La «grande strage» del pesce azzurro di Ermete Grifoni

La «grande strage» del pesce azzurro Viene pescato a tonnellate e il mercato non lo può assorbire La «grande strage» del pesce azzurro Nel 1979 sono stati distrutti in Italia 535.000 quintali di sardine e alici - Si pesca cioè più di quello che può essere venduto e quando il prezzo non raggiunge le 131 lire il chilo scatta il meccanismo della compensazione comunitaria - I pescatori sostengono che ciò accade perché non esistono strutture per la vendita in tempi brevi ANCONA — Elementi sconcertanti sono emersi da quella che qualcuno ha chiamato «la polemica delle sardine», scaturita ad Ancona in seguito alla mancanza di pesce azzurro in un paniere della spesa che il comune aveva concordato sotto le festività per calmierare i prezzi. E' venuto fuori che in Italia oggi non solo si distruggono migliaia di tonnellate di pomodori, pesche, cavolfiori, arance perché lo impongono i regolamenti comunitari allo scopo di assicurare un prezzo remunerativo al produttori in caso di eccesso del prodotto sul mercato, ma che la stessa sorte tocca a sarde ed alici, trasformate in farine di pesce per il mangime di animali. Nei primi dieci mesi del 1979 per poter usufruire dei prezzi compensativi riconosciuti dalla azienda di intervento sul mercato Alma si sono distrutti in Italia più di 535 mila quintali di pesce azzurro, di cui il 64,7 per cento a Porto Garibaldi, il 98 per cento a Trapani, il 18 per cento a Goro, ì'8 a Cesenatico, il 3 per cento a Rimini e il 4,5 per cen-. to pari a 24.130 quintali, ad Ancona. . In un momento in cui il costo della vita sale vertiginosamente statistiche di questo genere lasciano perplessi perché se è comprensibile che sia tutelata la remunerazione del produttore, chi oggi va al mercato e trova sarde ed alici a prezzi astronomici (tenuto anche conto che si tratta di pesce «popolare») non riesce a comprendere il perverso meccanismo e le contraddizioni che giocano in fatti del genere. In apparenza succede per il pesce ciò che accade coi prodotti agricoli: quando il prezzo di mercato non raggiunge, quasi sempre per sovraproduzione, una determinata quota, il prodotto viene ritirato e distrutto oppure destinato ad altri usi, e l'azienda di inter¬ vento paga la compensazione. E' cosi che le arance finiscono sotto i cingoli dei trattori e le alici vengono sfarinate negli appositi frantoi. Ma mentre per le arance, 1 cavolfiori, i pomodori la sovraproduzione. e quindi la scarsa remunerativita, è affidata al caso di una annata eccezionale, ed è pertanto limitata nel tempo, per il pesce azzurro, di cui sono ricchissimi i nostri mari e in particolare l'Adriatico, il surplus è dovuto alla attività dell'uomo. Armatori e pescatori sanno perfettamente che più si pescano alici e con maggiore facilità al mercato all'ingrosso il prezzo non raggiunge le 131 lire al chilo e scatta cosi il meccanismo della compensazione comunitaria. In questa ottica l'intervento dell'Arnia diventa un fine anziché un ombrello protettivo: una corsa quindi alla sovraproduzione che ha come conseguenza la distruzione delle risorse del mare e lo spreco del prodotto che finisce in farina di pesce. E questo nonostante le campagne di propaganda per incrementare il consumo del pesce azzurro che ha poteri nutritivi notevoli, nonostante gli sforzi compiuti dalle cooperative e dai comuni per agevolare la vendita al dettaglio di questo genere di pesce in tempi in cui lievita il costo della vita e le categorie economicamente più deboli si trovano ogni giorno di fronte al problema della quadratura del bilancio famigliare. Il meccanismo posto in luce dalla «polemica delle sardine» oltre a mettere in evidenza la necessità che certi regolamenti comunitari siano messi' in relazione con una organizzazione valida per commerciare il pescato e con gli interessi dei consumatori, ha riproposto anche le riserve che erano già state avanzate dai ricercatori scientifici. In un intervento uno di essi, il diret¬ tore del laboratorio di tecnologia della pesca del Cnr di Ancona prof. Giovanni Bombace ha detto che a partire da quest'anno il laboratorio si dissoderà dalla commissione di controllo per gli interventi di mercato, anche per evitare interpretazioni tendenziose e sospetti di collusione oppure chissà quali connivenze. Sarebbe proprio 11 colmo — ha detto il prof. Bombace — per noi che abbiamo combattuto queste norme fin dal loro nascere. Da parte loro armatori e pescatori delle flottiglie impegnate nella produzione del pesce azzurro affermano che 11 prodotto viene distrutto perché mancano adeguate strutture terra per la vendita in tempi brevi. Frattanto le marinerie marchigiane sono scese in sciopero ad oltranza per l'aumento da 207 a 247 lire nel prezzo del gasolio per la pe sca Ermete Grifoni

Persone citate: Bombace, Giovanni Bombace, Porto Garibaldi

Luoghi citati: Ancona, Cesenatico, Goro, Italia, Rimini, Trapani