Elsa torna tra i leoni selvaggi

Elsa torna tra i leoni selvaggi ALCUNE PAGINE DI JOY ADAMSON, LA NATURALISTA UCCISA DA UNA BELVA Elsa torna tra i leoni selvaggi Commozione in tutto il mondo per la morte di Joy Adamson, studiosa del comportamento degli animali e scrittrice, uccisa in Kenya da una belva, forse un leone. Milioni di persone hanno letto i suoi libri; dal bestseller Nata libera è stato tratto un film e una serie televisiva di grande successo. Il libro racconta le avventure di Elsa, leonessa allevata in dimestichezza e, dopo tre anni, rieducata (la Adamson cercò, cioè, di trasformarla in leonessa feroce, inducendola a cacciare e a procurarsi il cibo da sé, a convivere con gli altri leoni) per ritornare libera alla vita selvaggia. Per gentile concessione del'l'editore Bompiani, pubblichiamo alcune pagine di Nata libera; un momento della •rieducazione* di Elsa e un'avventura (o disavventura) della leonessa con i babbuini. La rieducazione Il nostro piano era il seguente: avremmo passato la prima settimana portando Elsa, appollaiata sul tetto della Landrover, in giro per il nuovo paese, in modo da abituarla a esso e agli animali, molti dei quali appartenevano a specie che non vivono lungo la frontiera settentrionale ed erano quindi del tutto sconosciute a Elsa. Nella seconda settimana intendevamo lasciarla libera di notte nella boscaglia e andarla a trovare e darle da mangiare al mattino, quando era assonnata. In seguito avremmo ridotto la sua alimentazione, nella speranza che questo la spingesse a cacciare per proprio conto o ad unirsi a un leone selvaggio. La mattina successiva all'arrivo cominciammo a realizzare il nostro programma. Per prima cosa togliemmo a Elsa 11 collare, come simbolo di liberazione. Elsa saitò sul tetto della Landrover, e partimmo. Dopo alcune centinaia di metri vedemmo una leonessa che scendeva a valle parallelamente a noi: essa passò accanto a molte antilopi che non le prestarono attenzione, deducendo Indubbiamente dalla sua andatura decisa e regolare che in quel momento non era interessata alla caccia. Ci portammo più vicini alla leonessa: Elsa mostrò molta eccitazione, saltò giù dal suo posto e segui cautamente la sua nuova amica, miagolando sommessamente. Ma appena la leonessa si fermò e si voltò indietro, a Elsa venne meno il coraggio e corse quanto più rapidamente potè verso la macchina a mettersi in salvo. La leonessa prosegui risolutamente per la propria strada, e presto scorgemmo sei cuccioli che la attendevano su un piccolo formicaio nell'erba alta. CI spingemmo avanti e sorprendemmo una iena che masticava un osso. Elsa balzò giù e diede la caccia all'animale impaurito, che ebbe appena il tempo di prendere l'osso e metterlo da parte. Malgrado la sua goffaggine la iena riuscì a fuggire ma nel trambusto perdette l'osso. Con i babbuini Vicino al fiume s'alzava un magnifico albero i cui rami sfioravano quasi l'acqua. Sotto la sua verde volta, protetta contro il sole abbagliante dalla fresca ombra e dalla tenue luce, mi sentivo come sotto una cupola. Qui, nascosta dai rami che ricadevano bassi a terra, stavo ad osservare numerosi animali selvaggi, piccoli kudù e daini, che venivano al fiume ad abbeverarsi; anche una cicogna venne a dissetarsi, e poi c'erano i babbuini che procuravano un vero divertimento. Sedendo con Elsa accanto a me, mi sentivo come alla soglia del paradiso: l'uomo e le bestie in reciproca armonia, mentre il fiume che scorreva lentamente rendeva più incantevole l'idillio. Pensai che questo luogo poteva costituire un ambiente stimolante per dipingere o scrivere: allora inchiodammo alcune assi su un'intelaiatura di a e a a ù e l e o n i a e o i a ; a n o : a e a a i legno ed improvvisammo un tavolino e un sedile, e presto cominciai a lavorare appoggiandomi al largo tronco dell'albero. Ritta sulle gambe posteriori, Elsa esplorò sospettosa la mia scatola di colori e la macchina da scrivere, e appoggiando le zampe anteriori sui disgraziati strumenti, mi leccò la faccia e volle assicurarsi del mio affetto prima di permettermi di iniziare il lavoro. Poi si sdraiò ai miei piedi, e io cominciai piena d'ispirazione, ma non avevo fatto i conti con i nostri spettatori. Appena cercai di concentrarmi, sentii l'abbaiare interrogativo d'un babbuino che sbirciava tra il fogliame: poi la boscaglia sulla riva opposta cominciò a formicolare di facce che guardavano curiosamente. Stuzzicati da Elsa, i babbuini si portarono sempre più all'aperto, dondolandosi temerariamente da un albero all'altro, gridando e abbaiando, scivolando giù per i tronchi oppure saltando e dimenandosi come ombre in cima agli alberi, finché uno scimmiotto cadde nel fiume con un tonfo. Subito un vecchio babbuino venne in suo soccorso e. afferrato il pìccolo che si dibatteva bagnato fradicio, corse a portarlo in salvo. Allora tutti i babbuini del mondo sembrarono scatenarsi e il chiasso divenne assordante. Elsa non riuscì a sopportarlo e, tuffatasi nel fiume, lo traversò a nuoto, accompagnata dagli strilli divertiti dei babbuini. Appena ebbe raggiunto la terra ferma saltò verso il più vicino dei piccoli tormentatori che si dondolava in maniera provo¬ n o a i i cante vicino a terra, ma evitò lestamente il colpo saltando su un ramo più alto, e da questa sicura posizione fece le boccacce a Elsa. Gli altri si unirono allo scherzo, e quanto più Elsa si irritava tanto più i babbuini si divertivano a stuzzicarla, accoccolati appena fuori della sua portata, si grattavano il deretano e fin¬ gevano di non accorgersi minimamente della rabbiosa leonessa proprio di sotto. La scena era cosi divertente che. malgrado l'umiliazione di Elsa, aprii la macchina da presa per filmarla. Questo fu troppo per Elsa: appena mi vide puntare l'odiosa scatola su di lei, sguazzò di nuovo nel fiume, e prima che avessi il tempo di mettere in salvo l'apparecchio mi saltò addòsso, e tutte e due rotolammo nella sabbia con la preziosa Bolex. Tutto rimase inzuppato: i babbuini entusiasti applaudirono la nostra rappresentazione, e temo che al loro occhi tanto Elsa che lo perdemmo notevolmente la faccia. Dopo d'allora i babbuini andarono ogni giorno In cerca di Elsa, e le due parti cominciarono a conoscersi molto bene. Poiché Elsa sopportava le loro provocazioni fingendo di ignorarle, i babbuini divennero sempre più audaci. Spesso s'accovacciavano all'orlo delle rapide, e solo pochi metri d'acqua li separavano dalla leonessa. Uno faceva da sentinella mentre gli altri, accosciati, si chinavano a bere, con tutta calma, finché ne avevano abbastanza. Joy Adamson 51^ Hp Joy Adamson con la leonessa Elsa, protagonista del suo libro famoso: «Nata libera»

Persone citate: Adamson, Bolex, Spesso

Luoghi citati: Kenya