Anche la Regione Calabria dice no alla megacentrale di Gioia Tauro
Anche la Regione Calabria dice no alla megacentrale di Gioia Tauro Una spesa di duemila miliardi per soli 500 posti di lavoro Anche la Regione Calabria dice no alla megacentrale di Gioia Tauro DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO C. — La Calabria non accetta la decisione del governo di localizzare a Gioia Tauro una delle tre megacentrali elettriche a carbone, capaci di produrre ben 2640 megawatt. La giunta regionale ha preso ufficialmente posizione denunciando la violazione di corretti rapporti tra 'governo e Regioni e nel merito sostiene che «la decisione suona offesa ai bisogni e alle attese della Calabria ripetutamente e pervicacemente violati». Tra l'altro si ricorda nel documento inviato al presidente del Consiglio che la Calabria esporta energia elettrica e questo «suo sacrificio non può essere giustificato con il richiamo alle esigenze del Paese quando le scelte nazionali hanno sistematicamente tagliato fuori le regione». In poche parole, ha commentato il presidente della giunta regionale Ferrara, non si può avere una mano più lunga nel ricevere e una più corta nel dare. Pertanto la giunta della Calabria ha chiesto un immediato confronto e ha annunciato che intraprenderà qualsiasi azione per bloccare il decreto legge. I componenti la giunta in effetti non hanno fatto altro che confermare in un documento quanto finora sostenuto anche negli incontri con i dirigenti dell'Enel, e cioè che si può anche discutere l'idea di realizzare la megacentrale ma in un contesto di insediamenti produttivi, specialmente nell'area di Gioia Tauro. Non si accetta invece la decisione singola del governo, e non solo per motivi ecologici che pure esistono e che hanno già messo ih allarme le amministrazioni più direttamente interessate alla megacentrale (questa, tra l'altro, comporterebbe la destinazione del costruendo porto di Gioia Tauro a bacino carbonifero). C'è il problema occupazione perché a fronte di una spesa di duemila miliardi, le unità lavorative occupate non supererebbero le cinquecento, e di questo si lamentano anche i sindacati, che hanno indetto per i prossimi giorni apposite riunioni. Una cifra irrilevante rispetto alle promesse e soprattutto ai bisogni di occupazione in Calabria. E la promessa di un corrispettivo alla Regione pari ad una lira e al Comune interessato di mezza lira per ogni Kilowattore prodotto è stata definita «inaccettabile tangente di stampo mafioso». e. 1.
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