Cina, lo sviluppo segna il passo e il Giappone offre il suo aiuto

Cina, lo sviluppo segna il passo e il Giappone offre il suo aiuto Accordo per un prestito di un miliardo e mezzo di dollari Cina, lo sviluppo segna il passo e il Giappone offre il suo aiuto TOKYO — A causa delle sue dimensioni la cooperazione economica che si delinea tra Pechino e Tokyo non può essere giudicata solo da un punto di vista commerciale ma va collocata in un contesto politico. La visita compiuta recentemente a Pechino dal premier giapponese Ohira ha in/atti posto in nuova luce le reiasioni tra ì due ^grandi» dell'Asia. Le conseguenze si faranno sentire sia nel processo di moderniszazione della Cina che nell'avvenire dell'intera regione. Il prestito di un ammontare considerevole (un miliardo e cinquecento milioni di dollari) che il Giappone si è impegnato a concedere alla Cina, le facilitazioni commerciali accordate da Tokyo ai cinesi, il numero crescente di operazioni in cui si lanciano insieme i due Paesi, dimostrano che si sta costruendo un'area di cooperazione economica che sarà una delle più importanti della fine del secolo. L'impegno giapponese è seguito con attenzione particolare sia dall'Unione Sovietica, che vede in ogni contributo alla modernizzazione della Cina una minaccia potenziale, che dai partners commerciali di Pechino, americani ed europei, i quali temono che il Giappone possa monopolizzare il mercato cinese. 1 Paesi asiatici, per parte loro, temono di vedere l'aiuto nipponico accaparrato da nuovi postulanti Per questo gli ambienti ufficiali nipponici hanno cercato di minimizzare la visita di Ohira. La Cina attraversa una fase difficile nel suo programma di sviluppo. E' significativo il fatto che questa volta l'approfondimento delle relazioni cino-gìapponesì non sia dovuto ai privati ma sìa stato promosso dal governo, che ha verosimilmente obiettivi a lungo termine. D'altra parte l'improvvisa revisione da parte di Pechino, lo scorso anno, di numerosi contratti nei quali stavano per lanciarsi i giapponesi ha reso gli imprenditori privati molto prudenti nel preridere impegni con la Cina. Secondo le stime degli esperti giapponesi la modernizzazione cinese incontra difficoltà prima di tutto finanziarie; le riserve valutarie della Cina, stimate normalmente a 2 miliardi di dollari, sarebbero cadute a 1,2 miliar¬ di nel 79 mentre il deficit commerciale avrebbe raggiunto 1,5 miliardi di dollari. In questo contesto l'iniziativa di Tokyo sembra sostituirsi a quella dei privati Accordando un aiuto importante alla Cina il Giappone vuol testimoniare la sua fiducia nell'attuale 'linea pragmatica»; e forse questo consentirà di lanciare il programma di modernizzazione con maggiori probabilità di successo. L'aiuto giapponese ha due aspetti; finanziario e commerciale. Il primo è il più importante; Ohira ha offerto ai etnesì un primo prestito in yen corrispondente a 200 milioni di dollari per il periodo 1980-1981. Questo sarà seguito da altri crediti che saranno versati nei prossimi 5-8 anni. Serviranno a finanziare parte dei progetti per i quali in luglio Pechino aveva chiesto a Tokyo 5,5 miliardi di dollari, ridotti a 3,6 miliardi in seguito alle reticenze nipponiche. Il fatto che la Cina abbia abbandonato uno dei suoi •principi-, quello di non chiedere prestiti da Stato a Stato, testimonia delle difficoltà a lanciare i programmi dì modernizzazione. D'altra parte l'aiuto giapponese è di natura politica. Negli ambienti ufficiali si sottolinea che l'aiuto alla Cina contribuirà a rafforzare la posizione degli attuali dirigenti di Pechino, consolidando la alinea pragmatica» e che, d'altra parte, solo il prestito dì 200 milioni di dollari è stato formalmente concesso; gli altri saranno erogati man mano che avanzeranno i piani di investimento. Gli interessi saranno del 3 per cento con una moratoria di 10 anni Rapporti commerciali; Tokyo ha accordato alla Cina a partire dal prossimo aprile un trattamento preferenziale per le esportazioni; questo permetterà di ridurre le tariffe doganali sui prodotti cinesi e aiuterà la Cina a ridurre il de¬ ficit della bilancia commerciale col Giappone (702 milioni di dollari per i primi nove mesi del 79); l'interscambio tra i due Paesi, moltiplicato per sette dopo il 1972, arriverà alla fine di quest'anno alla cifra di 7 miliardi di dollari. Parallelamente alle questioni commerciali sono state esaminate durante il viaggio di Ohira a Pechino numerose altre questioni; il Giappone investirà 210 milioni di dollari nelle ricerche di petrolio nella baia di Pohai (il 40 per cento della produzione andrà al Giappone); sarà messo allo studio un progetto per sfruttare un giacimento di carbone nella Mongolia interna; la Banca di Cina è stata autorizzata ad aprire un ufficio a Tokyo mentre due banche giapponesi si installeranno a Pechino (sono le prime di un Paese industrializzato). Philippe Pons Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Philippe Pons