L'uomo Shakespeare di Masolino D'amico

L'uomo Shakespeare Cercando la verità sulla vita e le passioni L'uomo Shakespeare S. Schoenbaum: 'Shakespeare sulle tracce di una leggenda», trad. Paola Ludovici, Editori Riuniti, pag. 345, lire 7800. a o i e a i l o a Temi di sbagliare scrivendo la parola 'Shakespeare», o proto. Rilassati. Gli antichi proprietari di questo nome ebbero manica larga riguardo alla sua grafia: scrissero e lasciarono scrivere «Sftafcespear» e 'Shakspear», 'Shackspeare» e 'Shakesper», 'Shaxpare», 'Shakespere», e perfino 'Shakesnafte». Il più colto e illustre esponente della famiglia si firmò seconuo l'estro in questi modi, e in altri ancora. L'incertezza sull'aspetto dello stesso nome 'Shakespeare» è emblematica dell'elusività del personaggio, elusività che i vittoriani drammatizzarono al massimo grado. •Altri rispondono alla nostra domanda, tu sei libero», lo apostrofò Matthew Arnold. Come risposta non si accettavano i prosaici documenti giunti fino a noi. quasi tutti legati a una oculata amministrazione di sudati quattrini. Cosi i romantici si volsero alla leggenda; e favoleggiarono del garzone di macellaio che quando doveva uccidere un vitello gli dedicava un'orazione; oppure del cacciatore di frodo costretto a cambiare aria dalla rappresaglia del signorotto locale. A volte arrivarono a negare l'esistenza stessa di Shakespeare, e a immaginarlo semplice prestanome di personaggi più misteriosi e suggestivi. Oppure si sforzarono a leggere nelle opere allusioni a circostanze di una vita movimentata, ricca di viaggi, amori, complotti politici; e la fantasia stimolò un numero incacolabile di biografie immaginarie. Nel 1975 lo studioso americano S. Schoenbaum ebbe l'ottima idea di riunire in un unico volume, per la Oxford University Press, tutti 1 documenti esistenti relativi all'uomo Shakespeare, alla sua famiglia, ecc., nella loro veste originale (la più gran parte si trovava trascritta nel classico studio di E. K. Chambers. del 1930. me. le incessanti ricerche moderne hanno portato alla luce molto altro materiale). Di questo grosso tomo molto illustrato lo stesso Schoenbaum curò poi una versione ridotta, con ripensamenti e correzioni, e senza iconografia, incorporando i documenti nel testo. Il risultato, oggi molto accettabilmente volto in italiano, merita ogni gratitudine da parte di chiunque voglia farsi un'idea precisa di cosa veramente si sa dell'identità di questo supremo creatore di alias. Con un umorismo, una leggerezza e una agilità che potrà sorprendere di trovare uniti a tanta dottrina, Schoenbaum presenta in successione cronologica i documenti, di cui sosta a discutere le possibili interpretazioni, non di rado avvincendoci con resoconti di piccoli capolavori di ingegnosità investigativa. I punti fermi rimangono quelli noti: Shakespeare nacque nel 1564, da un relativamente prospero guantaio di provincia; sposò giovane una donna di sette anni più anziana; andò a Londra senza i suol cari; ebbe successo nel teatro; investi il suo patrimo¬ nio; si ritirò nel paese natale; mori nel 1616. Abbiamo un numero abbastanza esauriente di dati sull'antefatto e sull'epilogo, non. purtroppo, sull'avventura londinese, so- s ~""X Filatov commenta prattutto per quanto riguarda 1 suoi inizi. , "Naturalmente Schoenbaum affronta 1 punti cruciali delle elucubrazioni di ogni tempo, ma più che trovare le soluzioni vuole esporre i problemi. Cosi non abbiamo la chiave della presunta confessione dei Sonetti; né sappiamo per certo quale senso attribuire al famoso lascito alla vedova del letto meno buono (dispetto postumo? il confronto con altri testamenti dell'epoca non permette di affermarlo con certezza). Più che aggiungere, insomma, Schoenbaum toglie, sfronda. Non che non abbia qualche elemento relativamente nuovo anche lui; per esempio, colpisce la quantità di conferme indirette delle tavolta ventilate simpatie cattoliche degli Shakespeare. Dalla drastica potatura qualcosa dell'uomo viene comunque fuori; certi aspetti almeno sono presenti s in tutte le testimonianze, il creatore di Amleto dovette conoscere le passioni, ma ai contemporanei sembra aver mostrato solo il suo lato piacevole. Chi lo frequentò parla invariabilmente di quasi divino equilibrio, di serenità, di calma, di ragionevolezza. Non ebbe (quasi) nemici, l'uomo Shakespeare, e l'attributo con cui il suo tempo lo consegnò alla storia fu 'gentile». Masolino d'Amico

Luoghi citati: Londra