosiddetto finale), circostanza ben difficilmente verificabile nella realtà, proprio in relazione all'inflazione sempre meno contenuta. Tale differenza di valore tra l'acquisto e la vendita (sulla quale si applica l'imposta) è, nella realtà, spesso colmata dalle spese di miglioramento che il proprietario sopporta e che si aggiungono al valore iniziale; dette spese dal 1973 in poi devono, però, essere documentate. Orbene, conviene ancora al proprietario chiedere all'idraulico, al lattoniere o al muratore la fattura per documentare le spese? Certamente no, in quanto l'emissione della fattura, pur obbligatoria, costringe il proprietario a pagare l'Iva del 14% subito, per risparmiare il 5% o il 10% di Invim al momento della vendita. Questa sembra essere la conseguenza anomala, ma più appariscente, della nuova legge; la nuova Invim, specie qualora la durata del possesso sia relativamente lunga, si applica con le aliquote del 5 o del 10 per cento (e raramente del 15%) e di fatto viene meno il contrasto di interesse (che è la base dell'applicazione dell'Iva) fra fornitore e proprietario di casa per le spese incrementative. Se già prima era difficile ottenere la fattura dal muratore per detrarla ai fini Iva, oggi non è nemmeno più nell'interesse del proprietario il richiederla: in tal modo, si è favorita l'evasione dall'lva. Non solo, ma con il progredire dell'inflazione, la pressione fiscale dell'Invim aumenta, come per tutte le imposte progressive, ed è, pertanto, necessario, sul piano dell'equità, diminuirne le ali- quote Gianfranco Gallo-Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo-orsi