Parma: si aggravano i capi di accusa per alcuni imputati dello «scandalo» di Remo Lugli

Parma: si aggravano i capi di accusa per alcuni imputati dello «scandalo» Il processo riprende con un clamoroso colpo di scena Parma: si aggravano i capi di accusa per alcuni imputati dello «scandalo» Dovevano rispondere di corruzione, ora anche di avere agito per conto terzi - Entrano ufficialmente nel processo, pei, psi e de, sia pure attraverso uomini da tempo sospesi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARMA — Dopo la pausa delle festività, il processo per lo scandalo urbanistico è ripreso con l'undicesima udienza, in maniera piuttosto vivace. Il p.m. Gerardo La guardia ha ravvivato questo nuovo avvio con una sua sorpresa, non piacevole per sei dei ventitré imputati: ha modificato, aggravandoli, i capi d'imputazione. Ma la notificazione è valida soltanto per tre di essi, quelli che erano presenti in aula. Infatti, per una stranezza delle nuove norme di procedura in vigore dal "78, il provvedimento vale soltanto se può essere notificato in sede processuale. I tre che hanno beneficiato della loro assenza sono gli impresari Ermes Foglia, Lino Bergamaschi e Francesco Corchia; quelli che, invece, hanno ricevuto il nuovo carico di colpa sono l'ex assessore del psi Paolo Alvau, Giuseppe Verdi, già impiegato della Siem, e Renato Corsini, ex pubblico amministratore, rispettivamente uomini del psi e del pei. I sei avevano già l'imputazione di corruzione, ora hanno l'aggravante di avere agito a favore di terzi che in questo caso sono i due partiti citati. La pena può essere maggiore di un terzo. Partito socialista e partito comunista entrano quindi ufficialmente nel processo, anche se attraverso uomini che essi hanno da tempo precipitosamente sospeso. E c'entra anche la de attraverso Marco Abbati, già consigliere comunale e presidente delle Terme di Salsomaggiore, ora consigliere provinciale, che ha ricevuto dallo stesso p.m. Laguardia una comunicazione giudiziaria unitamente all'ex sottosegretario del psi Attilio Ferrari. Un procedimento penale, quest'ultimo, che si è iniziato con istruttoria sommaria prendendo le mosse da quanto era emerso negli in- ' terrogatori dei primi imputati e che procede parallelamente (metodo, anche questo, consentito dalla nuova procedura, per non dover sospendere il processo già avviato). Mentre in istruttoria gli imputati avevano protetto i partiti, in aula il loro comportamento si è rovesciato. Verdi ha incominciato ad ammettere che versava nelle casse del psi i milioni che riceveva dagli impresari, per ordine di una persona della quale non voleva fare il nome e che il presidente Recusani aveva indicato con la qualifica di «innominato», ma che poi era stata identificata per l'ex sottosegretario Ferrari. Anche Corsini, pur negando che si trattasse di tangenti, aveva ammesso che il denaro che riceveva per conto del pei era un «cadeau»; ma non aveva mai voluto fare nomi: .Se ho una responsabilità, devo pagare solo io*, aveva detto. Con queste ammissioni il p.m. aveva in mano il materiale sufficiente per la decisione che ieri ha poi adottato. Nella sua notifica letta in aula, il p.m. parla del disegno criminoso degli imputati «in virtù del quale, in cambio di un atteggiamento favorevole al progetto Siem di edificazione del centro direzionale Montebello, comportante un volume di lavori valutato a circa trenta miliardi, ilpcieilpsisi procuravano la gratuita partecipazione azionaria della società, il pei attraverso il prestanome Renato Corsini, il psi (con l'opera dell'allora segretario provinciale del partito Attilio Ferrari) attraverso il prestanome Giuseppe Verdi, nonché ingenti somme di denaro; e la de con l'opera di Guido Orsi e Marco Abbati, la promessa dei locali per una nuova sede del partito*. Più oltre il p.m. indica i modi di attuazione del reato: •Eliminazione di ogni vincolo dalle aree del Peep (Plano edilizia economica popolare), eliminazione dell'obbligo di adozione di un piano particolareggiato di iniziativa pubblica, ampliamento dell'area destinata al centro direzione con l'inserimento di un altro terreno con conseguente aumento della cubatura edificatile. Il tutto con l'aggravante di avere cagionato un danno di rilevante gravità al Comune di Parma*. Si diceva che a tre imputati, Foglia, Bergamaschi e Corchia, non è stato possibile notificare la nuova imputazione perché assenti. Teoricamente essi potrebbero non riceverla mai perché hanno diritto a non presentarsi al processo, in quanto sono venuti il primo giorno e ora sono rappresentati dai loro avvocati. Ma è da vedere se hanno interesse a non presentarsi. Intanto il presidente potrebbe emettere contro di loro un ordine di cattura nell'ipotesi di una loro fuga. E il p.m., anche se in questo procedimento non può farli arrestare, ha la possibilità di incriminarli nell'ambito dell'istruttoria in corso, parallela al processo, con la conseguenza che essi si vedrebbero, alla fine, inclusi in due sentenze, quella dell'attuale processo e quella del processo che sta prendendo corpo. A proposito di questa istruttoria nella quale, come si è detto, per ora sono indiziati Marco Abbati e Attilio Ferrari, si sa che sono in atto accertamenti, anche nel settore bancario. Nel corso degli interrogatori degli imputati erano emersi due nomi di esponenti della de: oltre all'Abbati, Guido Orsi, che era presidente della Cassa di Risparmio; ma Orsi nel frattempo è deceduto e ora figura soltanto l'Abbati. Sia Marco Abbati che Attilio Ferrari era programmato che fossero sentiti come testi in questo processo. Dovranno presentarsi ugualmente, ma avendo anche la veste di indiziati per gli stessi reati in un procedimento parallelo, potranno essere affiancati dai difensori, dato che eventuali loro risposte potrebbero danneggiarli. Oggi si dovrebbe concludere l'interrogatorio degli imputati. Remo Lugli

Luoghi citati: Comune Di Parma, Parma