In Olanda una Chiesa di frontiera

In Olanda una Chiesa di frontiera IL PAPA E I VESCOVI DEI PAESI BASSI DAVANTI A UNA SCELTA RISCHIOSA In Olanda una Chiesa di frontiera La pratica religiosa si è ridotta di due terzi rispetto a prima del Concilio - Diminuite le vocazioni, molti laici rimpiazzano i preti - I cattolici olandesi chiedono il sacerdozio femminile, norme morali e disciplinari aggiornate sul ruolo della donna, sulla sessualità - L'imminente Sinodo romano deciderà tra rinnovamento e tradizione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE UTRECHT — Anche se le ardenti battaglie con Roma contro il celibato obbligatorio sembrano preistoria, la Chiesa cattolica d'Olanda è di nuovo il laboratorio sperimentale per l'intera Chiesa del mondo, specialmente nei Paesi progrediti e secolarizzati. Ha un genio specifico: anticipa i problemi morali e teologici che si presenteranno altrove. Non a caso, un proverbio dice: 'Un olandese fa un teologo, due una Chiesa, tre uno scisma». Cosi, dinanzi a Papa Wojtyla in Vaticano, da lunedi 14 gennaio per quindici giorni sfileranno contrastanti richieste provenienti dall'Olanda e al centro del dibattito nel «Sinodo particolare dei vescovi dei Paesi Bassi» che egli ha voluto riunire presso di sé, con decisione senza precedenti, per superare la «polarizzazione., e cioè gli irrigidimenti, che bloccano la loro attività, pastorale. Moltissime richieste invocano novità nei campi morale, sessuale, coniugale e nella disciplina ecclesiastica; poche, ma decise chiedono la restaurazione. I sette vescovi non trovano una via d'uscita: cinque, compreso il primate card. Johannes Willebrands, sono progressisti o moderati; gli altri due stanno all'opposi-, zione come tradizionalisti: mons. Joannes Baptist Matthijs Gijse, 48 anni, vescovo di Roermond e Adrianus Simonis, 49 anni, vescovo di Rotterdam. Per Simonis, però, il giudizio è mutato negli stessi cattolici e protestanti che lo contestarono duramente nel '71 quando Paolo VI lo nominò. «Questo Sinodo a Roma è un'avventura, ma parto con speranza», ci confida Simonis, gioviale, sicuro c aitante come un «Wojtyla d'Olanda»: forse è la carta vincente del Sinodo, per il Papa, preso tra due fuochi. Anche il primate, per ora irraggiungibile, ha parlato di •grande avventura» nel replicare alle critiche del consiglio pastorale di Utrecht — che è la sede primoziale — per i line amen ta sinodali preparati da due vescovi e da un prete. Fra i parroci olandesi, le speranze sono poche; la leader femminista cattolica Hanne Matti, che reclama il sacerdozio alle donne, avverte: «7/ Papa decida come crede. Le decisioni finali toccano a noi». Un'esponente protestante, Lydia Klein-Balnett: • Il Sinodo investe anche noi; da come andrà dipenderà il futuro dell'ecumenismo». Dunque, questo Sinodo inconsueto tocca cattolici olandesi e non, protestanti olandesi e non. Per di più, come aggiunge mons. Simonis, •servirà al Santo Padre per studiare i modi di applicare la collegialità episcopale nel governo della Chiesa». La sua importanza, anche sotto questo profilo, è evidente. In apparenza, la Chiesa olandese è scesa nelle catacombe, eppure è viva e pone questioni che interessano tutti i cattolici, prima o poi. I suoi fedeli sono cinque milioni e mezzo, cioè il 40,1% dei 14 milioni di abitanti. I protestanti, in maggioranza assoluta calvinisti, superano il 35%: un altro terzo è agnostico o non classificabile. Nei giorni feriali le Chiese cattoliche sono sbarrate e, talora, per entrarvi bisogna pagare 11 custode, tranne un'ora al mattino e alla sera: «£' un ordine della polizia per evitare i furti», spiega padre Bernard Stockmann. La pratica religiosa è precipitata dal 64% del 1960 al 26% del '78: si è ridotta di 2/3, salvo per Pasqua quando risale di colpo al 50%. «Vede questa chiesa?, — domanda l'interprete Silvia, guidandoci per Amsterdam. — Si apre