Testimone del Piemonte di Filippo Burzio

Testimone del Piemonte Testimone del Piemonte Filippo Burzio: «Piemonte, tempi luoghi e figure», ed. Massimiliano Boni, pag. 396, lire 10.000. Filippo Burzio, piemontese d'eccezione. L'editore bolognese Massimiliano Boni ne ripubblica, nella collana «Viaggi in Italia» gran parte di due volumi oggi introvabili: Piemonte del 1938 e Anima e volti del Piemonte, del 1947. «Se mai il Piemonte ebbe un angelo custode, scrive Giovanni Arpino nell'acuta prefazione, questi fu Filippo Bureio, testimone di cultura, di luoghi e di cose, di ombre e certezze». Quanto appare oggi limpido e compatto, in tempi di barbarica sciatteria, il «bello scrivere» di questo gran signore della parola, il suo italiano rotondo nella ricchezza delle immagini e asciutto nella tornitura della frase, sempre esposto a flessuose tentazioni dannunziane e sempre salvato dal fondo di solida e rigorosa cultura. Parvaso (ma è davvero piemontese, in questo, Filippo Burzio?) da una sottile, elegante sensualità, da un'ispirazione «cattolica» che appartiene più alla turgida tradizione rinascimentale che alla religiosità subalpina in bilico tra ginevrini rigori e patibolari suggestioni alla De Maistre. Ed è solo grazie a uno straniero esprit de finesse che questo allobrogo sui generis riesce a penetrare con tanto acume l'anima géométrique delia Torino razionale e grigia, rigida e burocratica, militare e industriale, o «il Piemonte dei bei forti settecenteschi, Fenestrelle, Exilles, Vinadio, che ne sono i simboli più completi». (g. mart)

Persone citate: De Maistre, Filippo Bureio, Filippo Burzio, Giovanni Arpino, Massimiliano Boni