Popolo al lavoro dentro l'alveare
Popolo al lavoro dentro l'alveare Popolo al lavoro dentro l'alveare Maurice Maeterllnck: «La vita delle api», ed. Rizzoli, pag'. 197, lire 6000. In quest'epoca di revival, molti vecchi libri vengono riproposti all'attenzione dei lettori e tra questi è ora la volta di La vita delle api di Maurice Maeterllnck, un classico del 1901 che Rizzoli ristampa nella bella collana dell'Ornitorinco. Lo si rilegge con immenso diletto, sorpresi di trovarlo ancora cosi attuale. CI si aspettava che fosse un testo superato dopo la scoperta di Karl von Frisch del linguaggio simbolico a base di danze o quella delle sostanze chimiche, i «feromonl», mediante le quali gli insetti sociali trasmettono informazioni. E invece non lo è affatto. E sembra quasi incredibile che già ottantanni fa si conoscesse cosi a fondo la vita che si svolge nel nascosti recessi dell'alveare. Negli ultimi decenni le nostre conoscenze si sono indubbiamente ampliate, sappiamo che le api operale sono femmine sterili perché uno dei feromonl emessi dalla regina, l'acido trans-9-chetodecenoico, inibisce il loro sviluppo sessuale, sappiamo anche che nella testa dell'ape regina si trovano 32 sostanze chimiche diverse, ma, quando arriviamo al dunque, ci accorgiamo di ignorare 11 preciso significato biologico della maggior parte di questi feromonl. Le formule chimiche ci inebriano, ma il mistero permane. E allora forse quel meraviglioso «spirito dell'alveare» che per Maeterllnck guida «il piccolo popolo così risoluto» conserva il suo fascino e la sua validità. Quanto alla scoperta di von 'Frisch che gli valse il premio Nobel (anche Maeterllnck fu Nobel per la letteratura nel 1911), si può ben dire che il poeta belga ci giunga molto vicino, la sfiori quasi per un capello, quando dà per certo che le api comunicano tra di loro e suppone che riescano a trovare la fonte di cibo segnalata da una raccoglitrice «seguendo le indicazioni e la descrizione dei luoghi che la prima può aver fornito». Un'intuizione geniale, frutto anche delle esperienze che Maeterllnck ha accumulato in ventanni di apicoltura. Perché, a un bel momento della sua vita, l'uomo di lettere diventa entomologo e approfondisce le sue conoscenze sugli insetti sociali al punto da poter scrivere tre opere fondamentali, sulle api nel 1901, sulle termiti nel 1926 e sulle formiche nel 1930. E' innegabile che nelle sue descrizioni delle fasi cruciali della vita dell'alveare ci sia molto pathos, la cosa non deve far meraviglia perché Maeterllnck è un drammaturgo, autore di vari lavori teatrali tra cui il famoso Pelléas et Mélisande musicato da Debussy. Ma in questo suo 11-, bro c'è anche molta poesia. Il volo nuziale delle api è «il mirabile volo degli amanti nella trasparenza augusta del cielo», la sciamatura 'quell'assordante grandine d'oro», la strage dei fuchi «il massacro dei grossi oziosi maschi» assaliti «da un esercito di vergini infuriate: A pensarci bene, la chiave del successo di Maeterllnck è proprio in questo lirico linguaggio che ha 11 magico potere di trasformare la storia di un insetto in un'affascinante epopea. Isabella Lattes Coifmann
Persone citate: Debussy, Frisch, Isabella Lattes Coifmann, Karl Von Frisch, Maurice Maeterllnck
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