spesso per spettacoli o concerti e, talvolta, per l'ora del tè nel pomeriggio. Tutto serve per richiamare la gente che s'è allontanata». Le 1789 parrocchie e «unità pastorali» sono servite da 3684 preti fra 2097 diocesani e 1587 membri di ordini religiosi: nel '60 erano rispettivamente 4038 e 4407. Ma 3800 sacerdoti, 1800 suore e 350 laici lavorano in 103 Paesi specialmente del Terzo Mondo. I vuoti sacerdotali sono in parte riempiti da 276 «cooperatori pastorali», fra 1 quali 29 donne, che adempiono tutti i ministeri tranne la Messa e la confessione. Secondo 11 prof. Haarsma, negli ultimi 20 anni si sono sposati da 1500 a 2000 preti. I neo-sacerdoti ordinati fra 11 '75 e il '78 sono stati appena 28, vale a dire poco più di 9 l'anno: erano 104 nel solo 1960 su 712 seminaristi. Dal '67 i seminari delle 7 diocesi sono stati chiusi e sostituiti con altrettanti istituti superiori di teologia. Oli iscritti erano 1100 nel '78, fra uomini e donne, ma nessuno sa dire quanti dei maschi aspirassero agli ordini sacri. Nella diocesi di Roermond, invece, governata, con pugno lefebvriano da mons. Gijsen, è riaperto il seminario tradizionale: ha 80 allievi. Almeno 30 ex sacerdoti e coniugati, secondo Haarsma, insegnano in queste facoltà cattoliche, ma i vescovi si sono impegnati con Papa Wojtyla ad affidare le cattedre soltanto a preti celibatari. Anche le suore sono scese da oltre 33 mila del '60 a meno di 21 mila fra le quali ben 10.650 sono inattive per età o malattie. La confessione privata e «auricolare», introdotta in tutta la Chiesa nel IX sec. dai monaci irlandesi, è ormai decaduta fra i cattolici, tranne in qualche parrocchia •dove i curati insistono molto», ci informa padre Ronald Bar. Vicario generale di mons. Simonis a Rotterdam. Per la maggioranza dei cattolici olandesi, la «salvezza individuale» è stata rimpiazzata dalla «salvezza collettiva», come mèta da raggiungere sulla terra e non soltanto in cielo. La presenza di 110 mila, immigrati da Paesi poveri, che si accollano i lavori più gravosi e umili respinti dagli olandesi, è un richiamo quotidiano all'impegno evangelico nel mondo: contro lo sfruttamento, il riarmo, il razzismo, la tragedia ecologica, le discriminazioni. In questa visione «orizzontale» della Chiesa, in dimensione umana, non c'è posto per gli ostracismi teologici nei confronti degli omosessuali, dei divorziati, né per leggi ecclesiastiche, non imposte dalla Sacra Scrittura, che condì' zionino per esempio il sacerdozio al celibato o al sesso 'maschile. La nuova insistenza di Papa Wojtyla e dell'ex Sant'Uffizio sulla procreazione come fine primario del matrimonio, a danno dell'amore fra i coniugi, urta contro una concezione moderna della sessualità umana che è molto diffusa fra i cattolici. Due esempi forse stupefacenti danno il senso concreto delle soluzioni pratiche, a vantaggio dell'uomo, derivanti da una visione ecclesiologica che guarda alla terra e non soltanto al cielo. Nelle chiese più moderne d'Olanda esiste un locale riservato al guardaroba e uno alle toilettes per herren e damen, separati dallo spazio sacro con una tenda che, durante la messa, viene ovviamente chiusa dato che l'altare è al centro dell'editi' ciò circolare. L'uomo intero — spiegano — ha anche queste necessità naturali che, stranamente, sono ritenute ini guardose in una chiesa dove la fede è proiettata solo all'eternità. A Utrecht esiste l'unica •Comunità monastica mista > di tutta l'Olanda: la compongono due frati domenicani, una suora e due laiche, con il consenso dei superori. S'intitola? •Giordano Bruno». Uni nome, che in Italia, è slnoni-'l mo di polemica anticlericale, se non antlecclesiastica. «Afa, da noi nessuna polemica — sorride padre Karl Derksen — non vogliamo riabilitare la filosofia di Giordano Bruno. Vogliamo soltanto studiare una figura alla frontiera fra la Chiesa e la società». Lamberto Fumo