Lo scettro torna a Indira Gandhi

Lo scettro torna a Indira Gandhi OSSERVATORIO Lo scettro torna a Indira Gandhi Detronizzata neppure tre anni fa. alle elezioni del marzo 1977, perduto persino il proprio seggio in Parlamento, la «Regina dell'India». Indirà Gandhi, sta per riprendere lo scettro. Glielo affida una vittoria elettorale che la risarcisce ampiamente della precedente sconfitta e le consente di continuare una carriera politica che pareva finita miseramente, con l'insuccesso alle urne, l'espulsione dal proprio partito, addirittura qualche giorno di carcere. Non bisogna però ingannarsi, avverte « The Economista, sulla fragile donna dai capelli grigi, in lotta contro quelle che sembravano insormontabili difficoltà per il ritorno al potere. Essa è infatti, continua il settimanale, lo stesso autocrate che aveva soppresso per venti mesi, tra il 1975 ed il 1977, la democrazia indiana. Era stato proprio questo breve periodo che aveva offuscato il lungo corso dell'attività politica della Gandhi, coronato infine dall'ascesa alla carica di primo ministro, dal gennaio 1966. per undici anni. Nulla di più naturale che Indirà occupasse il posto che era stato di suo padre. Nehru. dall'indipendenza dell'India alla morte (1947-64): come ha scritto uno studioso italiano, il Borsa, «la tradizione indiana è fondata sul governo personale e non su un apparato burocratico-. Indirà, del resto, era di suo una personalità molto forte e capace, che aveva indirizzato tutta la propria ambizione e le indubbie doti, verso la polìtica, convinta di dover proseguire l'opera del padre, su linee anche più avanzate. Quest'opera, in sostanza la modernizzazione dell'India attraverso la pianificazione economica e le ri¬ forme sociali, è già di per sé un'impresa gigantesca di immensa difficoltà: ma diventa addirittura proibitiva se si frappongono gli interessi costituiti che si sentono minacciati dalle misure necessarie per il progresso. Si spiega cosi lo scontro tra Indirà e la «vecchia guardia- del Congresso, quei notabili conservatori che consideravano eccessivi i provvedimenti, appunto progressisti, del primo ministro, quali il «piano verde- per l'aumento della produttività agricola o la nazionalizzazione delle banche. Lo scontro venne al culmine nel 1969. i notabili furono espulsi dal Congresso e poi distrutti elettoralmente nel 1971. l'anno trionfale di Indirà, che conquistò due terzi dei seggi al Parlamento. La disponibilità di un potere incontrastato rivelò i lati peggiori della personalità di Indirà, la quale credette di poter superare le gravi difficoltà oggettive dell'India ricorrendo alla maniera forte contro l'opposizione che tali difficoltà sfruttava nella lotta politica. Cosi, nel giugno del 1975. la Gandhi proclamò lo stato di emergenza, facendo poi arrestare i maggiori esponenti dell'opposizione e via via trasformando se stessa nel capo, effettivamente autocratico, d'un regime autoritario. Il contrasto tra conservazione e progresso venne pertanto distorto nell'antitesi «tra libertà e schiavitù-, come sostenevano gli avversari della Gandhi, che, coalizzati nel nuovo partito Janata. la sconfissero nel marzo 1977. Ma l'inettitudine al governo, le contese intestine e le scissioni del Janata non potevano che spianare la via al ritorno di Indirà. Ferdinando Vegas Indirà Gandhi: vittoria elettorale tre anni dopo la caduta

Persone citate: Ferdinando Vegas, Gandhi, Indira Gandhi, Janata, Nehru

Luoghi citati: India