A Tabriz, per la prima volta nell'Iran compare la scritta: «Morte a Khomeini»

A Tabriz, per la prima volta nell'Iran compare la scritta: «Morte a Khomeini» Sanguinosi scontri di piazza, omicidi, attentati, sabotaggi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEHERAN — L'ondata di contestazione, degenerata in sanguinosi scontri, secondo gli osservatori era scontata. La caduta dell'entusiasmo popolare per la rivoluzione islamica è dovuta alle mille difficoltà di un'Iran in preda a mille mali: la cancrena che divora il commercio e l'industria, i tre milioni di disoccupati, la minaccia di rappresaglie americane, l'arrivo alla frontiera con l'Afghanistan di mezzi corazzati sovietici, e forse ancor più la mancanza di un vero governo, nel senso corrente del termine. C'è ormai manifesta ostilità verso Khomeini, e non sol- , a o a i l a tanto opposizione al governo centrale, in città come Tabriz. capitale dell'Azerbaigian, il secondo agglomerato urbano dell'Iran (600 mila abitanti), in agitazione permanente ormai da oltre un mese. Per la prima volta, qualcuno ha scritto sui muri dell'Avenue Shariat Madari le parole fatidiche che molti sinora si limitavano a mormorare: «Morte a Khoiminu. E per la prima volta i manifestanti hanno obbligato i commercianti che avevano in vetrina un ritratto dell'imam a staccarlo, e a strapparlo. Un comitato khomeinista è stato attaccato da migliaia di persone che hanno aperto il fuoco. Il bilancio ufficiale è di 4 morti e oltre 150 feriti. Ieri nella città c'è stato sciopero generale. A Bandar-e-Lengeh. sul Golfo Persico, gli incidenti fra sunniti e sciiti hanno fatto ufficialmente 43 morti, 56 secondo il quotidiano Bamdad, e più di 50 feriti. Gli scontri sono incominciati quando il capo della comunità sciita è stato attaccato e insultato, vicino alla moschea di Mussala, da un gruppo di sunniti. Ne è nata una battaglia che è durata due giorni. I manifestanti hanno assediato le forze dell'ordine nelle loro caserme, riducendole all'impotenza. Poi, sabato mattina, l'assassinio del capo del comitato khomeinista di Isfahan. Amir Abbas Bahralnian. a colpi di mitra, rivendicato ieri dall'organizzazione clandestina Forghan. A Masj ed Soleiman. città industriale del Khuzistan. un gruppo di laureati disoccupati si è radunato davanti al palazzo del governatore per una dimostrazione pacifica, è stato invitato sloggiare da un gruppo di contromanifestanti, ne è nata una rissa durante la quale gli uffici del governatore sono stati incendiati. Il bilancio: circa 200 feriti. A Sanandaj, nel Kurdistan, il governo, che aveva accettato di ritirare i guardiani della rivoluzione, ha annullato l'accordo, e nuovi incidenti sono scoppiati. Migliaia di curdi armati sino ai denti occupano ancora la Moschea Jameh hanno piazzato sui tetti batterie di mitragliatrici pesanti puntate sullo Stato Maggiore di quei guardiani della rivoluzione dei quali esigono la partenza immediata, esattamente come esigono che il gover¬ no rispetti i suoi impegni. Il governatore del Kurdistan. Hossein Shahvessi, ha presentato le dimissioni polemizzando con l'atteggiamento del governo, ma l'offerta è stata respinta. E ancora, l'attacco di domenica all'ambasciata dell'Afghanistan; l'attentato a Teheran contro l'ex ministro Dariush Foruhar. candidato alla presidenza, responsabile dei negoziati con i curdi, e ieri contro Masua Rajavi, leader del partito radicale Mujaheddin-e-Khalq, anch'egli candidato alla presidenza, attaccato durante una cerimonia al cimitero della capitale e gravemente ferito; l'uccisione, sempre a Teheran, di due uo¬ mini accusati di contrabbando e di traffico di droga e di due donne colpevoli di essersi date alla prostituzione da parte di misteriosi giustizieri che si definiscono «Falchi della rivoluzione islamica»; il grave sabotaggio di un oleodotto a Ulani nel Kurdistan orientale, con una bomba a orologeria; gli incidenti vicinoalla frontiera con l'Iraq (secondo Teheran responsabile dell'attacco) che avrebbero fatto 35 morti, e infine l'uccisione di due guardiani della rivoluzione e di due militari, vicino a Zahedan. nel Belucistan. J. M. Durand-Souf f land Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa A Tabriz, per la prima volta nell'Iran compare la scritta: «Morte a Khomeini»

Persone citate: Amir Abbas Bahralnian, Bandar, Dariush Foruhar, Hossein Shahvessi, Khomeini, Rajavi